Cafetinhas e cafetinagem in Versilia

La prostituzione dei transessuali brasiliani sfruttata
da altri trans che chiedono tangenti di 14mila euro
 

 

di Francesco Giappichini

 

    In Versilia la prostituzione dei transessuali brasiliani è gestita e sfruttata dalle cafetinhas, altri trans per lo più anch'essi brasiliani. Questi ultimi intascano tangenti di 14mila euro per ogni connazionale che si incaricano di far giungere nel nostro paese e al quale offrono temporanea assistenza. Assistenza obbligatoria, stretta vigilanza virata in una sorta di schiavitù che termina soltanto con la restituzione del debito, perché nella maggior parte dei casi chi arriva dal Brasile non ha il denaro sufficiente per pagarsi il cafetinagem. La stampa locale toscana riporta con frequenza episodi grotteschi e boccacceschi che hanno come protagonisti i transessuali brasiliani ostaggi di altri trans che si prostituiscono lungo le vie della Versilia. Spesso la cronaca sconfina nel colore, come è avvenuto in occasione di una retata svolta dalla polizia di Pisa e conclusasi con la fuga generale dei fermati che seminudi si aggiravano per le vie del centro. A detta della stessa questura, la quasi totalità dei protagonisti del fenomeno, a differenza di quanto avviene in altre zone italiane, è di nazionalità brasiliana. Al punto che c'è chi si è affrettato a classificare la Versilia by night come una ulteriore stella della bandiera verde-oro, nuovo stato federato brasiliano in terra italiana all'insegna del piacere trasgressivo.

E in effetti percorrendo l'Aurelia in direzione Nord, è possibile scorgere i primi travestiti solo dopo aver oltrepassato Livorno, in particolare all'altezza del parco naturale di San Rossore, in prossimità della base militare americana di Camp Darby e qualche chilometro prima di Pisa. Ma si tratta per lo più di gruppetti isolati. Il vero fenomeno, dai contorni surreali, ha infatti inizio solo una quindicina di chilometri dopo l'abitato pisano, in località Migliarino, all'altezza del casello autostradale sulla Genova-Rosignano.

Qui improvvisamente il paesaggio si colora di presenze variopinte tra cui appaiono rappresentate tutte le sfumature razziali brasiliane oltre che quelle sessuali, in un interminabile carosello di auto di clienti, certi o potenziali, che raggiungono file chilometriche. Ma entrare in contatto con esse risulta alquanto complicato per via della situazione, anche perché alcune si mostrano particolarmente aggressive. All'auto del cronista, infatti, si avvicinano tre trans dall'aria artificialmente spiritata. Il più intraprendente si è seduto sul sedile anteriore, quello del passeggero, e pretende 25 euro per la prestazione.

Dopo una concitata trattativa il cronista accetta di pagare 10 euro in cambio di informazioni, ma il trans si allontana portando con sé il telecomando. Nuova trattativa, durante la quale il cronista viene minacciato con una mazza ferrata da una delle tre persone. In un'atmosfera tesissima avviene il nuovo pagamento: altri 10 euro in cambio del telecomando, che viene scambiato con il denaro sul tetto dell'auto. L'intervista vera e propria inizia solo più tardi, in un luogo più appartato e con un'altra persona più disponibile al dialogo.

 

Presentati come vuoi.

«Sono brasiliana, mi chiamo Fabiana, ho 20 anni. Veramente il mio vero nome lo do solo alle persone speciali; per i clienti sono Paloma o Morgana».

Da quale città vieni?

«Sono di Brasilia».

Veniamo al tuo lavoro: si guadagna bene?

«Ci sono aspetti positivi e negativi. Per quelli negativi una sola parola: i marocchini. Io con loro non ci vado mai, ma ce ne sono altre che non fanno distinzioni. Con i marocchini non si sa mai cosa può succedere, molto meglio evitarli. Poi è vero che si guadagna bene, ma ci sono anche delle giornate nere. Il nostro obiettivo sarebbe di fare 200 euro a notte, ma spesso è impossibile».

Tornando agli aspetti negativi, quando salite con un cliente sconosciuto avete paura?

«Certo, è per questo che molte di noi sono armate. C'è chi ha una mazza ferrata, chi una bomboletta a gas, addirittura chi si porta la pistola».

