CACCIA GROSSA

Mercury popular brasileira

 

 

di Giangiacomo Gandolfi

 

   Sono sempre stato un difensore delle qualità vocali di Daniela Mercury, spesso purtroppo disperse in un axé sempliciotto e di potenza, senza eccessive nuances. Con la recente svolta MPB la cantante sembra voler dedicare maggiore attenzione ai classici e all’interpretazione, a costo di perdere qualche fetta di mercato di bocca davvero grossolana. Questa è una buona notizia, ma non una notizia assolutamente inaspettata: l’ottima Daniela porta avanti da anni un discorso parallelo a quello dell’Axé dei suoi primi album, con un ormai ricco repertorio di standard disperso tra mille “guest appearance” e progetti discografici non solisti, in parte davvero di gran classe.

Il client peer-to-peer, con il suo motore di ricerca per MP3, è lo strumento più adatto per riportarli alla luce e alla memoria. Ecco una breve rassegna.

Uno dei brani più antichi (difficilissimo da reperire) è la caymmiana “Oraçao da Mae Menininha”, da un album-omaggio al grande bahiano Dorival. L’interpretazione è ancora piuttosto acerba e poco carismatica, ma nel complesso si tratta di un primo tentativo piacevole di emanciparsi dal cliché di regina del samba-reggae. Di poco posteriori, ma di immensa qualità, sono due assolute perle jobiniane: “Chega de Saudade” con il “violao” sapiente di Guinga e “Aguas de Março” in duo con Joao Bosco. Davvero un “must have”. Stesso discorso (ancora con Bosco) per la splendida e classicissima “No Tabuleiro da bahiana” di Ary Barroso, che addirittura ha vinto un Premio Sharp come migliore interpretazione vocale nel 1996. Meritatissimo. Bella anche la più recente “Corcovado”, nuova incursione nel territorio dell’Antonio brasileiro, e lo standard di Benjor “Que Pena”, tratto da uno special acustico su MTV, mentre non sono riuscito a stabilire l’origine della gradevole “E se” che merita senz’altro anch’essa il download.

Una Mercury certamente imprevista e “filologica” è quella di “Machuca”, estratta dalla colonna sonora della serie Globo dedicata alla vita di Chiquinha Gonzaga: piano e voce in puro stile “primo novecento”.

Altre segnalazioni doverose: “A rà” di Joao Donato, ancora in compagnia di Guinga, “Como uma onda” di Lulu Santos dal vivo e a due voci con Alexandre Pires, “Serrado” di Djavan, con Marco Pereira, il celebre forrò “Eu sò quero um xodò”, con Zezé Di Camargo e Luciano.

Per concludere, merita certamente un ascolto l’incontro con Ivete Sangalo e Marisa Orth in “Seu Zé”, una efficace rilettura del classico istantaneo di Carlinhos Brown, tratto dall’album collettivo “Brasil São Outros 500”.