Marinho, metafora del vecchio Brasile

Scompare quasi centenario il fondatore di Rede Globo e uno degli
uomini  più  ricchi e potenti  nella  storia  del  paese sudamericano

 

di Andrea Zeccato

 

(em português)

 

«Il giornalista Roberto Marinho fu un uomo moderno, molto avanzato rispetto al suo popolo, al suo paese, al suo tempo (…). L'unica elezione a cui si sottopose fu quella per la Accademia brasiliana di Lettere, dove venne eletto nel 1993 con 34 voti – praticamente all'unanimità – occupando il posto che fu di Otto Lara Resende». Questa frase, del giornalista natalense Murilo Mello Filho (anch'egli titolare di uno dei 40 seggi della accademia), ci sembra la più adatta a cogliere un elemento importante della biografia di uno degli uomini più potenti e più ricchi nella storia del Brasile. Morto quasi centenario il 6 agosto 2003 nella sua amata Rio de Janeiro, Roberto Marinho è stato uno dei pochi imprenditori della comunicazione in grado di costruire un'organizzazione capace di battersi contro i colossi statunitensi. Nonostante la vastissima fama acquisita in tutto il Brasile ed anche all'estero, non si è però mai candidato ad alcuna carica pubblica, eccetto, appunto, quella di membro della Abl. Non sarebbe stata certo impresa impossibile per lui presentarsi alle elezioni e risultare eletto, magari ottenendo vastissimi consensi. 

Ma nella sua lunga vita il "giornalista" (con questo solo appellativo voleva farsi chiamare e così è stato definito sia dai notiziari, sia dai siti Internet della Globo) non cadde mai in questa tentazione. Ha detto bene Mario Sergio Conti, corrispondente da Parigi per il gruppo concorrente Rádio-TV Bandeirantes, in un ricordo scritto per la Folha de S.Paulo: «era uomo a cui non piaceva la politica, con le sue lotte partitiche e parlamentari. Ma i politici, quelli di fama, sì (…) e tra essi faceva le proprie scelte, convinto com'era che fosse addirittura un imperativo per gli organi di informazione appoggiare i politici».

Interlocutore di tutti i presidente del Brasile dal 1930 in poi, la vicenda professionale di Marinho resta strettamente intrecciata alla storia del paese in due fondamentali occasioni: all'inizio degli Anni '30, con l'avvento di Vargas e l'ascesa di Marinho alla direzione del Globo, e quindi alla metà degli Anni '60, con il colpo di stato militare e la quasi contemporanea creazione dell'emittente Rede Globo.

 

Gli esordi e il quotidiano O Globo

Roberto Marinho nacque a Rio, il 3 dicembre 1904, da Irineu Marinho e da Francisca Pisani Marinho (di origine italiana); iniziò presto l'attività di giornalista, seguendo le orme del padre che, nel 1925, fondò un quotidiano del pomeriggio: O Globo. La morte improvvisa di Ireneu (appena un mese dopo l'uscita del primo numero del giornale) fece cadere proprio sull'allora 21enne Roberto, la responsabilità di direttore. Consapevole però della propria inesperienza egli decise di continuare a lavorare come giornalista e di affidare la direzione a un esperto collega: Eurycles de Matos

Il Brasile si trovava allora nella fase costituzionale denominata "República velha",: il presidente in carica era Washington Luís, noto - fra l'altro - per la infelice frase: "La questione sociale spetta alla polizia". Ma stava giungendo al capolinea lo schema politico definito del "caffè con latte", formula che riassumeva l'alternanza al potere tra politici legati agli interessi dei produttori paulisti di caffè o a quelli degli allevatori di bestiame del Minas. 

Concepito per un paese rurale in cui, appunto, il potere era detenuto dall'asse São Paulo-Minas Gerais (con Rio de Janeiro e Rio Grande del Sud a fare da coprotagonisti) questo schema non reggeva all'emergere del ceto medio urbano. Le oligarchie al potere non erano, infatti, in grado di affrontare le aspirazioni delle nuove classi sociali. Gli effetti del crollo finanziario del 1929, con la conseguente ricaduta negativa per il crollo del prezzo del caffè e con un danno per le finanze brasiliane, private dei capitali internazionali, rendevano sempre più difficile la posizione di Washington Luís. A ciò si aggiungevano le crescenti proteste popolari. 

