L'ITALIA IN BRASILE

Legami culturali uniti attraverso le feste

A San Paolo dove si concentra il maggior numero di italiani le più note
sono Casaluce,  S.Vito,  Achiropita,  S.Gennaro e S.Francesco da Paola

 

di Silvio Staglianò

(em portugues)


In questo numero la rubrica sull'Italia in Brasile è dedicata alle feste italiane a San Paolo. In Brasile questa usanza è molto radicata: è difficile trovare città in cui non vi sia almeno una festa italiana all´anno. Con l'andare del tempo è diventata una tradizione molto seguita anche dagli stessi brasiliani che vi partecipano in gran numero per gustare le specialità italiane, ballare, insomma, divertirsi. San Paolo, la più italiana delle città, vanta ben cinque feste che hanno ormai conquistato il sostegno del governo e di molte aziende. Ce ne racconta Silvio Staglianò, un ricercatore che ha appena concluso una ricerca sull´argomento. (A.Paula Torres)


Se il Brasile in Italia è spesso sinonimo di solarità e svago, bisogna dire che anche gli italiani in Brasile su questi temi sono tutt'altro che sprovveduti. In genere i nostri connazionali sono noti per la loro gioia di vivere, per l´allegria, per il loro temperamento latino, del resto molto simile a quello dei brasiliani. Ma soprattutto per la loro grande capacità di organizzare feste. Al punto che con il passare del tempo svariate feste italiane sono diventate molto popolari anche tra i brasiliani e oggi sono entrate a pieno titolo nell´agenda culturale di numerose città. A San Paolo, dove si concentra il maggior numero di italiani e oriundi che vivono in Brasile, le più note sono quelle della Madonna di Casaluce e di San Vito Martire al quartiere Brás, Madonna Achiropita a Bixiga, San Gennaro a Mooca e San Francesco da Paola a Ipiranga. E tra queste la più popolare è senza dubbio quella in omaggio alla Madonna Achiropita, che si svolge ogni anno nel quartiere Bixiga di San Paolo. Nessuna mondanità di alto rango: si tratta quasi sempre di festeggiamenti nati dalla semplicità di lavoratori immigrati con poche risorse finanziarie, il cui obiettivo principale è sempre stato quello di sentirsi più vicini alle proprie origini. E da sempre la manifestazione religiosa rappresenta la maggiore opportunità di aggregazione in un paese sconosciuto così come lo era per loro il Brasile in passato. 

Feste che sanno un po' di paese, sorta di sagre che offrono ai visitatori la classica messa condita da processioni nel quartiere che finiscono sempre con una tavolata all'insegna di piatti tipici preparati con cura dalla comunità italiana. E poiché la cosa funzionava, col tempo i festeggiamenti hanno finito con l'incorporare bande di fanfara, fuochi d´artificio e - più di recente -, anche concerti musicali, rappresentazioni di gruppi folcloristici, teatrali e corali. Di tutto e di più, insomma, finendo con l'attirare l´attenzione dei paulistani che sono tutt'altro che insensibili al richiamo del "lazer" e che hanno cominciato a frequentare massivamente queste sagre dell'italianità alla ricerca di buon cibo e divertimento.

