Frei Betto: "Sempre più poveri in Brasile"

Il sacerdote brasiliano si dice pessimista sulla situazione internazionale 

di Gianluca Notarianni



"Siamo di fronte ad un sistema economico che definirei di globocolonizzazione piuttosto che di globalizzazione". Si è conclusa con queste parole la conferenza tenuta lo scorso 17 ottobre a Siena, presso la  facoltà di Scienze Politiche, da Frei Betto, al secolo Carlos Alberto Libanio Christo, padre domenicano brasiliano che fin da giovanissimo ha combattuto battaglie per la giustizia sociale, dapprima opponendosi al regime militare ed ora lottando per i diritti dei "meninos de rua" di São Paulo.

Frei Betto ha analizzato l'attuale situazione mondiale secondo un'ottica sudamericana, evidenziando come gli Stati Uniti abbiano sempre condizionato la vita di altre nazioni: la prima volta che gli USA attaccarono un Paese dell' America Latina fu nel 1831, occupando le Isole Malvinas e aiutando successivamente la Corona Britannica ad insediarsi sulle isole cui fu dato il nome di Falkland. Nel 1845 attaccarono il Mexico; successivamente, nel 1847, si impadronirono del Nuovo Messico, del Texas, dell'Arizona e della California. La politica espansionistica degli Stati Uniti nei confronti dell'America Latina proseguiva ancora nel 1852 con l'occupazione di Buenos Aires e nel 1855 con l'invio in Nicaragua di William Walker, che si autoproclamò presidente dell'America centrale; nel 1856 fu la volta di Panama, iniziando la costruzione del canale; nel 1895 di Cuba, e nel 1898 gli USA si appropriarono di una nazione libera e sovrana, Puerto Rico.

La colonizzazione americana proseguiva ancora nel XX secolo con l'invasione nel 1905 della Repubblica Dominicana e con l'installazione a Guantanamo, in Cuba, di una base navale che continua ad essere proprietà degli Stati Uniti; nel 1912 fu la volta dell' Honduras, dove dal 1915 al 1934 venne instaurato un regime militare comandato dal Generale Duvalier. Nel 1954 l'appoggio nordamericano provocava la caduta del governo guatemalteco liberamente eletto di Jacobo Arbens Guzmàn, che aveva realizzato una serie di riforme democratiche (suffragio universale, lotta contro l'analfabetismo, redazione di un codice del lavoro, riforma agraria). La figura di questo presidente socialmente progressista fu descritta dal Nobel per la Letteratura, Miguel Angel Asturia, nel libro "Signor Presidente". Anche in Brasile gli USA favorirono la caduta del governo moderatamente progressista di Goulart, che nel breve arco di tempo della sua presidenza aveva avviato il lavoro di risanamento della pubblica amministrazione e un piano triennale di sviluppo dell'economia. Nel 1964 si impose nella scena politica brasiliana la dittatura militare, estesasi in seguito in Argentina, successivamente in Uruguay fino alll'11 settembre del 1973, quando gli Stati Uniti culminarono nella loro politica sostenendo il golpe in Cile del generale Pinochet. 

Nel 1991 la Cia ha incontrato un miliardario saudita anticomunista di nome Osama Bin Laden, cui ha offerto collaborazione nella guerra da lui combattuta a fianco degli Afghani contro l'Unione Sovietica, insegnandogli a costruire bombe, ad usare codici segreti per le comunicazioni, a promuovere atti terroristici e a movimentare denaro attraverso i paradisi fiscali. L' attuale guerra, dice Frei Betto, non è una guerra tra bene e male, bensì una guerra tra due mali. Infatti il terrorismo è da condannare in quanto sacrifica vite innocenti e favorisce sempre una sola parte: l' estrema destra. Mai il terrorismo ha favorito i poveri, ma è ancora più grave il fatto che la Casa Bianca non sia impegnata a combatterne le cause, ma solo gli effetti. 

L' egemonia politico-economica degli Stati Uniti nelle varie parti del mondo si traduce nell' attuale modello di globalizzazione, che non fa altro che aumentare la disuguaglianza sociale. Attualmente la popolazione mondiale è di sei miliardi di persone: secondo i dati della Banca Mondiale, un miliardo e duecento milioni vivono con un dollaro al giorno, e due miliardi ed ottocento milioni con due dollari. Ciò significa che quattro miliardi di persone vivono in stato di estrema povertà, pertanto ai margini della società. La globalizzazione impone alla società mondiale il solo modello anglosassone incentrato sull' economia di mercato, in cui tutto è valutato in base al valore di mercato, finanche le relazioni interpersonali. Nel passato la relazione era "essere umano-merce-essere umano"; ora è "merce-essere umano-merce". Con il neo liberalismo è pertanto il valore delle cose che possediamo a darci importanza e rispettabilità. Il padre brasiliano continua puntando il dito contro i mass media, e in particolare contro la televisione, che produce sempre meno cultura ma più intrattenimento, poiché si rivolge non a cittadini bensì a consumatori. Secondo Betto, la televisione non vende solo prodotti, ma stili di vita ed esiste solo in funzione del mercato. 

In una cultura in cui la Storia sta perdendo sempre più valore, si ha la sensazione che tutto debba succedere ora ed adesso, e ciò crea grande angoscia, poiché l'individuo non riesce a progettare la propria soggettività determinando così un grave conflitto tra i propri desideri e la possibilità concreta di realizzarli. Soffermandosi brevemente sulla situazione brasiliana, che presenta in sé tutti i paradossi che un tale sistema produce, Frei Betto ha denunciato come negli ultimi 10 anni in Brasile l'apertura incontrollata al mercato stia facendo aumentare in maniera esponenziale le preesistenti differenze tra ricchi e poveri, e come tutto ciò si traduca in una crescita della violenza. E ha infine indicato nella crescita del latifondo, nella costruzione di dighe e negli alti tassi di interesse bancario i fattori che negli ultimi 40 anni hanno contribuito all'aumento di questo triste fenomeno, ricordando le lotte che il Movimento dei Sem Terra sta combattendo per una seria riforma agraria, a suo dire la via più corretta per lo sviluppo brasiliano. 

 

Carlo Alberto Libanio Christo, più conosciuto come Frei Betto (diminutivo di Alberto), è nato a Belo Horizonte, in Brasile, nel 1944. Nel 1965 entra nell'Ordine domenicano pochi mesi dopo il colpo di stato in Brasile. Con altri confratelli si oppone non soltanto alla dittatura militare, ma avvia una riflessione sulla situazione del suo paese e più in generale di tutto il Sudamerica. Arrestato nel 1969 per attività giudicata sovversiva dal governo brasiliano, viene incarcerato insieme ad altri frati Domenicani per resistenza e avversione al regime militare brasiliano. Rimane in carcere per quattro anni. Riprende poi il suo posto come cattolico, teologo, scrittore, uomo e religioso sempre al fianco dei più deboli e degli esclusi. Ha vissuto nelle favelas tra gli operai della periferia industriale di San Paolo e accanto ai ragazzi di strada. Ha creato e segue una comunità di base, oltre a mantenere sempre viva la sua attività di scrittore e giornalista. E' considerato oggi una delle personalità di primo piano della Chiesa latino-americana e della teologia della liberazione, ma è più conosciuto e apprezzato per il suo continuo impegno a favore dei diritti umani e contro quelle forze che vorrebbero mortificare il valore e la dignità di ogni uomo.