N.N. - DISPERSI E RITROVATI DELLA MUSICA POPOLARE BRASILIANA

L'ultimo sogno di Dona Zica

 

 

di Nené Ribeiro

   “Ha piovuto; ma fa ancora molto caldo. In questa città di São Sebastião do Rio de Janeiro, d’estate fa sempre tanto caldo. Anche se siamo a Mangueira e guardiamo la città dall’alto, fa sempre caldo… è tardi. Domani abbiamo tanta cose da preparare per la festa. Il sei febbraio è qui vicino e Nilcemar, mia nipote, ha pure inventato questo libro delle ricette che cucinavo al "Zicartola". Ah! Mio Dio! Sono stanca. Da quando sono tornata dall’ospedale, mi sento molto stanca. Il cuore batte ancora ma, dicono, non è più lo stesso. La testa, però, non si ferma. È tardi…”

 

OOO

 

“Novant’anni! Chi l'avrebbe detto? Novant’anni e sei ancora qui! Quanta strada hai fatto, Zica? Si: questo è il mio vero nome: Dona Zica da Mangueira, baluardo da Estação Primeira, icona del samba, come ha detto quella ragazza che ha scritto un libro sulla mia vita. Eusébia da Silva de Oliveira vale solo per i documenti. Eh, quanta strada. Il buon giorno si vede dal mattino… e io sono venuta al mondo proprio la domenica di carnevale, nel quartiere di Penha. In mezzo alla festa. Solo che subito è giunto il mercoledì delle ceneri: un anno dopo la mia nascita, mia madre, Gertrudes, è rimasta vedova con quattro figli. Fare crescere tutti quanti, lavorando come lavandaia, non è stato facile! Io lo so bene, perché sono stata  lavandaia pure io: tinozza d’alluminio, ferro a stiro col carbone… e sono rimasta pure io vedova del mio primo marito, il defunto Carlos. Figli, ne ho avuti cinque: tre sono morti presto, che allora morbillo e diarrea uccidevano - eccome! - i bambini poveri. E dopo Vilma, la più piccola, che è morta giovane di quel male che, Dio mi benedica, non si dice il nome. Ci sono ancora soltanto Regina e Ronaldo, mio figlio adottivo, che mi hanno dato i nipotini”.

 

OOO

 

“Ma perché questa sera mi vengono tanti ricordi? Così vivi. Conservo solo i buoni: chi serba rancori non vive molto. Per questo sono qui: novant’anni! Eh, Cartola… ci conoscevamo da quando eravamo ragazzini, a Mangueira. A carnevale, Cartola partecipava agli Arengueiros con Carlos Cachaça, Saturnino e altri attaccabrighe; io nel bloco del signor Júlio, più rispettabile. Dopo loro hanno fondato l’Estação Primeira e quasi tutta Mangueira ha partecipato. Siamo stati i primi campioni. Cartola è stato direttore d’armonia e sua moglie, Deolinda, la direttrice delle pastoras. Donna forte, Deolinda. È morta presto e Cartola, per un buon periodo, non è stato più lo stesso: donne sbagliate e molto alcool”.

 

OOO

 

“Che vita strana! Un giorno, ho ritrovato Cartola in casa di Menininha, mia sorella, sposa di Carlos Cachaça. Ed eccolo che mi fa il filo, Zica di qua, Zica di là. M’invita a fare un giretto in tram e inizia: “Sai, noi due siamo vedovi”. E io: “Cartola, tu sei un donnaiolo; ti conosco!” E lui: “Zica, sto diventando vecchio, ho altre idee”. “Ci sono cascata ed eccomi qua, Zica, vedova di Cartola, la musa di Tive sim, Nós dois… Ha scritto As rosas não falam dopo che gli ho domandato come mai erano diventate così belle le rose regalate da Nuno”. E lui: “Non lo so; le rose non parlano”. “Passa una settimana, mi suona la musica: che bellezza! Non abbiamo avuto figli: lui era sterile. Ci siamo sposati nell'ottobre del 1964. Quasi muoio di vergogna; due vecchietti e tutta quella pompa: fiori, cantanti, la stampa. Ci siamo baciati più di dieci volte per i fotografi. Poi, la festa al "Zicartola". Mio Dio! È tardi, fa caldo, quasi non si respira. Se invece dei ricordi mi venissero i sogni…”

