L'ITALIA IN BRASILE

A San Paolo un'oasi di Italia che non c'è più

Cortesia e opulenza al Circolo italiano, simbolo e orgoglio della
comunità locale. Incontro con il presidente Giuseppe Cappellano

 

 

di Ana Paula Torres

"L'Italia in Brasile" è una rubrica aperta al contributo di tutti gli italiani che vivono o hanno vissuto in Brasile. Inviateci commenti, suggerimenti, segnalazioni, notizie al seguente indirizzo: italia-in-brasile@musibrasil.net

 

(em portugues)

 

Nel cuore della città di San Paolo, all´angolo tra “Avenida São Luiz” e “Avenida Ipiranga” sorge il famoso Edificio Italia. Il grattacielo non solo è il più alto tra i tanti che la città vanta, ma è anche simbolo e orgoglio della comunità italiana locale, oltre a essere meta di numerosi turisti che possono ammirare dalla terrazza posta all’ultimo piano un suggestivo panorama sulla avveniristica metropoli sudamericana. I primi due livelli di questo enorme palazzo dall’inconfondibile architettura ospita l'immenso e lussuoso Circolo Italiano. Una presenza sproporzionata? Non proprio, considerato che la comunità italiana rappresenta una delle più numerose all'estero (non se ne conosce esattamente la grandezza poiché i dati riferiscono di 300 mila passaporti italiani rilasciati dal Consolato, ma è necessario tenere conto anche della presenza di tanti oriundi che non hanno ancora ottenuto la cittadinanza italiana), tanto che si usa dire che San Paolo è la più grande città italiana al di fuori dei nostri confini. In un piovoso pomeriggio di fine gennaio abbiamo l’opportunità di intervistare Giuseppe Cappellano, presidente del Circolo, e di documentarci sulla storia del più grande simbolo di italianità presente in città e forse in tutto il Brasile. 

Nel suo grande ufficio Cappellano, che è ingegnere, mi parla di questa istituzione, fondata nel 1911 in un momento in cui lo spirito di italianità era molto sentito. «L´italiano emigrante – osserva - sentiva la necessità di riunirsi, di creare, di prosperare, di dare qualcosa a questo paese meraviglioso. È impressionante apprendere dagli annali del Circolo del 1915 che noi conserviamo come lo spirito di italianità di questi italiani emigranti fosse presente nello statuto secondo cui tutti i soci avrebbero dovuto recarsi in Italia per difendere il loro paese ai tempi della Prima Grande Guerra. E che sarebbero stati esclusi dal Circolo se non avessero compiuto il loro dovere di cittadini italiani residenti all´estero. Un dovere ma anche un atto di amore nei confronti dell’Italia che avevano abbandonato. È impressionante – prosegue Cappellano - leggere negli annali del 1918 i nomi di molti di questi ragazzi che avevano partecipato alla prima guerra e scorgere accanto ai loro nomi la scritta “deceduto”. Avevano dato il sangue per la loro Patria e fra questi era anche il figlio del presidente del Circolo Italiano dell’epoca».

Nel corso della sua lunga storia, il circolo ha occupato diverse sedi. La prima in “Rua Boa Vista, 85”, un semplice spazio a pianterreno con piccoli locali e semplice arredamento. Dopo quattro anni l´associazione si trasferì in “Praça da Sé”, presso il “Palácio da Previdência”, che a quei tempi era una delle costruzioni più eleganti della città. Nel 1924 il sodalizio acquistò una palazzina in “Rua São Luiz” che avrebbe potuto ospitare più comodamente i propri soci che nel frattempo continuavano ad aumentare. Ma l’attività presso il nuovo indirizzo iniziò solo nel 1925, dopo un lungo periodo di lavori di modifiche e restauri. Quelle di tipo socio-culturale erano in gran crescita e la comunità italiana di San Paolo sentiva sempre di più l´ammirazione e la simpatia nei confronti del Circolo.

