LA TRIBUNA DI BAIXINHO

A San Paolo da Mestre Brasilia

 

di Luiz Martins de Oliveira  

 

    Questa edizione della “Tribuna” esce necessariamente in formato ridotto dato che sono letteralmente appena rientrato dal mio viaggio in Brasile. Quest’anno ho voluto fare un esperimento, di cui vorrei raccontarvi oggi, coi miei allievi italiani. Ho organizzato, nel mese di agosto, uno stage di capoeira (e non solo) della durata di sette giorni a San Paolo, con il mio Mestre Brasilia. Non era la prima volta che portavo i ragazzi italiani in Brasile (già nel '91, '94, '97 e 2000 eravamo stati ospiti di Mestre Brasilia a San Paolo), ma in questa occasione eravamo più di cinquanta, ed è stata una esperienza molto particolare sotto diversi profili. 

 

In primo luogo, ho cercato di dare agli studenti italiani una visione più ampia della cultura e delle tradizioni brasiliane, e allo studio della capoeira abbiamo affiancato l’allestimento di spettacoli di altre espressioni artistiche tradizionali: dal makulele (danza coi bastoni tipica del Nordeste) al samba, puxada de rede e frevo, senza ovviamente trascurare l’aspetto musicale con classi di berimbau e pandeiro. Mestre Brasilia ha una lunga esperienza di insegnamento, e nell’allestimento di spettacoli e le sue lezioni sono state davvero interessanti. Alcuni, forse, avrebbero preferito sette giorni di capoeira con lezioni tradizionali, ma la mia intenzione era quella di avvicinare i miei studenti ad altre manifestazioni della cultura brasiliana, che in Italia rimangono ancora semi-sconosciute. Credo che per molti di loro sia stata un’esperienza di grande valore formativo. 

Anche sotto il profilo dello studio della capoeira l’incontro e lo scambio coi ragazzi di San Paolo è stato di ottimo livello e, sia gli italiani che i brasiliani, hanno avuto modo di vedere nuovi stili ed approcci diversi a questa disciplina meravigliosa. Ancora una volta mi ha sorpreso positivamente osservare come la passione comune per la capoeira riesca a mettere immediatamente in contatto persone che provengono da culture e realtà sociali così lontane come quella italiana e brasiliana. 

In questi anni in cui assistiamo allo sviluppo autonomo della capoeira in quasi tutti i paesi del mondo, credo che i giovani abbiano trovato un mezzo di comunicazione nuovo per conoscersi al di fuori del proprio paese, un interesse condiviso che stimola la nascita di amicizie e di momenti di incontro. Dal Brasile siamo ripartiti avendo creato e rafforzato legami importanti. Questo forse era il vero esperimento che mi ero riproposto: utilizzare la capoeira ed altri aspetti della cultura brasiliana come veicolo per avvicinare i miei studenti italiani alla realtà quotidiana del Brasile. I risultati che ho visto mi hanno lasciato davvero molto soddisfatto.