Zeca Baleiro, naif e senza compromessi

Confessioni di uno dei nuovi talenti consolidati della Mpb

 

 

di Mauro Finazzi

 

Premessa

Sao Paulo, bairro Pompeia, nell'appartamento di una casa a due piani, cosa rara in una megalopoli "verticale" come São Paulo. Mi riceve Zeca Baleiro, uno dei "nuovi talenti" ormai consolidati della musica brasiliana.  Ma più che un'intervista, il nostro è un bate-papo informal, uno scambio di idee qui riassunte sotto forma di "confessione" da parte di Zeca. Che comincia così.

 

Le Origini

Sono nato ad Arari, piccolo paese dell'interiore di Sao Luis, capitale dello stato del Maranhao, situato nel nord del Brasile. Lo stato del Maranhao è un crogiuolo di razze dovuto alle differenti colonizzazioni. Si passa dagli arabi (i suoi genitori sono di origine siriana, ndr), ai francesi, fondatori della città di São Luis, ai neri dell'Africa, agli olandesi. 

Insomma questo miscuglio di razze si ripercuote anche nella musica, per cui sono cresciuto ascoltando generi differenti. Che si mescolavano tra loro,dal bumba-meu-boi, alla cantiga de roda al maxixe, e queste influenze sono ben presenti nei miei primi due dischi.

Grande importanza riveste la radio. All'epoca ne avevamo in casa una grossa, a valvole, che trasmetteva tutti i generi musicali, dalla musica caraibica, al samba, mpb (musica popolare brasiliana, ndr), sertanejo, bossa, brega... insomma si poteva ascoltare di tutto all'interno dello stesso programma, cosa che oggi in Brasile non è più possibile, dato che quasi tutte le radio sono segmentate, ovvero curano soltanto un genere musicale, per cui o ascolti solo rap, oppure solo sertanejo, o pagode romantico, ma non esiste più la possibilità di farsi una "cultura musicale" aperta a ritmi differenti.  Grazie alla radio ebbi modo di conoscere la musica di Martinho da Vila, Adoniran Barbosa, Jackson do Pandeiro, Gal Costa, Bob Dylan, PauIinho da Viola e altri ancora... ancora oggi grandi artisti che rimangono per me un punto di riferimento.

 

Sao Paulo

Abito da 12 anni in questa metropoli: una città che mi ha fatto conoscere e mi ha dato il successo. Sono arrivato qui dopo una breve permanenza a Belo Horizonte, in Minas Gerais, attratto dall'amore per la musica mineira di Milton Nascimento e João Bosco. Solo che se vuoi farti conoscere devi venire a São Paulo, e così ho fatto.

   

La musica d'oggi

Riesco ancora a ascoltare musica, mi piace andare per negozi e scegliere i dischi che più mi incuriosiscono. Ultimamente, ad esempio, sono attratto dalla musica elettronica. Logico, non farò mai un disco con questi ritmi, però mi piace questo voler realizzarsi attraverso una nuova forma di linguaggio. Lo trovo molto stimolante. Cerco di tenermi aggiornato, soprattutto di evitare una cosa che succede spesso a noi musicisti, ovvero ascoltare il disco e giudicarlo dal punto di vista tecnico più che da quello qualitativo: di questo sono ben cosciente...

 

Cinema

Amo molto il cinema, non ho particolari preferenze. Uno dei miei sogni è realizzare una colonna sonora: ho già collaborato a tre cortometraggi di un regista di São Paulo e anche al film "Bicho de sete cabeças" con la canzone che dà il titolo al film stesso, un brano di Geraldo Azevedo/Ze' Ramalho/Renato Rocha. In ogni caso è un sogno che si realizzerà molto presto. In "Liricas", il mio ultimo disco, c'è una canzone, "Balada para Giorgio Armani", che prende spunto dai film western italiani degli anni '70. Amavo molto quel genere e soprattutto i titoli assurdi, quindi da lì mi è venuta l'idea di associare il nome dello stilista italiano a una ballata country/folk che mi rimandava alle atmosfere di quei film.

 

Nuova Generazione o non generazione?

La stampa spesso ha parlato di noi autori trentacinquenni/quarantenni come di una non generazione, nel senso che siamo arrivati al successo, ma non abbiamo creato un movimento e siamo quasi rimasti ai margini del mercato discografico. Io però non sono d'accordo. Sul finire degli anni '90, io, Chico Cesar, Paulinho Moska, Lenine e Marcos Suzano, (la non generazione) ci presentammo con una decina di spettacoli in São Paulo e dintorni. Si chiamava "Cinco no palco" e furono show da tutto esaurito, solo che la stampa aveva bisogno di etichettarci, di creare un movimento come furono tropicalismomangue-beat, bossa nova, ma noi decidemmo di non entrare in questo meccanismo. 

E questa risoluzione ci costò molto in termini di divulgazione, ma questa fu una nostra scelta. L'unica cosa che mi dispiace è che non esista nessuna registrazione live di quei concerti. Furono davvero incredibili. Oggi comunque ognuno di noi ha una sua carriera solista ed è molto difficile che si possa tornare a suonare insieme, se non in collaborazioni in studio, come per "O mundo", nel disco "Mobile" di Paulinho Moska.

 

I dischi

"Por onde andarà Stephen Fry?", del 1997, è il mio primo disco, e vi si trova di tutto: dal rap all'embolada, al maxixe, alla ballata romantica. Riscosse un buon successo e cominciai a farmi conoscere anche al di fuori della realtà paulistana. Tutti mi chiedono del perché di questo titolo: in realtà, come anche per "Balada para Armani", il personaggio è soltanto lo spunto iniziale. Nel caso di S.Fry, fu un articolo di giornale che mi incuriosì.