Purtroppo negli Anni ´40 lo scenario cambia. Poiché l´Italia era nemica di guerra del Brasile, nel 1942 l´Assemblea Generale di San Paolo approvò la sospensione temporanea delle attività del Circolo. Soltanto nel 1950 il governo brasiliano concedette un nuovo permesso perché l´associazione potesse riprenderle. Furono necessari diversi mesi per la ristrutturazione della palazzina e la ripresa dei primi incontri sociali che nel dopoguerra iniziarono nel 1952. Nel 1953, dopo la stesura del progetto che occupò vari mesi di lavoro, fu firmato il contratto per la realizzazione di un moderno palazzo al posto della palazzina attuale, su un terreno prospiciente alla “Rua São Luiz” che sarebbe diventato l’attuale Edificio Italia. Durante quei mesi il Circolo Italiano si trasferì in “Rua Conselheiro Crispiniano” dove furono promosse importanti attività come i festeggiamenti per i 400 anni della città di San Paolo e una grandiosa Mostra di pittura italiana. Poiché i lavori per la costruzione dell´Edificio Italia andavano a rilento ed era nel frattempo necessario dare al Circolo una sede ampia e adeguata, il 24 novembre 1958 fu approvato l´acquisto della palazzina sull´“Avenida Higienópolis, 436”, attuale sede del Consolato generale d´Italia. In questo nuovo spazio le attività associative tornarono a pieno ritmo con cene regionali, festa della Befana, festeggiamenti patriottici, culturali e beneficenti. Il 21 aprile 1966 fu inaugurato l´Edificio Italia ed il Circolo passò a occupare i primi due piani del più alto grattacielo di San Paolo.

«Al Circolo italiano fu ceduto il 17 per cento del compendio immobiliare – continua Cappellano -: noi abbiamo le maggiori quote proprietari avendo dato in cambio il terreno durante l’acquisto. Con la quota rimanente abbiamo comprato la palazzina occupata attualmente dal Consolato, che prima era situato in una una sede misera e inadeguata nei pressi di “Praça Osvaldo Cruz” . L´abbiamo ceduta in forma di comodato, certamente molto a favore del Consolato, che se oggi può vantare una sede degna lo deve al Circolo Italiano che ha sempre dato a  favore dell´Italia». Nel prossimo aprile si festeggerà il 92° anniversario di fondazione del Circolo Italiano di San Paolo. Durante questi decenni la famiglia è cresciuta, e oggi si contano circa 700 soci che sommati alle loro famiglie portano a circa 2.500 visitatori più o meno abituali. Il Circolo nasce come associazione indirizzata alla collettività italiana, ma secondo Cappellano riceve con generosità ospiti di qualsiasi nazionalità o religione. L´obiettivo è di mantenere vivo e rispettato il nome dell´Italia attraverso le tradizioni, la pratica della lingua italiana e il rapporto tra gli italiani residenti a San Paolo.

 

Attualmente il Circolo possiede due sedi. Quella sociale che si trova nell´Edificio Italia e quella campestre nel quartiere “Campo Limpo”. La prima offre agli associati sala giochi, sala di televisione, salone per balli e feste, bar, spazio per mostre di arte, una biblioteca con circa 4mila volumi e una cineteca con centinaia di film. Ospita un ristorante abbastanza frequentato che è considerato uno dei migliori di San Paolo ed è aperto al pubblico. I non soci possono anche iscriversi ai corsi di lingua italiana che raggiungono una capienza media di 200 alunni. La sede campestre, fondata il 15 novembre 1977, è un vero club con campi sportivi, piscine, sauna, ristorante, bar, parco giochi per bambini, sala giochi, sala televisione e ampia area verde. «Dicono sia uno dei più bei circoli italiani nel mondo – osserva Cappellano -. Ho visto il presidente della Repubblica dire: “che meraviglia!”. Ciampi è infatti venuto a farci visita; lo stesso anche Prodi, e D´Alema è passato da noi due volte. Tutti gli italiani in visita a San Paolo in genere passano al Circolo, forse perché qui non vi sono regionalismi, essendo così un´associazione di tutti gli italiani. Le nostre attività sono più che altro sociali».

Dando un’occhiata al calendario, sembra che gli italiani di San Paolo non si facciano infatti scappare alcuna ricorrenza: in agenda trovano spazio avvenimenti tradizionali come la festa della befana, quella delle donne, l´anniversario del Circolo che cade il 13 aprile, e poi le mamme, la festa della Repubblica, quella junina (eccezione brasiliana che conferma la regola), la primavera e persino la sfilata di moda, il tè delle signore, il torneo di tennis, e via enumerando. L’unico problema sembra essere quelloche i giovani da queste parti non si fanno quasi mai vedere. Il frequentatore medio è infatti spesso "over 50".  «I giovani non frequentano – si lamenta Cappellano – forse perché di sera preferiscono andare ai bar. Qui mancano i giovani, e gli anziani lo diventano sempre di più. Soprattutto alla sede campestre vediamo bambini che sono figli o nipoti dei nostri associati, ma i giovani di 18 anni vanno nelle loro discoteche. Stiamo creando una sala con giochi elettronici per vedere se riusciamo a portare qualche giovane e abituarlo a frequentare il Circolo. Perché quello a nostra disposizione è un patrimonio, e se dividiamo il nostro patrimonio per il numero di associati ne risulta che si tratta dell´associazione più ricca di San Paolo. Un patrimonio enorme e autosufficiente. Non abbiamo mai avuto aiuti da nessuno, nemmeno dal governo, mai niente. Anzi, abbiamo dato sempre! Il Circolo riceve e apre a deputati e senatori le sue sale, li riceve amorevolmente perché è nel nostro spirito di italiani. Disponiamo anche del Teatro Italia che però è affittato ad altri e non è gestito da noi. Abbiamo tre piani di uffici anch’essi affittati. Tutti gli impiegati del Circolo sono nostri e sono con noi da 30-40 anni. Come presidente da 12 anni, non ho mai visto uscire un impiegato dal Circolo. Siamo riusciti a costruire un patrimonio e a gestirlo con equilibrio. Abbiamo un contributo mensile degli associati, con una quota tra le più basse di San Paolo, perché tutto rende e ci permette di mantenere il Circolo.

