Curitiba, quel suono dal Sud

 

Come  una  città  senza  tradizioni  locali

sta creando un propria eredità musicale 

(prima parte)

 

di Daniella Thompson

(in english)

Curitiba. Città senza passato e dall'incerto futuro. Negli ultimi trent'anni, questa moderna capitale dello stato meridionale del Paranà è stata pioniera sotto il profilo ambientale e ha rappresentato un modello urbanistico nel mondo, enfatizzando la filosofia degli spazi aperti e dei pubblici trasporti. Tra queste apprezzabili innovazioni, Curitiba annovera la prima strada in Brasile riservata esclusivamente ai pedoni e un centro di educazione ambientale. Ma oggi la città sembra aver perso questa sua impostazione e si è trasformata nella Detroit del Sudamerica. Non solo vi si contano ben cinque fabbriche di automobili, ma un numero crescente di persone sta tornando ai vantati sistemi di transito riempiendo le strade di veicoli. 

Sul fronte culturale, la città non ha mai avuto molto da dire. Popolata principalmente da europei immigrati, molti di essi provenienti dalla Polonia, Curitiba non ha goduto i benefici delle fonti indigene e africane che hanno invece arricchito la cultura popolare di altri stati. Il suo poeta più noto, Paulo Leminski (1944-1989), biasimò  la povertà culturale della città e la repressione del piacere e della creatività compiuta dall'etica puritana e avara degli immigrati. "Da un punto di vista freudiano, Curitiba ha una fissazione anale. Il nostro peccato è l'avarizia. Creare, qui equivale a sperperare e ciascuno crea qualcosa soltanto per eccesso. Per esubero", scrisse Leminski. Mentre il benessere economico della città permise il consumismo culturale ("Accesso ai diritti industriali di civilizzazione, la grande avventura esistenziale della classe media"), non vi fu una controparte creativa al consumo, un fatto quest'ultimo che il poeta ascrisse al benessere ("Forse la cultura è prodotta soltanto in presenza di grandi privazioni") e all'assenza di una cultura popolare locale. 

Nel 1996, dieci anni dopo che Leminski pubblicò questi giudizi in un saggio, questi concetti furono riesaminati da Marcelo Sandmann nell'articolo Algumas Cançoes em Curitiba (Alcune canzoni a Curitiba, pubblicato nella rivista letteraria Letras). Sandmann, docente di letteratura presso l'università federale del Paranà e poeta, concluse che la produzione musicale curitibana non era ancora cambiata sufficientemente per provare che il giudizio di Leminski fosse sbagliato. Tuttavia, reclamò Sandmann, la città stava manifestando un desiderio di cambiamento. In assenza di un fertile terreno sociale nel quale affondare le proprie radici, Curitiba sta ripiegandole all'esterno per captare l'influenza creativa proveniente da altri stati del Brasile e piu' in generale da tutto il pianeta. 

Non inaspettatamente, molta della musica creata a Curitiba è stata e tuttora è rock e pop. Sandmann, comunque, focalizzò la propria attenzione su tre canzoni popolari dal gusto tipicamente curitibano. "Não dê pipoca ao turista" (Non date popcorn ai turisti), scritta da Carlos Careqa, Adriano Sátiro, e Oswaldo Rio e registrata da Careqa nell'album "Os homens são todos iguais", è un motivo simile a un jingle che reca riferimenti precisi ai locali della città, che non sono luoghi turistici, ma luoghi di ritrovo della popolazione marginale come operai, travestiti e prostitute. "Passantes" (Passanti), composta da Luiz Antontio Fidalgo e registrata dal gruppo Fato nel primo disco eponimo di questo gruppo, è un duetto d'amore inscenato negli spazi pubblici della caratteristica Rua XV, Galeria Schaffer, sinonimi del centro città. "Filhos de Gdanski", composta dal carioca Antonio Saraiva e registrata dal gruppo curitibano "Beijo AA Força" nel CD "Sem suingue" (Senza Swing), è un'inchiesta satirica sul profilo culturale della città. Il titolo incorpora il nome di una città polacca in quel famoso blocco-afoxé baiano Filhos deGandhy (Figli di Gandhy, scritta con la y per qualche ragione), e lo scherzoso stile musicale è l'afro-brasiliano ijexá, quantunque eseguito da cantanti bianchi in giacca e cravatta.