Avvicinandosi le elezioni, il presidente indicò come successore il governatore di São Paulo, Júlio Prestes, continuatore della linea economica da lui intrapresa, ma questa "investitura" non rispettava l'alternanza prevista dalla politica del "caffè e latte". Per le elezioni del 1930 la scelta doveva infatti cadere su un candidato mineiro. Allo scopo di evitare un'ulteriore affermazione elettorale degli oligarchi paulisti, i politici del Minas Gerais proposero allora un'alleanza a Getúlio Dornelles Vargas, governatore del Rio Grande del sud (ed ex-ministro di Washington Luís). Il gaucho accettò e, ricevuto subito l'appoggio del governatore paraibano João Pessoa, lo scelse come vice iniziando una campagna elettorale rivolta principalmente alle nuove classi medie urbane. 

Dalle urne, però, uscì vittorioso il binomio Júlio Prestes-Vital Soares, ma con un vantaggio di voti non elevato. Le contestazioni dei perdenti, che già parlavano di brogli, furono rafforzate a causa dell'assassinio di João Pessoa, attribuito ad ambienti governativi. Nell'ottobre del 1930 un colpo di stato costrinse Washington Luís alle dimissioni e il 3 novembre Getúlio Vargas fu proclamato presidente provvisorio. Il direttore Matos non schierò O Globo con nessuno dei candidati, Marinho però non ne era convinto perché vedeva nel politico del Rio Grande del Sud l'uomo giusto per il Brasile. 

Fu quindi conseguenza di questa convinzione l'appoggio che egli diede a Vargas quando, nel 1931, divenne direttore del quotidiano di famiglia. Nel 1944, quasi alla fine dell'era Vargas, fu inaugurata Radio Globo. Nella realtà brasiliana di allora vaste fasce di pubblico (come gli analfabeti e le donne) non erano raggiunte dai giornali. Marinho, forte della sua precedente esperienza di cronista, intuì che per potersi affermare nel mondo radiofonico occorreva quindi fornire agli ascoltatori un'informazione incentrata su cronaca nera e sport. Non a caso, infatti, la prima diretta della radio fu una partita di calcio per i soldati brasiliani impegnati sul fronte italiano nella seconda guerra mondiale. Ma il "modello culturale" di Marinho si completò con un nuovo genere radiofonico: la narrazione, a puntate, di contrastate storie d'amore. Insieme ai programmi infomativi e alle radiocronache di calcio, questa "telenovela" ante-litteram assicurò il successo alla neonata emittente.

 

Nascita e affermazione di Rede Globo

Roberto Marinho non era uomo da accontentarsi dei successi acquisiti; 
da attento osservatore della realtà brasiliana e internazionale (viaggiava spesso negli Stati uniti), si convinse che O Globo e Radio Globo non bastavano più: occorreva creare un'emittente televisiva. A quasi 60 anni si impegnò in questa sfida e si alleò con il gruppo Time-Life. La ricercatrice Helena Sousa, della portoghese Universidade do Minho, in una comunicazione presentata alla conferenza scientifica dell'International association for mass communication research (Glasgow, 1998) ha evidenziato che da questa alleanza nacque il 
successo di Globo Tv. Il gruppo brasiliano ricevette infatti non solo capitali, ma l'indispensabile know how che consentì a Marinho di creare una televisione commerciale di tipo nord-americano. In cambio gli statunitensi partecipavano agli utili e avevano propri rappresentanti nel management del gruppo. 