I media e il settore commerciale naturalmente hanno fiutato la crescita e l'importanza che queste feste hanno assunto e - favoriti dalla globalizzazione - hanno trovato in queste manifestazioni importanti punti di vendita, merchandising, nonché opportunità di pubblicizzare e diffondere i propri prodotti. Anche l'italiano all'estero fa mercato, e attualmente le manifestazioni sono sostenute da importanti sponsor con l´appoggio del settore culturale dello stato di San Paolo.
In generale le feste hanno come punto di richiamo le caratteristiche bancarelle di cibo vario e ormai non più solo italiano. La preoccupazione è quella di offrire una vasta gamma di prodotti solleticando la fantasia del cliente, che deve tornarsene a casa soddisfatto. Per questo motivo, vi si può comprare di tutto: dal brigadeiro al pastel, dal Chianti al "vinho tinto", mentre la musica circostante spazia dal forrò alla tarantella. E i consumi continuano a salire: a Bixiga nel 2002 150mila visitatori hanno polverizzato la bellezza di 8mila kg di farina, 9mila kg di spaghetti, 3mila500 barattoli d´olio, 5mila kg di mozzarella, 6mila kg di salsicce, 5mila kg di carne, 10mila litri di vino, 15mila litri di birra alla spina e 15mila litri di analcolico. Questa mistura in salsa italo-brasileira, questa fusione di differenti aspetti culturali costituiscono un importante elemento di integrazione, anche se vi è chi lamenta abbiano sottratto originalità alle manifestazioni e disperso il contenuto culturale. Ma gli italiani di San Paolo non sembrano farsene un cruccio, anche perché l'integrazione è già in corso da tempo, avvenuta insieme all'enorme espansione della città di San Paolo che si è sviluppata in modo abnorme se rapportata a quella delle province italiane e di piccoli centri come Aversa, Casaluce, Polignano a Mare, Rossano e Paola, di forte tradizione migratoria. L´eccezione è rappresentata solo da Napoli, che in Brasile è considerata una delle più grandi città d´Italia. Non a caso tutti questi centri italiani nel tempo hanno subìto pochi cambiamenti, e ancora oggi conservano la loro tradizione religiosa. Si potrebbe dunque affermare che le feste italiane in Brasile soddisfano la religiosità della comunità italiana e la necessità di aggregazione dei propri componenti. 

Da parte degli immigrati provenienti dal Nord e dal Centroitalia, le feste sono invece percepite come una opportunità commerciale che favorisce l'espansione turistica perché in qualche modo collegate al passato della cultura popolare italiana. Le loro caratteristiche medioevali e rinascentiste, analoghe a quelle del palio, attraggono l'attenzione di studiosi e addetti al marketing che si incaricano di diffonderle per valorizzare la cultura e aprire nuove vie al turismo di consumo.
Per gli emigrati italiani la festa rappresenta la possibilità di trovare il surrogato di un'Italia alla quale somigliano sempre meno e un forte legame affettivo con la propria terra di origine con la sensazione un po' artefatta di una "rimpatriata" al proprio paese di nascita. Quelli provenienti dal Norditalia vi partecipano incontrando i parenti durante le feste cittadine, che di solito si organizzano durante il periodo estivo. La presenza degli italiani del Sud è invece più legata alla loro religiosità, che risalta anche nella scelta dei nomi di battesimo, spesso coincidenti con quelli dei santi festeggiati. 

Le feste italiane di San Paolo sono organizzate annualmente dalla comunità italiana che si fa completamente carico della loro realizzazione e che inizia a prepararle con largo anticipo. A ogni ricorrenza collaborano non meno di 300 persone e gli incassi vengono di solito devoluti per opere culturali e assistenziali. Importante sottolineare che malgrado vi siano stati dei cambiamenti dettati dagli usi e dalle mode, ogni festa conserva sostanzialmente la propria tradizione. La memoria storica non è andata perduta, ma si punta sul recupero dell´interesse giovanile per mantenere viva e rilanciare questa tradizione che mescola italiani e brasiliani sotto lo sguardo compiaciuto di un santo che sorride a entrambi.






Le feste italiane più importanti

  • Madonna di Casaluce 
    Si festeggia da 103 anni nel mese di maggio e il 14 settembre in Italia. 

    La storia della Madonna di Casaluce ha origine nel Sud d´Italia (secolo XII). Casaluce significa “casa di luce”. La tradizione religiosa vuole che nella città di Aversa, durante una giornata di tempesta, una bella ragazza di colore bussò alla porta di un monastero di frati per chiedere protezione. Allora però non era però consentito l´ingresso alle donne in queste istituzioni, e i frati chiesero alla ragazza di recarsi a un monastero di suore presso la città più vicina, “Casaluce”. Le suore la ricevettero e le offrirono una camera da letto. La mattina dopo però non la trovarono più: al suo posto era rimasto soltanto un quadro che raffigurava la sua immagine con un bambino tra le braccia. Da allora, vari miracoli furono attribuiti a quella raffigurazione. I frati di Aversa chiesero il quadro perché la ragazza si era recata prima da loro. Per evitare dissapori si decise che il dipinto sarebbe rimasto quattro mesi ad Aversa e otto a Casaluce. 