La ricerca di voci interessanti continua sia in Curitiba che fuori, perlomeno per due artisti della città più dotati che hanno scelto di vivere altrove.

 

"Do Lado da Voz" di Chico Mello

 Nato a Curitiba, Chico Mello ha studiato composizione con José Penalva e Hans Joachim Koellreuter, compositore clasico che pure fece scuola a Tom Jobim. Mello ha ripercorso al contrario gli itinerari dell'immigrazione europea a Curitiba e dal 1987 è andato a vivere a Berlino, dove trova la più grande libertà di espressione artistica. In Germania ha continuato i suoi studi di composizione con il ricercatore tedesco Dieter Schnebel e ha studiato l'indiano Dhrupad cantando con Amélia Cuni. E' ugualmente attivo sia in Brasile che in Europa, e il suo lavoro integra la tradizione brasiliana con espressioni di avanguardia internazionali. Ha composto sia per orchestre da camera che per orchestre come la Berlin Symphony, la Radio Orchestra di Colonia e la Bavarian Symphony, e ha collaborato con gli autori più disparati come Schnebel, la compositrice-chitarrista di musica improvvisata Silvia Ocougne, il cantautore Carlos Carega, e il rocker minimalista Arnold Dreyblatt.  

Il nuovo, interessante disco di Mello, Do lado da voz, è il suo primo album di tutte canzoni. Il recente interesse per le canzoni poggia sui suoi studi di Dhrupad e sul suo lavoro con Silvia Ocougne nel CD Musica Brasileira De(s)composta (per l'etichetta tedesca Wandelweiser Records). Fin dai primi anni '90 egli ha elaborato versioni inusuali (o de-composizioni, come le chiama) di canzoni brasiliane di epoche differenti. I suoi testi e qualche volta gli arrangiamenti alterano i tempi di queste musiche, recando pause e ripetizioni nei ritmi originali e inserti di vecchie registrazioni e contrappone dissonanze strumentali a cantati di impostazione lirica, allontanando queste canzoni dal loro contesto originale e trasformandole essenzialmente in nuove composizioni.  L'esempio più recente di questo recupero è "Eu te amo" (una canzone scritta da Tom Jobim e Chico Buarque nell'80), registrata sul CD 7 Artistas do Brasil (per l'etichetta GGM Records), e pure inclusa nel suo nuovo disco. Il brano è stato eseguito per voce, piano, clarinetti, basso elettrico e percussioni. Quest'ultimo è stato eseguito per evidenziare la punteggiatura musicale piuttosto che per propositi ritmici. In Pensando em ti (un brano del 1957 scritto da  Herivelto Martins e David Nasser), strumenti a corda e clarinetti suonano frasi ripetitive, mentre la parte cantata sorge da un sorprendente duetto tra la voce delicata di Mello e frammenti di registrazioni tratte da brani di Nelson Gonçalves. Il samba Mentir (1933) di Noel Rosa mantiene il ritmo originale ed è giocato sulla chitarra acustica, il canto intimista di Mello e il suono di una falsa tromba generata con la voce. In un altro samba di Noel Rosa, Já cansei de Pedir (del 1935), il cantato e il suono del sassofono sono contrappuntati da frammenti del brano orchestrale Amarelinha di Mello, suonati dalla Berlin Symphony Orchestra. Carolina (composizione di Chico Buarque del 1967) è data da una tranquilla interpretazione vocale accompagnata dal suono ripetitivo di una chitarra e un violino che richiama il suono di un'arpa israeliana. Il valzer Rosa (composto da Pixinguinha nel 1917) è trasformato da un cantato più lento dell'originale e ritmi accelerati ed è eseguito da chitarre e percussioni darabuka.      

L'altra parte di Do Lado da Voz comprende cinque composizioni di Mello, alle quali egli applica le medesime tecniche di de-composizione. In Achado e Chorando em 2001, entrambe con testi scritti da Carlos Careqa, utilizza effetti di moltiplicazione di strumenti acustici  per creare un'atmosfera pressoché elettronica. I violini in Achado richiamano la composizione Different Trains di Steve Reich, mentre il titolo del brano gioca con il nome dello scrittore brasiliano Machado de Assis. Cara de barriga e Valsa Dourada sono trionfi di semplicità, impiegando le pause come elementi integrali delle composizioni. Il cantato qui si caratterizza per essere al tempo stesso chiaro e articolato, ed è accompagnato da chitarra e percussioni, piano, violino, e fisarmonica in quest'ultima. Il disco termina con l'allitterativa Paramá (con testo di Walnei Costa), dove un tracciato elettronico composto da basso, batteria e sintetizzatore alterna progressivamente il ritmo del brano. La voce tenorile di Mello è estremamente attrattiva poiché tutta giocata su alti registri e basso volume, come un corno in sordina, unico e intrigante come la sua voce musicale.    