In realtà l'accordo, stipulato nel 1962, andava contro la legge brasiliana. Era infatti vietato l'ingresso di imprese straniere nell'ambito di un gruppo nazionale di comunicazione, ma la situazione politica del paese era piuttosto confusa e qui Marinho riuscì a trarre beneficio dalle relazioni con il potere. Alle elezioni del 1960 - era previsto il voto disgiunto per presidente e vice - vinse il demagogo Jânio Quadros (Udn), ma alla vice-presidenza prevalse il candidato dell'altra coppia in lizza, ovvero João Goulart (Ptb), ex-ministro del lavoro nei governi di Vargas. La situazione, già confusa, peggiorò a causa del fallimento del programma economico di Quadros, che - inoltre - assumeva iniziative del tutto personali (senza neppure consultare il partito che lo aveva portato alla presidenza). Nell'agosto del 1961 vi furono le clamorose dimissioni del presidente. Dato che Goulart era in viaggio all'estero, l'Udn e parte dei militari volevano approfittare di ciò per esautorarlo. Il golpe fu evitato tramite l'approvazione di un emendamento alla Costituzione, con cui si instaurava la repubblica parlamentare e si creava il ruolo di primo ministro.

Così Goulart divenne un "presidente dimezzato", ma nel gennaio 1963, con un referendum, ripristinò il presidenzialismo. Dopo un discorso in cui annunciava varie riforme, molte delle quali del tutto invise ai conservatori e ai militari, il presidente venne destituito da un colpo di stato il 1° aprile 1964. Il governo militare dell'epoca lasciò che l'accordo tra Globo e Time-Life restasse in vigore, intuendo che il regime potesse trarre vantaggio dall'appoggio di un gruppo televisivo che, ormai, si stava espandendo in tutto il Brasile. Infatti nei primi anni la programmazione della Globo era stata duplice: una per São Paulo e una per Rio. 

L'incendio e la distruzione di tutti gli studi paulisti obbligò, però, il gruppo a proseguire le trasmissioni solo da Rio, dando vita così a una vera e propria televisione nazionale. Ovviamente il "modello culturale" proposto fu quello già sperimentato con successo nella radiofonia, con l'esaltazione del genere della "telenovela" che prese a scandire le giornate di milioni di brasiliani, insieme all'appuntamento informativo del Jornal Nacional, nato il 1° settembre 1969. Quando l'accordo con Time-Life fu dichiarato illegale (1969) il dominio di Rede Globo era incontrastato e si configurava come l'emittente privilegiata dai militari, anche in termini di pubblicità. Resta famosa la frase del generale Medici, presidente dal 1969 al 1974: «Mi sento felice quando guardo il notiziario della Globo. Perché nel notiziario della Globo il mondo è un caos, mentre il Brasile è in pace».

 

L'elezione di Collor e le vicende degli anni '90

Il gruppo di Roberto Marinho giunse agli Anni '80 con la supremazia nel mondo televisivo brasiliano. Aveva in media metà dell'audience e il controllo del 74 percento del mercato pubblicitario, ma vantava anche una forte presenza editoriale; oltre al quotidiano O Globo, c'erano Diario di S.Paulo, Valor Economico, Extra e la rivista Epoca. A completare il quadro il gruppo era presente pure nella radiofonia, con Radio Globo, nel cinema (Globo Filmes) e nella industria discografica (Som Livre). Più tardi O Globo arriverà anche in internet. Il Brasile stava tornando alla democrazia e Rede Globo appoggiò sia il primo presidente civile, Tancredo Neves, che il successore José Sarney

Nel 1989 si tornò all'elezione diretta del presidente e qui Marinho divenne ulteriomente famoso all'estero, essendo indicato come l'uomo che orientò l'elettorato a favore dell'allora sconosciuto governatore di Alagoas, Fernando Collor. Forse l'appoggio dato da Rede Globo a Collor fu eccessivamente enfatizzato. E' comunque un fatto che il Jornal Nacional, riassumendo l'ultimo dibattito tra Collor e Inacio Lula da Silva, diede risalto solo alle fasi in cui il primo era stato più convincente. L'alagoano venne eletto, ma non concluse il mandato perché – dopo aver condotto il paese sull'orlo del baratro economico - fu costretto a dimettersi a causa di uno scandalo finanziario. Marinho dovette prendere le distanze dal dimissionario anche se fino agli ultimi anni di vita si disse convinto che il programma di Collor era migliore. Nel 1986 Rede Globo acquistò il 90 per cento di TeleMontecarlo, Marinho si lanciò in quella impresa con lo spirito di sempre, ma l'esito fu negativo: l'investimento iniziale non fu recuperato e nel 1994 la quota fu ceduta. 