Ciò che abbiamo potuto avvertire durante il nostro pomeriggio trascorso presso la sede sociale del Circolo è che al suo interno si respira un´aria di italianità senza eguali, come la si può respirare soltanto a 10mila chilometri dal nostro paese, senza tuttavia tralasciare amore e rispetto per quello ospitante, il Brasile. «Quando Prodi è stato nostro ospite - racconta Cappellano - sua moglie chiedeva alla mia perché desideravamo tanto il voto degli italiani all´estero. Lo desideravamo perché in fin di conti i diritti degli italiani sono uguali dappertutto. Qual è la differenza? La residenza, forse? Domani potrei tornare nel mio paese e continuare a essere cittadino italiano. I figli degli italiani in Brasile, i nipoti, i loro discendenti non sono soltanto brasiliani, ma continuano a essere italiani. Perché il popolo brasiliano non ti fa sentire straniero. Il brasiliano è pieno di affetto, di “carinho” come si dice in Brasile. Mai mi hanno detto: “tu sei uno straniero”. Tu continui a sentirti italiano e allo stesso tempo brasiliano - conclude Cappellano -. Brasiliano per vincoli di famiglia, per impegni di lavoro e di vita, perché hai scelto di vivere in Brasile. Insomma, sei italiano per condizione, e brasiliano per decisione. Nei confronti degli stranieri il Brasile è molto più umano degli Stati Uniti».

 

Circolo Italiano di San Paolo
Av. São Luiz, 50 – 2° andar
Edifício Itália
São Paulo – SP – Brasil CEP 01046-926
Tel. (0055) 11 3257-1322
Fax (0055) 11 3255-2485
www.circoloitaliano.com.br
circolo@circoloitaliano.com.br

 

 

 

 

 

 

 

 

(em portugues)

 

A ITÁLIA NO BRASIL

Em São Paulo um oásis de Itália que não existe mais

Cortesia e opulência no Circolo Italiano, símbolo e orgulho da
comunidade local. Encontro com o presidente G.Cappellano

 

por Ana Paula Torres 

 

 

     No coração da cidade de São Paulo, na esquina entre “Avenida São Luiz” e “Avenida Ipiranga” surge o famoso Edifício Itália. O arranha-céu não é somente o mais alto entre os tantos que a cidade ostenta, mas é também símbolo e orgulho da comunidade italiana local, além de ser meta de inúmeros turistas que podem admirar um sugestivo panorama sobre a metrópole sul-americana de vanguarda através do terraço localizado no último andar. Os dois primeiros níveis deste enorme prédio de inconfundível arquitetura hospedam o imenso e luxuoso Circolo Italiano. Uma presença desproporcionada? Não exatamente, considerado que a comunidade italiana representa uma das mais numerosas no exterior (não se conhece exatamente a grandiosidade, já que os dados fazem referência a 300 mil passaportes italianos expedidos pelo Consulado, mas também é necessário levar em consideração a presença de tantos oriundos que ainda não obtiveram a cidadania italiana), tanto que se costuma dizer que São Paulo é a maior cidade italiana fora das nossas fronteiras. Em uma tarde chuvosa do final de janeiro, tivemos a oportunidade de entrevistar Giuseppe Cappellano, presidente do Circolo, e de nos documentar sobre a história do maior símbolo de italianidade presente na cidade e talvez em todo o Brasil. 

