LETTERE

Nessuna alternativa a Magalhaes

 

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Caro Andrea Zeccato,

ho letto il suo articolo pubblicato sul numero scorso nel quale lei scrive:

«Jorge Amado morì, nell'agosto 2001, chi, anche in Italia, ebbe a leggere i più completi resoconti biografici sul creatore di "Dona Flor", non poté fare a meno di imbattersi nel nome del politico Antonio Carlos Magalhães. Infatti il grande romanziere baiano, che era stato per oltre venti anni militante del Partido comunista, nell'ultima parte della sua vita non aveva lesinato apprezzamenti – come si può leggere in "Navegação de cabotagem" – a colui che, senza dubbio, è stato il dominatore della vita politica baiana dagli Anni '50, ovvero ACM (come viene sinteticamente chiamato secondo l'uso della stampa brasiliana). Negli ultimi mesi in Brasile si è tornato a parlare molto di ACM, a neppure due anni di distanza da un episodio che ne aveva fortemente pregiudicato l'immagine (ovvero il cosiddetto scandalo della votazione elettronica), perché questa volta è accusato di essere mandante di intercettazioni telefoniche a danno dei suoi avversari politici».

Ai giorni d'oggi fa scalpore che un uomo stanco di soprusi spari a due delinquenti, mentre il fatto che dei delinquenti sparino a dei commercianti non fa più notizia. Io ho conosciuto personalmente il signor ACM, conosco la sua storia, molti suoi episodi personali-familiari, tanti suoi "peccati". Nel 2001, quando ACM era presidente del Senato, fu accusato di aver "interagito" con le votazioni ... alla fine scoprirono che tra la sede degli scrutini elettronici e casa sua a Brasilia c'era un collegamento che lo teneva informato in tempo reale sull'andamento delle elezioni. ACM é il dominatore della vita politica baiana e sin dalle prime elezioni "libere" tutti i governatori dello stato di Bahia sono suoi uomini. In tutto lo stato di Bahia non c'é un avversario politico valido: l'unico é un signore che negli Anni '70 scorrazzava in auto fra le vie del Pelourinho sparando a ragazzini e puttane... pertanto anche se fosse il "mandante di intercettazioni telefoniche" in realtà sarebbe un eroe nazionale. ACM negli Anni '90 fece un errore: trascurò lo stato di Bahia per dedicarsi alla politica di Brasilia ... l'economia locale crollò, l'industria petrolchimica fu costretta a tornare al sud (in Brasile, come oggi in Italia, il Pil del sud é superiore a quello del nord) ed il popolo Baiano conobbe anni bui. Alla fine degli Anni '90 ACM tornò a dedicarsi al suo stato che oggi ospita:
- la più grande fabbrica mondiale di autovetture
- Xerox
- Bosch
- Parmalat
e altre aziende leader nei propri settori. 
La città di Salvador é una delle più ricche del Brasile, aeroporto internazionale, almeno cinque shopping center con standard europei, il miglior carnevale del mondo (dal 2002 ha superato per quantità di affari e visite turistiche quello ben noto di Rio), é culla della musica e dell'arte afro - brasiliana, sede dell'Accademia navale. Altissima é la sensibilità per la tutela dell'ambiente, la residenza del governatore é circondata dall'unico giardino zoologico a ingresso gratuito nel mondo, a soli 60 chilometri dal centro di Salvador c'é il più importante parco ambientale per la tutela e la riproduzione delle tartarughe marine. Nell'entroterra é stato costruito un mega-desalinizzatore di acqua marina, con l'acqua dolce si sono creati vigneti prestigiosi che offrono due raccolti l'anno, e con i "residui" si allevano i gamberi più saporiti ed economici del mondo. Ad ACM hanno dedicato una delle arterie stradali più importanti di Salvador, a suo figlio l'aeroporto e la vita di tutta la nazione dipende fortemente dai suoi "peccati". Nella giungla vige la legge del più forte, in Brasile quella degli ACM. Dove non ci sono gli ACM regnano le holding Usa... dalla padella alla brace.

Saluti,

M.Corrado (mmcor@libero.it)

Risponde Andrea Zeccato

 

Gentile lettore,

innanzitutto la ringrazio per l'attenzione che ha riservato al mio articolo su ACM. Non intendo in alcun modo contestare le sue opinioni sul personaggio, che – come dice – ha conosciuto di persona (e sul quale, però, lei stesso aggiunge particolari poco edificanti). Non mi pronuncio neppure sui giudizi – ingenerosi – che riserva agli avversari baiani di ACM. Richiamo la sua attenzione, però, sul fatto che a Salvador non ci sono solo gli aspetti positivi menzionati nel suo e-mail, peraltro da me non sottaciuti nell'articolo e ovviamente ben noti a chiunque si rechi nella città nordestina. Ma da questi aspetti non sono derivati esiti positivi per la popolazione più povera della città e dello stato. Quindi vi sono tuttora molte cose che non vanno (e che ai turisti non sono note, né vengono mostrate). Cito ad esempio solo questi dati: il 33% circa della popolazione di Salvador vive in favelas; Bahia è all'incirca al 20º posto nella classifica della qualità della vita in Brasile; la regione metropolitana di Salvador ha il maggior indice di disoccupazione tra le grandi capitali brasiliane. E anche il recente "Atlas da Exclusão Social no Brasil" colloca Bahia in una posizione non certo lusinghiera per chi l'ha governata in tutti questi anni. Infine mi limito solo a osservare che, per la visione del mondo che ho io (e – mi auguro – molti lettori di "Musibrasil"), non esistono solo "padelle" e "braci". E che quelle che lei chiama "holding" - classificandole tra le "braci" - sono state fatte entrare in Brasile anche da politici come ACM, fatto che d'altra parte lei stesso ammette quando stila l'elenco dei meriti del senatore del Pfl.

Cordialmente,

Andrea Zeccato

 

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