Avete più paura delle rapine o di altro?

«Temiamo le rapine, ma dobbiamo anche pretendere quanto ci spetta; molti uomini in realtà ci vogliono umiliare, non pagando nulla, o meno di quanto concordato. E spesso quelli che lo fanno hanno un'auto di lusso, si vede che sono ricchi. Se uno vuol pagare di più bene, ma mai meno».

Però anche voi siete un poco pericolose, armate fino ai denti...

«E' vero: ti assicuro che ci sono molti uomini che non vengono più spesso per paura. Se non ci fosse questo timore lavoreremmo molto di più. La situazione però in Brasile è peggiore: lì i ricatti sono veramente all'ordine del giorno. Se una trans va con un uomo sposato e sa dove abita, povero lui! Chiede del denaro e se lui non paga lei andrà a casa sua a dar scandalo. Sai come sono queste cose, se si sa che un padre di famiglia va con i trans...»

Ti prostituivi anche in Brasile?

«L'ho fatto per un anno intero, poi ho preferito venire in Italia. Certamente preferirei lavorare in Brasile se si potesse guadagnare quanto qui. In Italia la tariffa per il programa basico è di 25 euro. In Brasile è molto più bassa».

I tuoi progetti per il futuro?

«Il mio obiettivo è di comprarmi casa a Brasilia, per poter ricevere clienti senza problemi. Più tardi vorrei mettere su qualcosa, una piccola impresa, ad esempio un salone di bellezza. Poi a dirla tutta mi piacerebbe molto fare la parrucchiera...».

Parlami dei tuoi rapporti con la tua famiglia, con i tuoi genitori. Eravate molto poveri?

«Mio padre non sa che mi prostituisco, mia madre invece sa tutto. Comunque non eravamo particolarmente poveri; è vero che lavorava solo mio padre e che non guadagnava molto, ma non ci ha mai fatto mancare nulla».

Sei venuta in Italia con visto turistico, non è così? E quanto tornerai in Brasile?

«Ti dirò qualcosa che fino ad ora non ho mai detto a nessuno. Sono arrivata qui ai primi di febbraio con visto turistico di 90 giorni. Ma da poco è scaduto e adesso sono clandestina. Comunque voglio rimanere in Italia fino alla fine dell'anno».

Chi ti ha organizzato il viaggio, avevi tu i soldi per l'aereo?

«A tutto questo pensano le cafetinhas».

E chi sono le cafetinhas?

«Sono altre trans che ti organizzano tutto e poi tu devi pagare loro il cafetinagem. Quando sono venuta io era di 10mila euro, ora è aumentato a 14mila. Per quanto mi riguarda ne ho già rimborsati 6mila. E' chiaro che coi primi guadagni dobbiamo pagare il cafetinagem, poi però siamo completamente libere. Su questo aspetto però non possiamo dire nulla alla polizia perché questa pratica è proibita...».

Quindi queste cafetinhas saranno ricche...

«Certo, spesso hanno l'auto, inoltre loro sono quasi sempre "operate", hanno la buceta. Poi sono tutte plastificate, le riconosci subito».

Dove abiti adesso? E spendi molto per l'affitto e per spostarti?

«Per l'affitto spendo 500 euro al mese: siamo quattro trans in un appartamento di Viareggio. Per spostarmi non ho problemi, perché ho un tassista di fiducia molto economico».

Pensi di trovarti un fidanzato in Italia? Sei molto bella, non avresti difficoltà.

«Certo che mi piacciono gli uomini, vuoi scherzare? Anche se condivido la mia camera con Claudia, da sola ho paura... A parte gli scherzi debbo dirti che gli italiani mi sembrano troppo viziosi: vogliono solo sesso, sesso sesso... e poi le mie amiche mi hanno sconsigliato un rapporto vero, perché potrebbe essere molto pericoloso. In realtà però c'è un cliente che mi attrae molto; anche se non so, a dirla tutta, se mi attrae più lui o il suo lavoro. Scusami, ma di questo non posso dirti altro».

Leggerai la tua intervista? Sarà pubblicata su Internet.

«Guarda, sinceramente io di informatica non capisco proprio niente».