Em seu grande escritório, Cappellano, que é engenheiro, fala-me desta instituição, fundada em 1911 em um momento em que o espírito de italianidade era muito sentido. «O italiano emigrante – observa - sentia a necessidade de se reunir, de criar, de prosperar, de dar alguma coisa a este país maravilhoso. É impressionante constatar através dos anais do Circolo de 1915, que nós conservamos, como o espírito de italianidade desses italianos emigrantes estava presente no estatuto, segundo o qual, todos os sócios deveriam dirigir-se à Itália para defender o seu país nos tempos da Primeira Grande Guerra. E que seriam excluídos do Circolo se não tivessem cumprido com o seu dever de cidadãos italianos residentes no exterior. Um dever, mas também um ato de amor em relação à Itália que tinham abandonado. É impressionante – persegue Cappellano - ler nos anais de 1918 os nomes de muitos desses rapazes que tinham participado da primeira guerra e ler ao lado dos seus nomes a escrita “morto”. Tinham dado o sangue pela sua Pátria e entre esses, também estava o filho do presidente do Circolo Italiano daquela época».

No decorrer da sua longa história, o Circolo ocupou diversas sedes. A primeira, na “Rua Boa Vista, 85”, um simples espaço no andar térreo, com pequenas salas e decoração simples. Depois de quatro anos, a associação se transferiu para a “Praça da Sé”, junto ao “Palácio da Previdência”, que naquele tempo era uma das construções mais elegantes da cidade. Em 1924, o sodalício adquiriu um palacete na “Rua São Luiz”, que poderia hospedar os próprios sócios mais comodamente, que enquanto isso continuavam aumentando. Mas a atividade no novo endereço teve início somente em 1925, após um longo período de trabalhos de modificação e restaurações. Aquelas de caráter sócio-cultural eram em grande crescimento e a comunidade italiana de São Paulo sentia sempre mais admiração e simpatia pelo Circolo.

Infelizmente nos anos 40, o cenário muda. Dado que a Itália era inimiga de guerra do Brasil, em 1942 a Assembléia Geral de São Paulo aprovou a suspensão temporária das atividades do Circolo. Somente em 1950, o governo brasileiro concedeu uma nova autorização para que a associação pudesse retomá-las. Foram necessários diversos meses para a reforma do palacete e a retomada dos primeiros encontros sociais que no pós-guerra iniciaram em 1952. Em 1953, depois da extensão do projeto, que ocupou vários meses de trabalho, foi assinado o contrato para a realização de um moderno prédio no lugar do atual palacete, sobre um terreno que dava para a “Rua São Luiz”, e que se tornaria o atual Edifício Itália. Durante aqueles meses, o Circolo Italiano se transferiu à “Rua Conselheiro Crispiniano”, aonde foram promovidas importantes atividades, como as festividades pelos 400 anos da cidade de São Paulo e uma grandiosa Mostra de pintura italiana. Dado que os trabalhos para a construção do Edifício Itália encontravam-se lentos e ao mesmo tempo era necessário dar ao Circolo uma sede ampla e adequada, em 24 de novembro de 1958, foi aprovada a compra do palacete na “Avenida Higienópolis, 436”, sede atual do Consulado geral da Itália. Neste novo espaço, as atividades associativas tornaram em ritmo total com jantares regionais, festa da Befana, festividades patrióticas, culturais e beneficentes. Em 21 de abril de 1966, o Edifício Itália foi inaugurado e o Circolo passou a ocupar os dois primeiros andares do mais alto arranha-céu de São Paulo.

«Ao Circolo Italiano foi cedido 17 por cento do compêndio imobiliar – continua Cappellano -: nós temos as maiores quotas proprietárias tendo dado o terreno em troca durante a compra. Com a quota restante compramos o palacete ocupado atualmente pelo Consulado, que antes era situado em uma sede mísera e inadequada próximo à “Praça Osvaldo Cruz”. Nós o cedemos em forma de comodato, certamente muito a favor do Consulado, que se hoje pode ostentar uma sede digna, deve ao Circolo Italiano que sempre deu a favor da Itália». Em abril próximo se festejará o 92° aniversário de fundação do Circolo Italiano de São Paulo. Durante essas décadas, a família cresceu e hoje conta cerca de 700 sócios que somados as suas famílias chegam à cerca de 2.500 visitantes mais ou menos habituais. O Circolo nasce como associação voltada à coletividade italiana, mas segundo Cappellano recebe com generosidade hóspedes de qualquer nacionalidade ou religião. O objetivo é de manter o nome da Itália vivo e respeitado através de tradições, da prática da língua italiana e do relacionamento entre os italianos residentes em São Paulo.