 

Chico Mello: Do Lado da Voz (CD; 2000)

Thanx God Records TG1008

01. Achado (Chico Mello/Carlos Careqa)

02. Cara da Barriga (Chico Mello)

03. Pensando em Ti (Herivelto Martins/David Nasser)

04. Mentir (Noel Rosa)

05. Chorando em 2001 (Chico Mello)

06. Já Cansei de Pedir (Noel Rosa)

07. Carolina (Chico Buarque)

08. Eu Te Amo (Antonio Carlos Jobim/Chico Buarque)

09. Valsa Dourada (Chico Mello/Carlos Careqa)

10. Rosa (Pixinguinha)

11. Paramá (Chico Mello/Walnei Costa)

 

Cantos da Palavra di Marcelo Corrêa Sandmann & Benito Rodriguez' 

 

Più di ogni altro paese, il Brasile ha dato casa a quell'ibrido inusuale che è il musicista popolare accademico. Il principale esempio di questa stirpe è il rinomato erpetologo Paulo Vanzolini, la cui influenza trova spazio sia nella brasiliana Accademia di scienze che negli annali del samba. Luiz Tatit, fondatore nel 1980 del gruppo Rumo di San Paolo, cantante-chitarrista così come eccellente autore di canzoni, è docente universitario. Gli autori di Cantos da palavra (Canzoni della parola) sono entrambi docenti di letteratura all'universita' federale del Paraná. Così Marcelo Corrêa Sandmann e Benito Rodriguez conoscono bene il percorso delle parole.Sandmann ha scritto poesie per oltre dieci anni e ha pubblicato un libro di poesie intitolato Lírico Renitente (edito dalla 7 Letras di Rio de Janeiro nel 2000). Rodriguez è studioso della canzone brasiliana. Nella sua tesi universitaria ha tracciato le traiettorie parallele dei due grandi poeti lirici, - Catulo da Paixão Cearense and Orestes Barbosa - i cui lavori comprendevano sia letteratura che canzoni popolari.  Sandmann ha studiato piano classico per cinque anni durante la propria adolescenza e ha suonato insieme a gruppi di Curitiba, ma ha abbandonato la musica per i testi. Crede che molta della buona nuova musica brasilian sia prodotta non da professionisti o attraverso professionisti da progetti paralleli. "Pochi tra i nuovi (compositori) vivono al di fuori dei propri progetti estetici", afferma. Il suo partner Rodriguez non ha formazione musicale. "Ha una chitarra in casa, ma non l'ho mai visto suonare!", dice Sandmann. I due iniziarono a comporre alla fine del '95, alternandosi alla scrittura di testi e di musiche, prodotti insieme o da soli.  La loro esperienza discografica dimostra una portata sorprendentemente ampia, riguardando forme musicali comprese tra Mpb, pop, rap, samba, funk, jazz, chanson, frevo e rock.  La canzone di apertura, Cisco (Particella), un peana dedicato alla nascita e alla vita, mostra forte integrazione tra musica e testi.  Comincia con il ritmo della pulsazione di un bambino (registrata da suo figlio Francisco). I genitori del bambino, Sandmann e sua moglie cantante-attrice Silvia Contursi, inizia con un cantato ipnotico fondato sull'allitterazione e l'onomatopea, fortemente contrappuntato dalle pulsioni di basso, tastiere e percussioni.    

