Calcio, stagione finita: pagelle per tutti 

Tutti promossi i calciatori brasiliani in Europa, ad eccezione
di Rivaldo e Ronaldinho.  Aldair ha invece lasciato il calcio

 

di Marina Beccuti

 

 


   
Il campionato italiano è finito, e a un anno dalla vittoria del Brasile ai Mondiali è possibile stilare un bilancio di questa stagione che ha vissuto la sua apoteosi nella super finale di Champions League, tra Milan e Juventus, finita con la vittoria dei rossoneri ai calci di rigore. Finale in cui si è esaltato Dida che ha neutralizzato i tiri di alcuni campioni juventini, tra i quali Trezeguet. Ronaldo ha avuto ragione a scegliere Madrid, dove ha ritrovato la via del gol e delle prodezze. Qualcuno si è divertito a stuzzicarlo, a raccontare di litigi con compagni e allenatore. Litigi che probabilmente sono anche avvenuti. Ma un campione vero non ha bisogno del supporto dell’amicizia per dimostrare la sua forza. Un esempio su tutti: i tre gol segnati da Ronie al mitico Old Trafford di Manchester. Fenomeno è tornato tale, ha avuto ragione: fuori dall’Italia è rinato, non tornerà, non deve dimostrare nulla a nessuno se non il potersi esprimere in campo liberamente. Situazione inversa per Rivaldo, che con il Milan ha sofferto il cambio di paese e anche il divorzio dalla moglie Rose, che gli ha dato due figli. La signora Rivaldo se n’è tornata in Brasile lasciando il celebre marito a vagolare nella nebbia padana. Rivaldo è risultato spesso un ectoplasma in campo, mal impiegato da un allenatore, Ancelotti, obbligato a schierare una squadra a volte con tre fantasisti che non sempre hanno reso al meglio. Una sciagura. Fortuna che il Milan s’è riscattato nel finale di stagione centrando, oltre alla Champions League, anche la Coppa Italia. 

Un gradito ritorno è stato invece quello di Leonardo, che è rientrato al Milan come giocatore, poi ha deciso di appendere le scarpette al chiodo e di accettare il ruolo di dirigente e ora segue il mercato rossonero, soprattutto in proiezione brasiliana. Potrebbe essere addirittura nominato vicepresidente a fine stagione. Bene ha fatto Dida, sempre al Milan, diventato portiere titolare, dopo le perplessità iniziali.  

La Roma dei tanti brasiliani ha avuto una stagione travagliata da infortuni e polemiche, Ottimo però è stato il supporto di di Emerson, anche se non seguito da grandi risultati da parte dei capitolini. Lui ha saputo riprendersi meglio dalla separazione della moglie (queste mogli!), tacco e tunnel hanno estasiato i giallorossi, che in lui hanno trovato un altro leader, insieme a Totti. Per tenerselo, Sensi dovrà però allestire una squadra competitiva, altrimenti addio al suo miglior regista. Invece ha già perso Cafù, che sta per accasarsi al Milano, mentre Aldair con un lussuoso ricevimento tenutosi presso l'Ambasciata del Brasile nella capitale ha dato l'addio definitivo al calcio. 

Due brasiliani sono stati gli artefici della formidabile promozione del Siena in serie A, per la prima volta nella sua storia: si tratta di Pinga e Taddei, fantasia e genio per deliziare il raffinato palato senese che ha scoperto il calcio da poco. Pinga rientrerà al Toro, che detiene il suo cartellino, mentre Taddei rimarrà ancora in bianconero, ma è già sorvegliato da squadre di alto livello.

Dando uno sguardo al calcio straniero chi è sempre al top è Roberto Carlos, gigante anche se piccolino di statura: imposta, difende e attacca, da vero furetto a tutto campo, un esempio di caparbietà e classe. Tra i tanti campioni del Real lui brilla ovunque. Qualche problema l’ha invece avuto Ronaldinho, un altro esteta del pallone incappato in problemi societari del Psg, in Francia. Numerosi club sono in fila per accaparrarselo, anche se nessuno sembra in vena di follie per lui perché ha il vizio di tenere troppo la palla, ma è uno spettacolo da vedere. 

Il pezzo più pregiato vive ancora in Brasile, si tratta di Kakà, ambìto da molti club, tra cui il Milan. Per lui s’è mosso addirittura il presidente Lula, che non vorrebbe che tutti i migliori talenti lasciassero il paese. Lula autarchico? Come dargli torto, il Brasile è il paese del calcio. Inoltre è giusto che i talenti tornino a far splendere vecchi club caduti nella crisi che attanaglia il calcio mondiale, squadre come il Flamengo e il Palmeiras che meritano di tornare a essere grandi, anche a livello internazionale, degne dei cinque titoli vinti dalla Seleção.