  • San Francesco da Paola
    Si festeggia il 4 maggio e a San Paolo la festa è organizzata dal 1992.

    San Francesco nacque a Paola, in Calabria, il 27 marzo 1416 in una casa dimessa del centro città che oggi è diventata una chiesa. All´età di 13 anni fece un peregrinaggio con i suoi genitori e al ritorno si dedicò alla vita eremita in una grotta sulla riva del fiume Isca. Durante i 20 anni successivi accolse delle persone che lo cercavano con l´intenzione di dividere vigilie, preghiere e penitenze. Così fondò la Congregazione Eremita riconosciuta dall'arcivescovo di Cosenza, che fu inclusa tra gli Ordini Mendicanti con il nome di Ordine dei minimi. Nel 1483 lasciò la Calabria per andare in Francia su richiesta del papa e del re Luigi XI. Dopo 24 anni morì il 2 aprile 1507 e il 1° maggio 1519 fu iscritto all´album dei santi. Il 27 marzo 1943 fu proclamato “celeste patrono della gente dei mari italiani” e dal 2 giugno 1962 patrono della Calabria. A Paola le feste sono organizzate annualmente il 2, 3 e 4 maggio.

  • San Vito Martire
    Si festeggia il 15 giugno e a San Paolo la festa è organizzata dal 1918.

    San Vito Martire, figlio di Illa, guerriero e persecutore di cristiani, fu allevato da Modesto e Crescenza, coppia religiosa di servi del padre. Illa ordinò che suo figlio e la coppia fossero sferzati e portati in prigione in quanto cristiani. Per l´intercessione di um angelo, Vito riuscì a fuggire, ma fu perseguitato e preso dall´imperatore Diocleziano. Il 15 giugno 303, fu torturato e dilacerato. Nell'801 San Vito apparì alla principessa Florenzia di Salerno e chiese che la sua salma fosse trasferita al Porto di Mariano, dove oggi si trova la chiesa di San Vito, a Polignano a Mare. Lungo gli anni San Vito apparì a vari pescatori e presto miracoli e devozione si estesero nel Sud Italia. Per via dell´emigrazione vi sono polignanesi in vari paesi e i fedeli a San Vito sono numerosi.

  • Madonna Achiropita
    Si festeggia il 14 agosto. Dal 1926 la relativa festa viene organizzata a San Paolo durante tutto il mese di agosto, mentre in Italia si tiene in settembre.

    Nel 580 il capitano Maurizio approdò a un paese calabrese a causa del vento. Il monaco Efrem gli venne incontro dicendogli: “non furono i venti a condurti, ma la Madonna, perché tu essendo imperatore le costruissi un tempio”. Infatti nel 582 Maurizio diventò imperatore e grazie all'insistenza del monaco ordinò la costruzione del santuario. Un episodio tuttavia attirò l´attenzione della comunità. L´immagine della Madonna dipinta su una tela e visibile durante il giorno, spariva di notte. Una bellissima signora una notte parlò con il guardiano e gli chiese di entrare nel santuario, e poiché tardava a uscire, il guardiano entrò e non la trovò più. Ma vide in fondo al santuario, sulla parete interna del tempio, dipinta una bellissima immagine della Madonna. Appena seppe, la gente corse al santuario e tra le lacrime e canti, acclamò il termine di achiropita, che significa immagine non dipinta dalle mani dell´uomo. Dal XII secolo a Rossano Calabro la devozione cominciò a essere riconosciuta ufficialmente. 
    http://www.achiropita.org.br/

  • San Gennaro
    Si festeggia il 19 settembre e a San Paolo la relativa festa è organizzata dal 1973. Il 19 settembre 305 a Pozzuoli, zona vulcanica vicino a Napoli, fu emessa sentenza di morte contro Gennaro, vescovo di Benevento, colpevole di non evere rinnegato la fede cristiana. Le fonti storiche non rivelano nulla sulla vita di Gennaro e si limitano a descrivere la sua eroica morte. Fu perseguitato dall´imperatore Diocleziano e dovette scegliere tra la fede e la vita. Nel 1980 fu proclamato patrono della Campania dal Papa Giovanni Paolo II e nel 1988 patrono degli emigrati della regione. È considerato protettore da calamità naturali, eruzioni e terremoti patiti dai napoletani, che credono nella liquefazione del suo sangue, evento che si ripete ogni anno e dal quale si sentono protetti.