Pulso por dentro do pulso

Ritmo intimo em mim

Mundo no fundo do fundo

Vida na vida sem fim…

 

Pulsazione in pulsazione

Ritmo intimo in me

Mondo nel fondo del fondo

Vita nella vita senza fine

 

Rebuliço (Confusione) è un brano funk cantato da Silvia Contursi, accompagnata da chitarre, basso con campionature di Sly Dunbar e tratte da Psychic Horns di Jason Miles. Samba danado (Astuto samba) che in realtà non è un samba, ma tuttavia abbstanza furbo. Il titolo e il testo contengono forti riferimenti al classico (e altamente melodico) standard di Dorival Caymmi Samba da minha terra, registrata nei decenni passati da gruppi più disparati come Banda da Lua, Os Cariocas e Novos Baianos e resa nota a livello internazionale dall'interpretazione di João Gilberto. Il brano di Sandmann è un disordinato omaggio al brano citato, perché la sua Tricky samba è un hip-hop che de-enfatizza la melodia, con un arrangiamento che sposa percussioni brasiliane (caixa, tamborim e xequerê) a chitarre elettriche, tastiere e percussioni programmate. Il testo di Caymmi, che suggerisce che chi non ama il samba è malato o ha male ai piedi, qui è lievemente alterata ma acquista nuovi significati per le asserzioni di Sandmann secondo cui chi non ama questo samba è sano di mente e fermi di piede.  Louco, cantato da Sandmann, è la delicata confessione di follia di un uomo alla donna che sta per lasciare, mentre Sutileza, ben cantata da Contursi, paga un tributo alla cultura francese e alla chanson sia nella melodia che nel testo. Céu & Blues esplora la ligua jazzistica nelle pieghe del suo testo, nel canto di Contursi  e nell’arrangiamento per chitarra acustica, tastiere, basso e pandeiro. Sandmann canta e suona la chitarra in Juros de amor accompagnato dal sax soprano di Antonio Saraiva e gli inusuali strumenti percussivi di Edu Szajnbrun. 

www. infolia.com.pc è un carneval frevo che comincia con una preghiera dai toni simili a quelli generati da un computer e riferimenti al carneval samba Pelo Telefone (scritto da Donga e Mauro de Almeida nel 1917) nel testo iniziale. E’ seguito da un'altra analoga canzone di fine secolo, O fim da istoria, un rock sul culto dell’apocalisse. Samba na Feira è sulla bellezza della contaminazione musicale, appropriatamente accompagnata da ritmi frenetici di batucada  da Sidon Silva, uno dei più validi componenti del gruppo carioca Pedro Luis e a Parede. Durante un drastico cambiamento di tempo, Valsa da madrugada è un brano lirico nella tradizione di Tom Jobim e Edu Lobo, arrangiato per voce (Contursi) e piano (Grace Torres) da Torres, componente quest’ultimo del gruppo curitibano Fato. In Deixa pra là si arriva a sequenze funk per poi tornare a un altro samba, Cantos dapalavra. L’arrangiamento è contemporaneo, mentre i testi  rendono omaggio a una lunga schiera di autori musicali dall’inizio del ww secolo ad oggi. Grão (Grano) chiude l’album su una nota di speranza  con lo stesso tema che lo ha aperto, con una ballata per voce e piano che è seguita dopo una pausa da una citazione da Louco nella quale il vagabondo torna a casa propria. Tutto è bene ciò che finisce bene. 

 

Cantos da Palavra (CD; 1999)

Etichetta indipendente: sandmann@coruja.humanas.ufpr.br

Brani di Marcelo Sandmann e Benito Rodriguez

Guest vocalist: Silvia Contursi

Produzione: Paulo Brandão

 

01. Cisco (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

02. Rebuliço (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

03. Samba Danado (Marcelo Sandmann)

04. Louco (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

05. Sutileza (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

06. Céu & Blues (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

07. Juros de Amor (Marcelo Sandmann/Ricardo Carvalho/Benito Rodriguez)

08. www.infolia.com.pc (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

09. O Fim da História (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

10. Samba na Feira (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

11. Valsa da Madrugada (Marcelo Sandmann)

12. Deixa pra Lá (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

13. Cantos da Palavra (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

14. Grão (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(in english)

Song of the South

How a city with no indigenous cultural

 roots   is   creating   a   musical   legacy

(first part)

 

by Daniella Thompson

Curitiba. A place with no past and an uncertain future. For the past thirty years, this modern capital of the southern state of Paraná has been an ecological pioneer and a model for urban planners around the globe, emphasizing open space and public transport. Among its notable innovations, Curitiba counts the first pedestrian-only street in Brazil and a center for environmental education. But the city seems to have lost its vision and transformed itself into the Detroit of South America. Not only are five automobile-manufacturing plants located there, but an increasingly affluent population is turning its back on the vaunted transit system and clogging the roads with vehicles.