L'errore fu probabilmente quello di voler trapiantare la Tv Globo in Europa, dimenticando il fatto che la televisione è un mezzo di comunicazione e intrattenimento a carattere locale e deve essere fatto per la gente del luogo. Giunto a 90 anni, Marinho iniziò a distaccarsi lentamente dalla Organizações Globo, dove coinvolse maggiormente i figli, Roberto Ireneu, João Roberto e José Roberto. Nel 1997 José Bonifácio de Oliveira Sobrinho, detto Boni - abilissimo e potentissimo manager del gruppo per quasi venti anni - fu affiancato nella vice-presidenza da due dei figli di Marinho. Si chiudeva un'epoca nella storia della televisione brasiliana. Parallelamente anche la frequentazione di Marinho con i politici era più rara. 

A riguardo è illuminante un episodio, accaduto proprio nel '97, che il già citato Mario Sergio Conti racconta nel suo articolo. In occasione del Carnevale di Rio, Roberto Marinho guardava – come ogni anno - la propria emittente. Diversamente da quanto succedeva fino a pochi anni prima, nella sua casa non vi erano politici ma solo la moglie e il giornalista. Impressionato per l'esibizione di nudità che proveniva dalla trasmissione, Marinho domandò alla moglie se davvero stavano vedendo Rede Globo. Ricevuta risposta affermativa, disse: «Allora telefono a Boni». Successivamente ritenne però preferibile rinviare al giorno dopo la telefonata. Finì che la telefonata non ci fu: «La Globo procedeva da sola, senza di lui» sottolinea Conti, con una punta di nostalgia.

 

Ha collaborato Eliane Oliveira.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




(em português)

 

 

Marinho, metáfora do velho Brasil

Morre, com quase 100 anos, o fundador da Rede Globo,
um dos homens mais ricos e potente na história do país

 

 

por Andrea Zeccato

 



   
"O jornalista Roberto Marinho foi um homem moderno, muito à frente do seu povo, do seu país, do seu tempo (…). A única eleição a qual se submeteu foi para a Academia Brasileira de Letras, em 1993. Foi eleito 
praticamente por unanimidade, com 34 votos, ocupando, assim, a cadeira de Otto Lara Resende". A frase do jornalista natalense, Murilo Mello Filho, parece a mais adequada para entender um fato importante da 
biografia de um dos homens mais poderosos e ricos da historia do Brasil. Roberto Marinho poderia vencer facilmente a eleição para um cargo públicom mas apesar disso nunca se candidatou. Mario Sergio Conti, correspondente Rede Bandeirantes em Paris, em um texo para a Folha de S.Paulo declarou: "Roberto Marinho não gostava de política. Gostava de políticos. De políticos famosos. Não tinha paciência para o jogo de partidos, bancadas, discussões sobre projetos de lei. Preferia ouvi-los a dar-lhes conselhos pra, depois, fazer as suas escolhas. Achava importante que os órgãos de imprensa apoiassem políticos". Tanto que a vida profissional de Marinho foi estreitamente ligada a do país em duas ocasiões fundamentais. A primeira foi no começo da década de 30 quando Vargas chegou ao poder e ele assumiu a direção do jornal O Globo. A segunda, na metade dos anos 60, quando aconteceu o golpe militar quase ao mesmo tempo em que foi criada a TV Globo.

 