  • Link

    http://www.associacaosaovito.com.br

    http://www.achiropita.org.br

     

 

 

 

 

 

 



(em portugues)

A ITALIA NO BRASIL

Laços culturais unidos através das festas

 

por Silvio Staglianò

Neste mês, esta coluna é dedicada às festas italianas em São Paulo. No Brasil, este costume é muito difundido: é difícil de encontrar cidades em que não tenha pelo menos uma festa por ano. Com o passar do tempo, tornou-se uma tradição muito esperada pelos próprios brasileiros também, que participam em grande número para saborear as especialidades italianas, dançar, ou seja, divertir-se. São Paulo, a mais italiana das cidades, orgulha-se de cinco festas que atualmente até conquistaram o apoio do governo e de muitas empresas. Para nos falar melhor sobre isso, Silvio Staglianò, o estudioso que acabou de concluir uma pesquisa sobre o assunto. (A.Paula Torres)

 

    Se na Itália o Brasil é freqüentemente sinônimo de solidariedade e diversão, é preciso dizer que os italianos no Brasil também se defendem. Geralmente os nossos compatriotas são conhecidos pela vivacidade, pela alegria e pelo temperamento latino, diga-se de passagem, muito parecido com o dos brasileiros. Mas a fama é sobretudo pela capacidade de organizar festas, a ponto de com o passar do tempo, várias festas italianas terem se tornado muito populares entre os brasileiros também e hoje entraram totalmente na agenda cultural de inúmeras cidades.

Em São Paulo, onde se concentra o maior número de italianos e oriundos que vivem no Brasil, as mais famosas são aquelas de Nossa Senhora de Casaluce e de São Vito Mártir no bairro do Brás, Nossa Senhora Achiropita no Bixiga, San Gennaro na Mooca, e São Francisco de Paula no Ipiranga. E entre essas, a mais popular é sem dúvida aquela em homenagem à Nossa Senhora Achiropita, que acontece todos os anos no bairro do Bixiga, em São Paulo. Nada de super mundano: trata-se quase sempre de festividades nascidas da simplicidade de trabalhadores imigrantes com poucos recursos financeiros, em que o objetivo principal sempre foi aquele de se sentirem mais próximos às próprias origens. E desde sempre a manifestação religiosa representa a maior oportunidade de agregação em um país desconhecido, assim como era o Brasil no passado para eles.

Festas que são um pouco como os vilarejos italianos de origem, espécie de “sagras” que oferecem aos visitantes a clássica missa acompanhada por procissões no bairro e que terminam sempre com muita comida, representação da culinária italiana com pratos típicos preparados com precisão pela comunidade italiana. E como tudo sempre deu certo, com o tempo, as festividades acabaram por incorporar bandas de fanfarra, fogos de artifício e – mais recentemente -, shows musicais, representações de grupos folclóricos, teatrais e também corais. Em suma, de tudo um pouco, acabando por chamar a atenção dos paulistanos que podem ser tudo menos insensíveis ao lazer e começaram a freqüentar maciçamente estas festas da italianidade, à procura de boa comida e diversão.

Naturalmente, a mídia e o setor comercial pressentiram o crescimento e a importância que estas festas assumiriam e – favorecidos pela globalização – encontraram nessas manifestações, importantes pontos de venda, merchandising, além da oportunidade de anunciar e difundir os próprios produtos. O italiano no exterior também faz comércio e, atualmente, as manifestações são sustentadas por importantes patrocinadores com o apoio do setor cultural do Estado de São Paulo.

Em geral, as festas possuem chamarizes como as características barracas de comida variada e já não mais só italiana. A preocupação é aquela de oferecer uma vasta gama de produtos, instigando a imaginação do cliente, que deve retornar satisfeito em casa. Por esse motivo, pode-se comprar de tudo: do brigadeiro ao pastel, do Chianti ao "vinho tinto", enquanto que a música ambiente varia do forró à tarantela. E o consumo continua aumentando: em 2002 no Bixiga, 150 mil visitantes deram conta de nada menos que 8 mil kg de farinha, 9 mil kg de espaguetes, 3 mil e 500 litros de óleo, 5 mil kg de mussarela, 6 mil kg de lingüiça, 5 mil kg de carne, 10 mil litros de vinho, 15 mil litros de chopp e 15 mil litros de refrigerante. Essa mistura, regada ao molho ítalo-brasileiro, essa fusão de diferentes aspectos culturais, constituem um importante elemento de integração, mesmo existindo quem se lamente da perda de originalidade nas manifestações e dispersão do conteúdo cultural.