On the cultural front, the city never had much to say for itself. Populated chiefly by European immigrants, many of them Poles, Curitiba hasn't enjoyed the benefit of native and African fonts that have enriched popular culture in other regions. Its most famous poet, Paulo Leminski (1944-1989), blamed Curitiba's cultural poverty and repression of leisure and creativity on the immigrants' puritan work ethic and excessive civic penny-pinching. "From a Freudian point of view, Curitiba is anal retention. Our sin is avarice. To create is to waste. One creates only by excess. By exuberance," wrote Leminski. While the city's economic health permitted cultural consumerism ("Access to the industrial goods of civilization, the great existential adventure of the middle class."), there was no creative counterpart to the consumption, a fact that the poet ascribed to prosperity ("Perhaps culture is produced only in response to great privation.") and the absence of that "popular humus"-folklore.

In 1996, ten years after Leminski published his observations in a book of essays, they were re-examined by Marcelo Sandmann in the article Algumas Canções em Curitiba (Several Songs in Curitiba, published in the literary review Letras). Sandmann, a professor of literature at the Universidade Federal do Paraná and a poet in his own right, concluded that Curitiba's musical output still hadn't changed sufficiently to prove Leminski wrong. Nevertheless, claimed Sandmann, the city has been manifesting a desire to change. In the absence of a fertile social soil into which it could sink roots, Curitiba is sending its roots into the air-as antennas-absorbing creative influences from the rest of the country and the world at large.

Not surprisingly, much of the music being created in Curitiba was and still is rock and pop. Sandmann, however, focused his attention on three MPB songs with a uniquely Curitiban flavor. "Não Dê Pipoca ao Turista" (Don't Give the Tourists Popcorn), written by Carlos Careqa, Adriano Sátiro, and Oswaldo Rio and recorded by Careqa in the album Os Homens São Todos Iguais, is a simple jingle-like tune that makes specific references to city locales that are not tourist spots but typical venues for the city's marginalized population of blue-collar workers, transvestites, and prostitutes. "Passantes" (Passers By), composed by Luiz Antontio Fidalgo and recorded by the group Fato in its eponymous first disc, is a love duet enacted in characteristic public spaces-Rua XV, Galeria Schaffer-that are synonymous with the center of the city. "Filhos de Gdanski," authored by carioca Antonio Saraiva and recorded by the Curitiban group Beijo AA Força in the CD Sem Suingue (Without Swing), is a satirical inquiry into the city's cultural profile. The title incorporates the name of a Polish city into that of the famous Bahian bloco-afoxé Filhos de Gandhy (Sons of Gandhi, spelled with a y for some reason), and the tongue-in-cheek musical style is the Afro-Brazilian ijexá, albeit performed by white singers in suit and tie.

The quest for a clear voice continues, both within Curitiba and without, for at least two of the city's most talented artists have chosen to settle elsewhere.

 

Chico Mello's Do Lado da Voz

 Born in Curitiba, Chico Mello studied composition with José Penalva and Hans Joachim Koellreuter, the classical composer who also taught Tom Jobim. Mello retraced Curitiba's immigration route back to Europe and since 1987 has been living in Berlin, where he finds greater freedom for esthetic expression. In Germany he continued his composition studies with German experimentalist Dieter Schnebel and learned Indian Dhrupad singing with Amélia Cuni. He is equally active in Brazil and in Europe, and his work integrates Brazilian tradition with various international avant-garde trends. He has composed for chamber ensembles as well as for orchestras such as the Berlin Symphony, the Cologne Radio Orchestra, and the Bavarian Symphony, and has worked with such diverse collaborators as Schnebel, Brazilian improvising composer/guitarist Silvia Ocougne, songwriter Carlos Careqa, and minimalist rocker Arnold Dreyblatt.

 