 Si parlava di questo giovane attore inglese, apparso in "Peter's friends" di Kenneth Branagh, che in seguito a una stroncatura subìta dalla stampa inglese per il suo debutto teatrale, scomparve di colpo abbandonando la compagnia che fu costretta a sostituirlo. Dopo due settimane fu internato in una clinica psichiatrica. Da qui il titolo della canzone, dove andrà S.Fry oppure, ancora meglio, dove sarà S.Fry. Mi incuriosiva la fragilità di questo personaggio e la depressione che lo colse, perché un po' tutti noi artisti viviamo con questo fantasma al nostro fianco e con il quale ogni giorno dobbiamo "confrontarci".

 La canzone non doveva neanche far parte del disco: non la ritenevo adatta; furono i produttori che insistettero, e in effetti fu grazie a questa che cominciai a farmi conoscere. Comunque S.Fry ha apprezzato il brano. Peccato non essere ancora riuscito a incontrarlo personalmente, e non è detto che in futuro ciò non possa accadere.

 

Vô imbolà

Il mio secondo album, uscito due anni dopo S.Fry, ripercorre più o meno le stesse linee tracciate nel primo: generi musicali differenti, rap, embolada, partido alto, e ogni brano è dedicato a un artista che mi ha influenzato musicalmente, da Lou Reed a Dorival Caymmi, a Luis Gonzaga, ai Secos e Molhados.  

Il disco termina con un brano, "Maldicão" in cui dichiaro il mio amore per i poeti decadenti francesi. In realtà vuole essere un omaggio a tutti quei personaggi che hanno cercato di vivere una vita priva di compromessi e per questo pronti a pagarne le conseguenze vivendo con dignità questo loro essere "diversi". Questa canzone riflette un poco il mio stato d'animo di quel momento, cosa che sarà ancora più evidente in "Liricas".

 

Liricas

E' il mio terzo e, per il momento, ultimo album. E' completamente diverso dai primi due, un disco acustico, quasi solo con l'accompagnamento di una o più chitarre, un disco che mi è costato molta fatica, non solo sul versante compositivo, ma anche su quello commerciale, dato che la casa discografica ha fatto di tutto per dissuadermi: non venderà nulla, mi dicevano, rischi di bruciarti... però ho tenuto duro, la coerenza dei "maledetti", e i risultati mi hanno dato ragione. Liricas non ha venduto quanto gli altri due, però ha avuto un buon successo, soprattutto grazie alla versione acustica di "Proibido pra mim" dei Charlie Brown jr, che ha fatto sì che il disco passasse per le radio, cosa non secondaria.

 

Oggi

Ultimamente sto lavorando a due progetti paralleli: uno è il mio nuovo disco che sarà pronto a fine giugno; un altro, a cui tengo particolarmente, è un tributo ad una poetessa di São Paulo poco conosciuta in Brasile, ma molto all'estero: Hilda Hilst. Si tratta di dieci poesie interpretate per dieci cantanti donne differenti, il tutto accompagnato da due soli strumenti: chitarra e piano.

 

Produzioni

Quello del produttore non è un compito che mi compete, però mi è capitato di ascoltare alcuni autori o autrici che ho avuto poi il piacere di produrre, come nel caso del primo disco della maranhense Rita Ribeiro, quello delle mineire Ceumar e Patricia Maral, e ora quello di un vecchio compositore maranhense, 82 anni, Antonio Vieira che soltanto ora è riuscito a pubblicare il suo primo disco, sebbene abbia un repertorio di 400 canzoni. E' un disco dal vivo registrato nel teatro di São Luis che vede tra le altre la partecipazione di Sivuca, Rita Ribeiro, Elza Soares e del grande Sinho.

 

Brasile

Sono nato in una delle regioni più povere del Brasile, dove ancora adesso esiste una forma di feudalesimo: gran parte delle terre in mano a pochi, in questo caso la famiglia Sarney, così come a Bahia c'è la famiglia Magalhaes, in Alagoas i Collor, e così via per tutto il Nord-Nordeste. Quest'anno in ottobre ci saranno le elezioni presidenziali, e io voterò per la terza volta per Ignacio Lula, candidato del Pt, Partido dos trabalhdores.  So benissimo che può sembrare un atteggiamento naif: in fin dei conti ha Lula ha già perso due volte, però mi piacerebbe vedere al potere una persona che viene veramente dal popolo, dato che qualsiasi altro candidato fa parte di una oligarchia che da anni domina il nostro paese impedendo qualsiasi riforma (principalmente quella dei grandi latifondi) che possa cambiare realmente questa nostra società. Ecco, io penso che Lula sia ancora una persona onesta e che possa fare queste cose. Logicamente dovrà avere al suo fianco validi collaboratori, ma quello che io chiedo in primo luogo è vedere un uomo al potere che proviene realmente dalla classe popolare. Un sogno, forse?

 

Enfim

Zeca Baleiro ha concluso così la nostra chiacchierata. Ritengo che egli sia (a proposito, il soprannome Baleiro è dovuto alla sua grande passione per le caramelle, balas in portoghese) una persona integra. Un maledetto naif che ama il suo lavoro e cerca di difendere le sue idee, pur sapendo che la nostra società impone compromessi, ma senza tuttavia svendersi alle leggi del mercato. Ed è ciò che, almeno per il momento, sta ottenendo. Zeca quest'estate sarà in tournee in Europa, Italia esclusa, almeno per il momento. In ogni caso esiste un suo sito (http://www.uol.com.br/zecabaleiro) dove potrete controllare date e i luoghi dei suoi concerti. E, se potete, non perdete l'occasione di assistere a uno di essi. Vale a pena.