Che delusione la Mostra Artigianato di Firenze

 

 

di Riccardo Caverni

 

 

FIRENZE, MAGGIO 2002

 

   Dallo scorso 20 Aprile al 1 maggio si è svolta a Firenze la 66^ Mostra mercato internazionale dell'artigianato. Come consuetudine ogni anno viene dedicata ad un paese straniero e questo anno il "paese ospite d'onore" era il Brasile. L'abbiamo visitata per darne conto ai lettori di Musibrasil.net, ma diciamo subito che la visita è stata tutt'altro che indimenticabile. E non ha certo reso un buon servizio a coloro che avrebbero voluto farsi un'idea del Brasile, non conoscendolo. I quotidiani locali sicuramente hanno dato un grande risalto alla presenza del Brasile come paese ospite, mentre sia nel book della Mostra che nel sito ufficiale venivano fatti soltanto accenni generici riguardo a quanto sarebbe stato offerto ai visitatori sul Brasile.

 La Mostra, che é la più antica d'Italia, viene organizzata ogni anno all'interno della splendida Fortezza Da Basso, nel centro di Firenze a pochi passi dalla stazione centrale. La Fortezza e' cinta in tutto il suo perimetro da mura altissime, vi si accede solo dall' ingresso posto nel lato Sud. Fino all'anno scorso veniva utilizzato anche un altro ingresso nel lato Nord, inspiegabilmente quest'anno riservato solo agli espositori. L'ingresso e' subordinato al pagamento di un biglietto di 7,5 euro (6,5 ridotti) che permette di accedere a tutti gli stand. All'interno e' divisa in sette padiglioni tematici oltre a una struttura centrale disposta su tre piani. Le aree per noi di maggior interesse sono il padiglione "Sala dell'arco e della volta" e il piano inferiore della struttura centrale. I tre piani della struttura centrale erano assegnati all'Europa e Africa (primo piano), agli artigiani italiani (piano terra) e all'Asia, Nordamerica, America Latina (piano inferiore). 

Nell'area dedicata all'America Latina vi erano soltanto tre stand brasiliani. L'impressione che si aveva dei singoli stand, tuttavia, era molto vicina a quella del banco di un mercatino rionale e lontana dalla raffigurazione di un angolo pittoresco e rievocativo delle tradizioni del paese ospitato, cosa che peraltro in altri stand, come ad esempio quello della Cina, era magnificamente rappresentata. Inoltre abbiamo provato la netta sensazione che i cartelli indicanti la nazione di provenienza degli oggetti in vendita sul banco fossero in alcuni casi stati messi solo con intenti di richiamo poiché spesso le merci esposte non avevano corrispondenza con la collocazione etnica, anzi confondevano alquanto il visitatore attento. Tornando al Brasile, il primo dei tre banchi vendeva anelli ricavati da pietre e bigiotteria varia, il secondo oltre ad alcuni minerali aveva una serie di statuine di Buddha in giada e altri oggetti orientali, il terzo presentava solo minerali.

 Era impossibile identificare gli oggetti esposti come artigianato brasiliano, mentre per alcuni era difficile anche parlare di artigianato. L'impressione era probabilmente data dal fatto che gli espositori sono tutti presenti a pagamento e hanno l'interesse maggiore nel vendere il più grande numero di oggetti possibili che nel ricreare l' atmosfera di un paese. Lo stand ufficiale del Brasile era localizzato nella "Sala dell'arco e della volta". La collocazione era ideale - primo padiglione subito dopo l'ingresso - per cui costituiva visita obbligata per chiunque entrasse. L'edificio storico era diviso in tre parti: la prima adibita a churrascaria, gestita da un noto ristorante della zona. 

Il menù prevedeva un ricco e vario buffet di prodotti classici brasiliani e carne cotta sulla brace molto buona e ben presentata. Inoltre il ristorante stesso nello spazio antistante organizzava ogni sera, verso le 21, uno spettacolo folkloristico di circa un'ora all'insegna di samba e capoeira sia per chi cenava all'aperto che per chi si trovava a passare per caso. Ma non essendo pubblicizzato in alcun depliant non era facile assistervi. Nella saletta centrale erano esposte inizialmente foto di gauchos, mentre in fondo al locale erano in vendita per 600 euro alcuni quadri raffiguranti immagini bucoliche di vita degli stessi gauchos. L'ultima sala accoglieva l'artigianato vero e proprio. All'ingresso una signora gentilissima, sebbene non parlasse una parola di italiano accoglieva i visitatori regalando depliant e opuscoli dettagliati e ben fatti sul Brasile e il suo folklore. 

Lungo la sala erano sistemati tavoli con esposti oggetti in pelle, selle e scudisci , portachiavi, agende e cappelli, mentre sul lato opposto vi erano pelli e una serie di oggetti in legno quali piccole sculture, ciotole, pettini ed addirittura dei portamonete. Infine nella parete opposta all'entrata era in mostra una gran quantità di minerali e una bella serie di pentole di coccio. Sicuramente nell'insieme l'esposizione risultava esaustiva e rappresentativa dello stato di Rio Grande do Sul. Ma il resto del Brasile ? Forse sarebbe stato piu' appropriato pubblicizzare la mostra come un evento dedicato a uno stato del Brasile e non a tutto il paese. Inoltre chi vi ha assistito ha certamente provato delusione per la mancanza di prodotti tipici alimentari, strumenti musicali, cd, libri, abbigliamento e per l'impossibilità di seguire conferenze, documentari o quant'altro avesse potuto dare ai circa 200mila visitatori una panoramica più ampia sulla cultura di questo immenso paese.

 Forse la strada migliore avrebbe potuto essere quella di coinvolgere anche il consolato brasiliano di Firenze e tutti i locali pubblici, almeno cinque, che lavorano e operano da anni per la cultura e gli spettacoli brasiliani in città. E invece così non è stato, e al visitatore non resta che confidare nella prossima edizione.