Varig e Tam unite per non morire

Accordo  di  fusione  tra  le  due  maggiori  compagnie  aeree  brasiliane
L'azienda di P.Alegre sull'orlo del fallimento. I risvolti italiani della crisi 

 

di Raoni Guerra

     Varig e Tam, le due più grandi compagnie aeree del Brasile, hanno firmato il 6 febbraio scorso un accordo per la creazione di una nuova azienda che potrebbe dare luogo alla fusione tra i due giganti. Obiettivo della fusione è quello di riuscirea contenere le spese e uscire dalla profonda crisi nella quale versa l'intero settore. Da alcuni mesi la Varig è sull'orlo del fallimento. La maggiore compagnia aerea dell'America del Sud e una delle prime nel mondo affronta la peggior crisi della sua storia. Fondata nel 1927, Varig rappresenta un marchio nella storia dell'aviazione commerciale del Brasile oltre a essere uno dei simboli del pionierismo brasiliano, che ha avuto inizio con Santos Dummond, considerato da alcuni storici il vero inventore dell'aereo.

La crisi è talmente grave che l'azienda non ha più credito sulla piazza pur possedendo uno dei marchi più conosciuti del Brasile, ed è sotto scacco da parte dei propri fornitori che vogliono essere liquidati prima di erogare i servizi. L'Infraero, l'azienda statale che controlla gli aeroporti brasiliani), richiede tutti i giorni un deposito di 1,5 milioni di reais per il pagamento di tasse aeroportuali minacciando di vietare il decollo dei suoi aerei. Nel febbraio scorso a causa dell'insolvenza di un leasing, un Boeing della Varig è stato bloccato a Parigi per una settimana. E la BR, fornitore di combustibili della Petrobras (l'azienda petrolifera statale), approvvigiona gli aeromobili Varig solo previo pagamento immediato.

Il profondo malessere della Varig si protrae da tempo: negli ultimi dodici anni, l'azienda con sede a Porto Alegre è andata in pareggio soltanto in due esercizi. Oggi, se fossero liquidati tutti i suoi beni per pagare i debiti, resterebbero ancora 1,5 miliardi di reais insoluti. Il scenario è talmente cupo che se la Varig fosse un'azienda ordinaria sarebbe certamente fallita. In Brasile tuttavia esiste una legislazione speciale per il settore aeronautico. Una sorta di protezione del tutto anacronistica che rende possibile e incentiva l'esistenza di queste enormi aziende "morte-vive" sul punti di crollare in qualsiasi momento.

 

I riflessi italiani

Il 21 febbraio 2002 la sede italiana dell'azienda ha soppresso le tratte da Roma al Brasile trasferendole a Milano e licenziato 45 dipendenti che lavoravano a Fiumicino. E a un anno dalla ristrutturazione la situazione è tutt'altro che migliorata, tanto che anche i dipendenti milanesi sentono in pericolo il proprio posto di lavoro. "Da un centinaio che eravamo fino all'anno scorso - commenta un funzionario dalla sopravvissuta sede di Milano della Varig che chiede di rimanere anonimo - siamo scesi a sole 14 unità. In compenso dobbiamo occuparci di tutto, anche delle pulizie, perché ci hanno tagliato persino questa voce di spesa".

Singolare il fatto che negli ultimi tempi la compagnia abbia visto crescere in Italia il numero di passeggeri, anche dopo l'11 settembre. "Della grave crisi che stiamo attraversando nessun giornale italiano finora ha parlato - continua il funzionario -, probabilmente perché all'esterno non vi è alcuna percezione del nostro disagio. Per l'utenza tutto funziona regolarmente, dato che i voli dall'Italia sono in aumento. Ma noi siamo molto pessimisti sul nostro futuro e a chi ci chiede se nutriamo fiducia nel nuovo governo rispondiamo di non credere ormai più a niente".

 

Un intero settore in crisi

L'azienda Riograndese non rappresenta certo il primo caso. Poco più di un anno fa la Transbrasil, che vantava il 10 per cento dello share brasiliano, ha smesso di volare, lasciando un debito di 910 milioni di reais e 100mila passeggeri a terra. Il governo non è intervenuto per la Transbrasil, e probabilmente non lo farà neppure per la Varig, perché teme che dopo la liquidazione debba provvedere al rimborso degli azionisti, come nel caso della Panair fallita durante gli Anni '60. Nel 2001 le aziende del settore aeronautico hanno perso 311,8 milioni di reais, e soltanto nel secondo semestre del 2002 le perdite ammontavano già a 334 milioni. La profittabilità del settore è in negativo per il 13,3 per cento.

 

Gestione dirottata

Nel caso della Varig sono due i fattori che concorrono a questo risultato. Il primo è la gestione disastrosa dell'azienda. Uno studio fatto dall'Istituto brasiliano di Economia Applicata (Ipea) in concorso con il ministero della Pianificazione dimostra quale sia il controsenso per un'associazione di dipendenti amministrare un'azienda come la Varig. L'esempio più lampante è stato il pagamento di un bonus di 30 milioni di reais ai dipendenti come partecipazione al profitto dell'azienda, erogato nel 2000, anno in cui il gruppo ha perso 180 milioni. Il bonus era dovuto perché basato sul risultato prima che sugli interessi,  aumentati da 34 milioni a 228 milioni di reais in un anno, ma sotto il profilo economico è stata una mossa disastrosa. Negli ultimi mesi almeno due equipe d'amministrazione, indicate dai creditori con l'obiettivo di ristrutturare l'azienda, sono state dimesse dal consiglio controllato dalla fondazione dei dipendenti, perché ancora una volta si era segnalato un conflitto d'interessi.

Il secondo fattore è strutturale. Aziende bene amministrate come Tam e Gol sono in perdita, ma sono state obbligate a rivedere i propri obiettivi. Nel 2002 i prezzi dei biglietti sono saliti del 45,9 per cento, i costi del combustibile del 134,7 per cento (per via della svalutazione della moneta e l'alto costo del petrolio) e quelli di leasing degli aerei del 57,8 per cento. Il governo ha anche una sua parte di colpa. Le tasse di utilizzo dell'infrastruttura (gestita dalla statale Infraero) sono del 65 per cento superiori a quelle statunitensi e del 35 per cento a quelle Europee. Mentre l'Infraero è una delle aziende più redditizie dello stato, il settore affonda nei debiti. Inoltre il carico tributario, aumentato negli ultimi anni della gestione Cardoso, è due volte più grande di quello che incide sulle aziende nordamericane (le quali, tra l'altro, stanno vivendo anch'esse un periodo spinoso). Per questo il presidente della Varig, Ozires Silva, è veloce nel puntare il dito contro il presunto colpevole della crisi del settore in Brasile: "Siamo isole circondate dal governo". Tra i "miracoli" che il dicastero economico del neopresidente Lula è chiamato a fare, c'è anche questo.

 

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