Mas os italianos de São Paulo não parecem atormentados, mesmo porque, a integração acontece há anos, ocorrida junto da enorme expansão da cidade de São Paulo, que se desenvolveu de modo espantoso se comparada àquele das províncias italianas e de pequenos centros como Aversa, Casaluce, Polignano a Mare, Rossano e Paula, com forte tradição migratória. A exceção é representada somente por Nápoles, que no Brasil é considerada uma das maiores cidades da Itália. Não por acaso, todos esses centros italianos sofreram poucas mudanças ao longo do tempo, e ainda hoje, conservam as suas tradições religiosas. Portanto, poderia-se afirmar que as festas italianas no Brasil satisfazem a religiosidade da comunidade italiana e a necessidade de agregação dos próprios componentes.

Por parte dos imigrados provenientes do norte e do centro da Itália, as festas são consideradas como uma oportunidade comercial que favorece a expansão turística, porque estão de alguma forma ligadas ao passado da cultura popular italiana. As suas características medievais e renascentistas, análogas àquelas do “palio”, atraem a atenção de estudiosos e especialistas em marketing que se encarregam de difundi-las para valorizar a cultura e abrir novos horizontes para o turismo de consumo.

Para os emigrados italianos, a festa representa a possibilidade de encontrar o produto substitutivo de uma Itália a qual assemelham-se sempre menos e um forte laço afetivo com a própria terra de origem, com a sensação um pouco fantástica de uma “repatriada” no próprio vilarejo se nascimento. Aqueles do norte da Itália participam para encontrar os parentes durante as festas, que geralmente são organizadas no período estivo. Por outro lado, a presença de italianos do sul está mais ligada à religiosidade, que se faz presente também na escolha dos nomes de batismo, freqüentemente em coincidência com aqueles dos santos festejados.

As festas italianas de São Paulo são organizadas anualmente pela comunidade italiana que se encarrega totalmente da realização das mesmas e que inicia o seu preparo com grande antecedência. Para cada data comemorativa colaboram nada menos que 300 pessoas, e os lucros geralmente são destinados às obras culturais e assistenciais. É importante salientar que apesar das mudanças ditadas pelos costumes e pela moda, cada festa conserva substancialmente a própria tradição. A memória histórica não se perdeu, mas se direciona à recuperação com o interesse juvenil, para manter viva e relançar esta tradição que mescla italianos e brasileiros sob o olhar complacente de um santo que sorri para ambos.

 

 

As festas italianas mais importantes

 

Nossa Senhora de Casaluce

Festeja-se há 103 anos no mês de maio e em 14 de setembro na Itália.

A história de Nossa Senhora de Casaluce tem sua origem no sul da Itália (século XII). Casaluce significa “casa de luz”. A tradição religiosa diz que na cidade de Aversa, em um dia de temporal, uma linda moça de cor bateu à porta de um seminário para pedir abrigo. Naquele tempo, porém, não era permitida a entrada de mulheres nessas instituições e os padres pediram à moça para que se dirigisse a um convento de freiras na cidade mais próxima, “Casaluce”. As freiras a acolheram e a instalaram num quarto. No dia seguinte não a encontraram e no seu lugar havia apenas um quadro com a sua imagem e uma criança nos braços. A partir daí, vários milagres foram atribuídos àquela imagem. Os frades de Aversa reclamaram o quadro, porque a moça tinha estado lá primeiro.  Para evitar discórdia, ficou resolvido que a pintura ficaria quatro meses em Aversa e oito em Casaluce.

 

São Francisco de Paula

Festeja-se em 4 de maio e em São Paulo, a festa é organizada desde 1992.