Atualmente o Circolo possui duas sedes. Aquela social que se encontra no Edifício Itália e aquela de campo no bairro “Campo Limpo”. A primeira oferece aos associados sala de jogos, sala de televisão, salão para bailes e festas, bar, espaço para mostras de arte, uma biblioteca com cerca de 4 mil volumes e uma cineteca com centenas de filmes. Hospeda um restaurante bastante freqüentado que é considerado um dos melhores de São Paulo e é aberto ao público. Os não sócios podem também se inscrever nos cursos de língua italiana que alcançam uma capacidade média de 200 alunos. A sede de campo, fundada em 15 de novembro de 1977, é um verdadeiro clube com campos esportivos, piscinas, sauna, restaurante, bar, playground, sala de jogos, sala de televisão e ampla área verde. «Dizem que é um dos círculos italianos mais bonito do mundo – observa Cappellano -. Vi o presidente da República dizer: “que maravilha!”. De fato, Ciampi veio nos visitar; o mesmo Prodi, e D´Alema passou daqui duas vezes. Todos os italianos em visita a São Paulo em geral passam ao Circolo, talvez porque aqui não existem regionalismos, sendo assim uma associação de todos os italianos. As nossas atividades são principalmente sociais ».

Dando uma olhada no calendário, parece que os italianos de São Paulo de fato não deixam escapar nenhuma data: na agenda encontram espaço acontecimentos tradicionais como a festa da Befana, aquela das mulheres, o aniversário do Circolo que cai no dia 13 de abril, e depois as mães, a festa da República, aquela junina (exceção brasileira que confirma a regra), a primavera e por fim o desfile de moda, o chá das senhoras, o torneio de tênis, e segue enumerando. O único problema parece ser aquele que os jovens não aparecem quase nunca por esses lados. De fato, o freqüentador médio é “maior de 50”.  «Os jovens não freqüentam – se lamenta Cappellano – talvez porque à noite preferem ir aos bares. Aqui faltam os jovens, e os anciãos envelhecem sempre mais. Sobretudo na sede de campo vemos crianças que são filhos ou netos dos nossos associados, mas os jovens de 18 anos vão às discotecas deles. Estamos criando uma sala com jogos eletrônicos para ver se conseguimos trazer algum jovem e habituá-lo a freqüentar o Circolo. Porque temos um patrimônio a nossa disposição, e se dividimos o nosso patrimônio pelo número de associados se conclui que se trata da associação mais rica de São Paulo. Um patrimônio enorme e auto-suficiente. Nunca tivemos ajuda de ninguém, sequer do governo, nada nunca. Pelo contrário, demos sempre! O Circolo recebe e abre as suas salas a deputados e senadores, os recebe amavelmente porque faz parte do nosso espírito de italianos. Também dispomos do Teatro Itália que, porém é alugado a outros e não é gerenciado por nós. Temos três andares de escritórios, estes também alugados. Todos os funcionários do Circolo são nossos e estão conosco há 30-40 anos. Como presidente há 12 anos, nunca vi um funcionário sair do Circolo. Conseguimos construir um patrimônio e gerenciá-lo com equilíbrio. Temos uma contribuição mensal dos associados com uma quota entre as mais baixas de São Paulo, porque tudo rende e nos permite de manter o Circolo.

Aquilo que pudemos constatar durante a nossa tarde passada junto à sede social do Circolo é que no seu interior se respira um ar de italianidade inigualável, como se pode respirar somente a 10 mil quilômetros do nosso país, todavia, sem esquecer o amor e respeito por aquele hospedeiro, o Brasil. «Quando Prodi foi nosso hóspede - conta Cappellano – sua esposa perguntava à minha porque desejávamos tanto o voto dos italianos no exterior. Nós o desejávamos porque a final de contas os direitos dos italianos são iguais em todos os lugares. Qual é a diferença? A residência, talvez? Amanhã eu poderia voltar no meu país e continuar sendo cidadão italiano. Os filhos dos italianos no Brasil, os netos, os seus descendentes não são somente brasileiros, mas continuam sendo italianos. Porque o povo brasileiro não o faz sentir estrangeiro. O brasileiro é cheio de afeto, de “carinho” como se diz no Brasil. Nunca me disseram: “você é um estrangeiro”. Você continua se sentindo italiano e ao mesmo tempo brasileiro - conclui Cappellano -. Brasileiro por vínculos de família, por compromissos de trabalho e de vida, porque você escolheu viver no Brasil. Em suma, você é italiano por condição e brasileiro por decisão. Em relação aos estrangeiros o Brasil é muito mais humano do que os Estados Unidos». 

 

Localização: Esquina da Avenida São Luiz com a Ipiranga, 344
tel. 257-5977 (administração) 
257-9092 (teatro) 
257-6566 (Terraço Itália) 
Entrada franca 
Próximo ao Metrô República
www.circoloitaliano.com.br
circolo@circoloitaliano.com.br