A sua ascensão e o início de O Globo

Roberto Marinho nasceu no Rio de Janeiro dia 3 dezembro de 1904. É filho de Irineu Marinho e Francisca Pisani Marinho, de origem italiana. Começou cedo a vida de jornalista seguindo as trilhas do pai em O Globo, fundado em 1925. Quando Irineu morreu, um mês depois de publicada a primeira edição, Roberto resolveu tomar conta do jornal, apesar da pouca experiência. Contratou Eurycles de Matos como diretor e resolveu continuar trabalhando como jornalista. Na época o Brasil passava pela fase constitucional chamada "República velha". O presidente era Washington Luís, famoso pela infeliz frase: "A questão social é um caso de polícia”. O esquema político definido como "café com leite” estava chegando ao fim. O esquema tinha sido concebido para um país com vocação rural e o poder pertencia aos estados de São Paulo e Minas Gerais. O Rio de Janeiro e o Rio Grande do Sul desempenhavam um papel de co-protagonistas. Com a ascensão da classe média urbana o sistema não resistiu porque o governo não foi capaz de dar uma resposta às aspirações do povo. Foi, então, que em 1929, a ruína financeira e a crise no comércio do café geraram crescentes protestos populares e Washington Luís se viu em uma situação cada vez mais complicada e difícil. Com a proximidade das eleições, o presidente indicou como sucessor o governador paulista Júlio Prestes, contrariando as regras não escritas da política do "café com leite". O acordo previa um candidato mineiro para as eleições de 1930. Para evitar mais uma vitória eleitoral da oligarquia paulista, os políticos de Minas Gerais propuseram uma aliança com Getúlio Dornelles Vargas, governador do Rio Grande do Sul. Ele não só aceitou como escolheu como vice o governador paraibano, João Pessoa. A meta da campanha era conquistar os votos da nova classe média e operária dos grandes centros urbanos. O resultado não foi favorável. Embora com uma vitória apertada, venceu a chapa formada por Júlio Prestes e Vital Soares. Os derrotados contestaram o resultado do pleito e denunciaram fraude no processo eleitoral. O assassinato de João Pessoa agravou ainda mais a crise e em outubro do mesmo ano um golpe forçou Washington Luís a deixar a presidência. O dia 3 de novembro Getúlio Vargas foi proclamado presidente provisório. O diretor Matos não deu o apoio do O Globo a nenhum dos candidatos, mas Marinho não estava convencido. Ele via no político gaúcho o homem certo para o Brasil e decidiu apoiar Vargas quando, em 1931, tornou-se diretor jornal. Em 1944, quase no fim da época Vargas, nasceu a emissora Radio Globo. No Brasil daquele tempo, quando imensas faixas de público nem eram atingidas pelos jornais Marinho, com base na sua experiência, decidiu solidificar a emissora privilegiando as notícias policiais e o esporte. Mas o "padrão cultural" de Marinho inaugurou um  novo tipo de transmissão: a narração em capítulos de histórias de amor. Junto com os programas de informação e com as matérias sobre o futebol, a "rádio novela" assegurou sucesso a emissora.

 

Criação e afirmação da Rede Globo

Roberto Marinho não era homem de se satisfazer com os sucessos adquiridos. Observador cuidadoso da realidade brasileira e internacional, achou que O Globo e Radio Globo não eram suficiente: era preciso criar uma emissora de televisão. Quase nos 60 anos deu início a esse desafio estabelecendo uma aliança com o grupo Time-Life. A pesquisadora Helena Sousa, da portuguesa Universidade do Minho, em uma comunicação apresentada à conferência científica da International Association for Mass Communication Research (Glasgow, 1998) evidenciou que dessa aliança nasceu o sucesso da TV Globo. O grupo brasileiro não só recebeu verbas como também o imprescindível know how norte americano. Em troca, os americanos participaram dos lucros e tiveram seus próprios representantes na gerência do grupo. Na verdade o acordo, estipulado em 1962, contrariava a legislação brasileira. A lei proibia a presença de empresas estrangeiras nos grupos nacionais de comunicação mas como a situação política do país era bastante confusa Roberto Marinho conseguiu driblar a lei e mais uma vez o jornalista se beneficiou das relações com o poder. Na eleição de 1960, quando era possível votar no presidente de uma chapa e no vice de outra, a vitória foi do demagogo Quadros (UDN) e do vice João Goulart (PTB), ministro do trabalho nos governos de Vargas. A situação do Brasil piorou ainda mais com o fracasso do programa econômico de Quadros. Ele era acusado de não consultar o partido que o tinha eleito e em agosto de 1961 entregou o cargo. João Goulart estava no exterior, a UDN e parte dos militares aproveitaram da situação para tirá-lo do poder. O golpe foi evitado com a aprovação de uma emenda constitucional, com a qual o Brasil passava a ser parlamentarista. Assim foi criado o papel do chefe de governo, porém em janeiro de 1963 Goulart restaurou o presidencialismo. Depois de um discurso para anunciar várias reformas, muitas delas odiadas por conservadores e militares, o presidente foi destituído por um golpe no dia 1° de abril de 1964. O governo militar da época admitiu o acordo entre a Globo e o Time-Life, na intenção de tirar vantagem do apoio de um grupo de televisão que crescia em todo o país. De fato nos primeiros anos a programação tinha sido diferenciada: uma para São Paulo e uma para o Rio. Um incêndio e a destruição de todos os estúdios em S. Paulo obrigou o grupo a continuar transmitindo somente dos estúdios do Rio. Nasceu, assim, uma verdadeira emissora nacional. É óbvio que o "padrão cultural" continuava sendo o que já tinha dado certo no rádio. Quando a parceria com Time-Life foi declarada ilegal, em 1969, a Rede Globo não tinha concorrentes no Brasil e ganhava a preferência dos militares, também em faturamento com publicidade. Ficou famosa a frase do, então, presidente Médici (1969-1974): “Sinto-me feliz todas as noites quando assisto o noticiário. Porque no noticiário da TV Globo o mundo está um caos, mas o Brasil está em paz..."