Mello's remarkable new disc, Do Lado da Voz, is his first all-song album. The recent interest in song stems from his studies of Dhrupad and his work with Silvia Ocougne on the CD Música Brasileira De(s)composta (Wandelweiser Records, Germany). Since the early '90s, he's elaborated unusual versions (or de-compositions, as he calls them) of well-known Brazilian songs of various eras. His novel and sometimes startling arrangements alter the songs' tempi, break their rhythm with pauses and repetitions, add samples of old recordings, and juxtapose instrumental dissonance against lyrical vocals, taking the songs out of their original contexts and transforming them into essentially new (re)creations. The earliest recording in this cycle of salvage is "Eu Te Amo" (Tom Jobim/Chico Buarque; 1980), recorded on the CD 7 Artistas do Brasil (GGM Records, Germany) and also included in the new disc. It's scored for voice, piano, clarinets, electric bass, and percussion. The latter is used for punctuation rather than for rhythmic purposes. In "Pensando em Ti" (Herivelto Martins/David Nasser; 1957), strings and clarinets play discrete repetitive phrases, while the vocals are an unpredictable dialogue between Mello's gentle voice and sampled fragments of Nelson Gonçalves' chesty one in the original recording. Noel Rosa's samba "Mentir" (1933) maintains the original rhythm and is given a period feel with acoustic guitar, Mello's intimate singing, and a voice-generated fake trumpet. In another Noel Rosa samba, "Já Cansei de Pedir" (1935), the period-style vocals and saxophone are countered by fragments of Mello's orchestral piece "Amarelinha," performed by the Berlin Symphony Orchestra. "Carolina" (Chico Buarque; 1967) is given a quiet vocal interpretation with drone-like guitar and a violin that recalls the sawing of a Jew's harp. The waltz "Rosa" (Pixinguinha; 1917) is transformed by slower singing and accelerated polyrhythms, the latter executed by guitars and the Middle-Eastern drum darabuka.

The other side of Do Lado da Voz consists of five compositions by Mello, to which he applies the same de-composition techniques. "Achado" and "Chorando em 2001," both with lyrics by Carlos Careqa, utilize multiplication of acoustic instruments to create an almost electronic ambiance. The violins in "Achado" recall Steve Reich's "Different Trains," while the title plays with the name of the Brazilian writer Machado de Assis. "Cara da Barriga" and "Valsa Dourada" are triumphs of simplicity, employing silence as an integral element of the composition. The singing here succeeds in being simultaneously straightforward and moving, and is accompanied by guitar and percussion in the former and by piano, violin, and bandoneon in the latter. The disc ends on the alliterative "Paramá" (lyrics by Walnei Costa), where an electronic program of bass, drums, and synthesizer progressively alters the tempo. Mello's voice is an extremely attractive tenor that he keeps mostly in high registers and low decibels, like a muted horn. It's as unique and intriguing as his musical voice.

Chico Mello: Do Lado da Voz (CD; 2000)

Thanx God Records TG1008

 

01. Achado (Chico Mello/Carlos Careqa)

02. Cara da Barriga (Chico Mello)

03. Pensando em Ti (Herivelto Martins/David Nasser)

04. Mentir (Noel Rosa)

05. Chorando em 2001 (Chico Mello)

06. Já Cansei de Pedir (Noel Rosa)

07. Carolina (Chico Buarque)

08. Eu Te Amo (Antonio Carlos Jobim/Chico Buarque)

09. Valsa Dourada (Chico Mello/Carlos Careqa)

10. Rosa (Pixinguinha)

11. Paramá (Chico Mello/Walnei Costa)

 

Marcelo Corrêa Sandmann & Benito Rodriguez' Cantos da Palavra

 

More than any other country, Brazil is home to that unusual hybrid, the academic popular musician. Perhaps the foremost example of this breed is world-renowned herpetologist Paulo Vanzolini, whose place is secure both in the Brazilian Academy of Science and in the annals of samba. Luiz Tatit, founder of the 1980s São Paulo band Rumo, a singer/guitarist as well as an excellent songwriter, is a university professor. The authors of Cantos da Palavra (Songs of the Word) are both professors of literature at the Universidade Federal do Paraná. Thus Marcelo Corrêa Sandmann and Benito Rodriguez know their way around words. Sandmann has been writing poetry for over ten years and published a book of poems entitled Lírico Renitente (Rio de Janeiro, 7 Letras, 2000). Rodriguez is a scholar of popular Brazilian song. His doctoral thesis traced the parallel trajectories of two great lyricists-Catulo da Paixão Cearense and Orestes Barbosa-whose work encompassed both literature and popular song.