São Francisco nasceu em Paula, na Calábria, em 27 de março de 1416 em uma modesta casa no centro da cidade, hoje transformada em igreja. Aos 13 anos fez uma peregrinação com seus pais e quando retornou, dedicou-se à vida eremita em uma gruta sobre a margem do rio Isca. Durante os 20 anos seguintes,  acolheu pessoas que lhe procuraram a fim de dividirem vigílias, orações e penitências. Assim, fundou a Congregação Eremita, reconhecida pelo arcebispo de Cosenza, que foi incluída entre as Ordens Mendicantes com o nome de Ordem dos Mínimos. Em 1483, deixou a Calábria para se dirigir à França a pedido do Papa e do rei Luís XI. Depois de 24 anos na França, morreu em 2 de abril de 1507 e em 1° de maio de 1519, foi inscrito no álbum dos santos. Em 27 de março de 1943, foi proclamado “celeste padroeiro da gente dos mares italianos” e desde 2 de junho de 1962, padroeiro da Calábria. As festas em Paula são organizadas anualmente nos dias 2, 3 e 4 de maio.

 

São Vito Mártir

Festeja-se em 15 de junho e em São Paulo, a festa é organizada desde 1918.

São Vito Mártir, filho de Illa, guerreiro e perseguidor de cristãos, foi criado por Modesto e Crescenza, casal religioso de servos do pai. Illa ordenou que seu filho e o casal fossem açoitados e presos por serem cristãos. Por intercessão de um anjo, Vito conseguiu fugir, mas foi perseguido e preso pelo imperador Diocleciano. Em 15 de junho de 303, foi torturado e dilacerado. Em 801, São Vito apareceu para a princesa Florência de Salerno, pedindo para que seus restos mortais fossem transportados para o Porto de Mariano, onde hoje se encontra a igreja de São Vito, em Polignano a Mare. Com o tempo, São Vito apareceu para vários pescadores e rapidamente milagres e devoção se espalharam pelo sul da Itália. Devido à emigração existem polignaneses em vários países, e os fiéis a São Vito são numerosos.

 

Nossa Senhora Achiropita

Festeja-se em 14 de agosto. Desde 1926, a relativa festa é organizada em São Paulo durante todo o mês de agosto, enquanto que na Itália, é em setembro.

Em 580 o capitão Maurício chegou a um vilarejo calabrês por causa do vento. O monge Éfrem veio-lhe ao encontro e lhe disse: “não foram os ventos que te conduziram para cá, mas Nossa Senhora, para que tu, uma vez Imperador, lhe construas um templo”. De fato, em 582, Maurício tornou-se imperador e graças à insistência do monge, ordenou a construção do santuário. Todavia, um episódio chamou a atenção da comunidade. A imagem de Nossa Senhora que era pintada em tela e visível durante o dia, desaparecia de noite. Em uma noite, uma linda senhora falou com o vigia e pediu-lhe para entrar no santuário, e como ela estava demorando a sair, o guarda entrou e não a encontrou mais. Mas viu no fundo do santuário, na parede interna do templo, uma linda imagem de Nossa Senhora pintada. Ao saber disso, o povo correu ao santuário e entre lágrimas e cantos, aclamou o termo de achiropita, que significa imagem não pintada pelas mãos do homem. Desde o século XII a devoção passou a ser reconhecida oficialmente em Rossano Cálabro.

 

San Gennaro

Festeja-se em 19 de setembro, e em São Paulo, a relativa festa é organizada desde 1973.

No dia 19 de setembro de 305, em Pozzuoli, zona vulcânica próxima a Nápoles, foi emitida sentença de morte contra Gennaro, bispo de Benevento, culpado por não ter renegado a fé cristã. As fontes históricas não revelam nada sobre a vida de Gennaro e se limitam a descrever a sua heróica morte. Foi perseguido pelo imperador Diocleciano e teve de escolher entre a fé e a vida. Em 1980 foi proclamado padroeiro da Campania pelo Papa João Paulo II e em 1988, padroeiro dos emigrantes da região. É considerado protetor de calamidades naturais, erupções e terremotos sofridos pelos napolitanos, que acreditam na liquefação do seu sangue, evento que se repete a cada ano e do qual se sentem protegidos.

 

 

Link

http://www.associacaosaovito.com.br

http://www.achiropita.org.br