 

A eleição de Collor e os Anos '90

O grupo de Roberto Marinho chegou aos anos 80 com a supremacia na televisão brasileira. Tinha metade da audiência e o controle de 74% do mercado da publicidade mas possuía também uma forte presença editorial. 
Além do O Globo era dono do Diario di S. Paulo, Valor Economico, Extra e a revista Época, da Radio Globo, Globo Filmes e no setor dos discos, a Som Livre. Um tempo depois entrou também para o mercado da internet.
Quando o Brasil voltou à democracia a Rede Globo apoiou o primeiro presidente civil, Tancredo Neves e o sucessor, Sarney. Em 1989 o país votou para presidente e foi, então, que Marinho ficou ainda mais famoso 
no exterior, sendo indicado como o homem que orientou o eleitorado a favor do desconhecido governador do Alagoas, Fernando Collor. Talvez o apoio da Rede Globo à Collor tenha sido enfatizado, porém o Jornal Nacional, reeditando o último debate entre Collor e Lula, só sublinhou os momentos melhores de Collor. O alagoano ganhou, mas não concluiu o mandato. Deixou o cargo por causa de um escândalo financeiro. Marinho teve que se afastar do ex-presidente mesmo se até os últimos anos da sua vida ele acreditasse que o programa de Collor era melhor. Em 1986 a Rede Globo adquiriu 90% da TeleMontecarlo; Marinho administrou a empresa com o espírito de sempre, mas o resultado foi negativo. O investimento não foi recuperado e em 1994 a Rede Globo deixou a TeleMontecarlo. Os filhos de Marinho chegaram admitir que talvez o erro tenha sido tentar fazer uma Rede Globo europeia, esquecendo-se que a televisão é um meio de comunicação e entretenimento com caráter local. Chegando aos 90 anos, Marinho começou paulatinamente a separar-se das Organizações Globo. Os filhos Roberto Ireneu, João Roberto e José Roberto assumiram a empresa. Em 1997 dois dos filhos de Marinho foram colocados na vice-presidência ao lado José Bonifácio de Oliveira Sobrinho, o Boni, mais hábil e poderoso executivo do grupo em quase vinte anos. Terminava uma época na história da televisão brasileira. Ao mesmo tempo em que os filhos assumiam o comando dos negócios, Marinho tinha menos contato com os políticos. Tem um episódio, acontecido em 1997, contado por Mario Sergio Conti. Durante o carnaval do Rio, Roberto Marinho, como sempre, estava assistindo a Globo. Ao contrario do que acontecia até bem poucos anos antes, em sua casa não havia nenhum político. Somente ele e a mulher. Impressionado com a nudez que via na tela, perguntou à mulher se eles estavam assistindo a uma transmissão da Rede Globo. Quando a mulher respondeu que sim ele disse: "Então vou ligar para o Boni". Depois achou melhor ligar no dia seguinte. Acabou não ligando: "A Globo andava sozinha, sem ele" sublinha Conti, com um pouco de saudade.