Sandmann studied classical piano for five years in his teens and played with some groups in Curitiba, but abandoned music for letters. He believes that much of the good new music in Brazil is being created by non-professionals or by professionals in parallel projects. "Few among the new [music makers] live off their own esthetic projects," he says. His partner Rodriguez has no musical education. "He has a guitar at home, but I've never seen him play!" says Sandmann. The two began to compose at the end of 1995, alternating roles in writing music and letters, either alone or together. Their joint disc demonstrates a surprisingly broad musical range, encompassing MPB, pop, rap, samba, funk, jazz, chanson, frevo, and rock. The opening song, "Cisco" (Particle), a paean to birth and life, shows off the strong integration between music and lyrics. It begins with the rhythm of a child's heartbeat (supplied by Sandmann's son Francisco). The child's parents, Sandmann and his singer/actress wife Silvia Contursi, break in with hypnotically alliterative and onomatopoeic vocals, strongly punctuated by pulsating bass, keyboards, and percussion:

Pulso por dentro do pulso

Ritmo intimo em mim

Mundo no fundo do fundo

Vida na vida sem fim…

 

Pulse inside a pulse

Intimate rhythm in me

World at the depth of the depth

Life in a life without end…

"Rebuliço" (Confusion) is a funky argument sung by Silvia Contursi, with electric guitars, bass, with sampled drumming by Sly Dunbar and a sampling of Jason Miles' Psychic Horns. "Samba Danado" (Tricky Samba) is not really a samba, but tricky enough nevertheless. The title and the lyrics are a reference to Dorival Caymmi's classic (and highly melodic) "Samba da Minha Terra"-a standard recorded over the decades by vocal groups as disparate as Bando da Lua, Os Cariocas, and Novos Baianos and made famous worldwide by João Gilberto. Sandmann's song is an homage turned upside down, for his "Tricky Samba" is a hip-hop that de-emphasizes melody, with an arrangement that weds acoustic Brazilian percussion (caixa, tamborim, and xequerê) to electric guitars, keyboards, and programmed drumming. Caymmi's lyrics, which suggest that whoever doesn't like samba is wrong in the head or sore in the foot, here take on slightly altered but altogether new meaning, for Sandmann claims that whoever doesn't like this samba must be healthy of head and firm of foot. "Louco," sung by Sandmann, is a man's gentle confession of madness to the woman he's about to leave, while "Sutileza," beautifully sung by Contursi, pays tribute to French culture and the chanson in both melody and lyrics. "Céu & Blues" explores the jazz idiom in its lyrics, Contursi's vocals, and the arrangement for acoustic guitar, keyboards, bass, and pandeiro. Sandmann is the singer and guitarist in "Juros de Amor," accompanied by Antonio Saraiva's soprano saxophone and Edu Szajnbrun's array of unusual percussion instruments. 

"www.infolia.com.pc" is a Carnaval frevo that begins with a computer-generated prayer-like intonation and then tips the hat to the historic Carnaval samba "Pelo Telefone" (Donga/Mauro de Almeida; 1917) in its opening lyrics. It's followed by another seemingly requisite end-of-the-century song, "O Fim da História," this one a rock about apocalyptic cults. "Samba na Feira" is about the beauty of musical miscegenation, appropriately accompanied by frenetic street-style batucada from Sidon Silva, one of the more talented members of the carioca band Pedro Luís e a Parede. In a drastic change of tempo, "Valsa da Madrugada" is a lyrical song in the tradition of Tom Jobim and Edu Lobo, arranged for voice (Contursi) and piano (Grace Torres) by Torres, a member of the Curitiban group Fato. In "Deixa pra Lá" we're shunted to a funk mode, only to return to another samba, "Cantos da Palavra." The arrangement is contemporary, while the lyrics pay tribute to a long line of seminal musical figures stretching from the beginning of the 20th century until today. "Grão" (Grain) closes the album on a hopeful note with the same theme that opened it-the cycle of life-only this time in a slow ballad for voice and piano which is followed after an interval by a excerpt from "Louco" in which the wanderer returns home. All's well that ends well.

Cantos da Palavra (CD; 1999)

Independent release; sandmann@coruja.humanas.ufpr.br

Songs by Marcelo Sandmann and Benito Rodriguez

Guest vocalist: Silvia Contursi

Musical producer: Paulo Brandão

 

01. Cisco (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

02. Rebuliço (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

03. Samba Danado (Marcelo Sandmann)

04. Louco (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

05. Sutileza (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

06. Céu & Blues (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

07. Juros de Amor (Marcelo Sandmann/Ricardo Carvalho/Benito Rodriguez)

08. www.infolia.com.pc (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

09. O Fim da História (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

10. Samba na Feira (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

11. Valsa da Madrugada (Marcelo Sandmann)

12. Deixa pra Lá (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

13. Cantos da Palavra (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)

14. Grão (Marcelo Sandmann/Benito Rodriguez)