 

OOO

 

“Sembra ieri. Settembre del 1963. Ecco l’edificio di tre piani del Zicartola: il nostro ristorante, al numero 53 di Rua da Carioca, in pieno centro di Rio. È l’inaugurazione. Che confusione! Quello è Zè Keti che comanda i ragazzi del samba: Elton, Manuelzinho da Flauta, Jorge do Pandeiro, il Paulinho, che è diventato da Viola per volontà del Sérgio Cabral. Ecco l’Eugênio Agostini, il nostro socio che litiga: non vuole che la bateria della Mangueira suoni, ha paura che il palazzo crolli.  In cucina, mentre io sforno un piatto dietro l’altro, Clementina de Jesus, con un bicchiere di cognac in mano, balla e canta. Che confusione! Metà Rio de Janeiro è passato per il nostro ristorante: mercoledì e venerdì c’erano i concerti. Herminio ha inventato l’ordine della Cartola Dourada e condecorava tutti: Elizeth, Ismael, Linda Batista. I primi sono stati Cyro Monteiro e la vedova di Noel Rosa. E Cartola dormiva lassù. Durante il secondo tempo, lui scendeva, talvolta in pigiama e ciabatte e, un po’ assonnato, cantava i suoi samba. Tutti rimanevano incantati. E io in cucina tutto il giorno: pranzo e cena, cena e pranzo. La mia moqueca e la mia feijoada sono diventate famose. Non risparmiavo niente; tutti gli ingredienti e tutto della migliore qualità. Un anno e mezzo dopo abbiamo dovuto chiudere: troppo credito agli amici, troppa confusione. Ma lo "Zicartola" ormai è storia. Lì dentro è nato il Rosa de Ouro, con Clementina e i ragazzi. È nato l’Opinião con Zè Keti, João do Vale e quella ragazza Nara, che insieme al Carlos Lyra, mangiava sempre i miei fagioli… Non abbiamo guadagnato soldi; ma un sacco d’amici sì, che ci hanno accompagnato sempre. Questo è l’importante”.

 

OOO

 

“Che caldo fa in questa casa. Questa casa…Cartola l’ha costruita con le sue mani. É diventata copertina di disco. Qui ci sono passati tutti: Jobim, Chico, Pelè, Michael Jackson; persino Bill Clinton. Ma perché penso a tutto questo? Perché ricordo tutta la mia vita? Ho tanto sonno. Vorrei soltanto sognare…”. La mattina del 22 di gennaio 2003, Regina si è svegliata e ha chiamato, senza  aver risposte, sua madre. Lassù, dove gli spazi sono infiniti e il tempo non conta, un coro composto da Cartola, Saturnino, Dona Neuma, Clementina, Nelson Cavaquinho, Carlos Cachaça, Padeirinho, tutto vestito di verderosa, intonava As rosas não falam. Dormi in pace, Dona Zica.

 

///

 

Feijoada, galinha à cabidela, comidas baianas... Le ricette di queste e altre delizie cucinate da Dona Zica, che contribuirono alla fama del locale "Zicartola", sono state raccolte dalla nipote Nilcemar Nogueira e pubblicate sul libro  "Dona Zica - Tempero, Amor e Arte" presentato in questi giorni a Rio de Janeiro. L'idea originaria era di pubblicarlo in concomitanza con una grande festa in onore della vedova di Cartola in occasione del suo novantesimo compleanno, ma la sua recente scomparsa, il 22  gennaio scorso, ha parzialmente impedito la realizzazione del progetto. L'omaggio comunque è stato mantenuto, con progetto grafico originale: caricature di Ziraldo, illustrazioni del compositore Heitor dos Prazeres e immagini di vari momenti della vita di  Euzébia de Oliveira. La prefazione è di  Sérgio Cabral.

fonte: notiziario Samba-Choro - http://www.samba-choro.com.br