I mille volti del Brasile in mostra

Sandro Enrique Silveira e altri sette artisti brasiliani
hanno esposto alla Fondazione Maimeri di Milano

di Fabrizia Clerici

 

   Sedici artisti Sudamericani, tra cui otto brasiliani, hanno esposto dal 18 settembre all'11 ottobre scorsi allo Spazio Montenero di Milano in una mostra dal titolo "Dalla parte del colore". Sono i vincitori del 1° Premio Maimeri Latino Americano, promosso dalla Fondazione Maimeri nata in ricordo dell'artista lombardo Gianni Maimeri (1884-1951), fondatore dell'omonima azienda di colori e prodotti per belle arti. Da sempre la Fondazione sostiene attività di valorizzazione delle opere di giovani talenti, promuove retrospettive dedicate a Gianni Maimeri, e organizza il noto ciclo "Il Colore della Musica". Il Premio Maimeri nasce nel 1997 da un'idea di Luis e Taluhama Rocha, titolari della brasiliana Casa do Restaurador, società di São Paulo impegnata nella distribuzione dei prodotti per le Belle Arti Maimeri in Brasile e soprattutto attivo punto di riferimento della comunità artistica.Nel 1999 viene presentata la seconda edizione del Premio Maimeri e il successo fu strepitoso: giunsero oltre 1800 opere brasiliane e si volle offrire la possibilità ai vincitori del premio di esporre l'anno successivo in Italia, ad Asolo. Nel 2001 il Premio Maimeri ricevette un altro importante impulso: la società artistica argentina DiBu contribuì alla crescita del Premio coinvolgendo, insieme alla Casa do Restaurador, non solo l'Argentina ma anche il Paraguay, l'Uruguay, il Venezuela e Cuba. Il Premio Maimeri Brasil è così diventato Premio Maimeri Latino Americano, accolto con vivo interesse sia in America Latina che in Italia. Le opere vincitrici di questa edizione hanno superato una durissima selezione: delle 3.800 pervenute, solo 27 si sono aggiudicate il riconoscimento che le ha portate, prima di approdare a Milano, in due prestigiosissimi spazi espositivi: il "Memorial da America Latina" di San Paolo e il "Palais de Glace" di Buenos Aires.

Il primo classificato nella categoria disegno è il brasiliano Sandro Henrique Silveira, che espone "Olhar perdido de CDA", "Identidades 2/3" e "Identidades nacionais", un insieme di volti disposti con precisa geometria, con colori e posizioni che ne richiamano gli stati d'animo. E dopo aver osservato i quadri, abbiamo potuto ascoltare le parole dell'artista.

 

Come nasce questo suo amore per il disegno?

Innanzitutto voglio chiarire che mi sono avvicinato all'arte plastica di recente; lavoro come architetto a Niteroi (Rio de Janeiro) e più volte ho curato l'allestimento di mostre. La mia formazione è dunque architettonica e al disegno sono giunto quasi per caso, senza nessuna pretesa: durante l'allestimento scenografico che curavo per le esposizioni di altri artisti, mi sono ritrovato con i colori in mano, generalmente pastelli ad olio, coi quali tracciavo questi volti sulla parte finale, inutilizzabile per ogni buon architetto, dei rotoli di carta.

E come mai i volti? C'è una ragione precisa che l'ha portata a concentrarsi sul viso?

Questa serie "Identidade" è nata nel 2000. Credo che da un lato mi abbia spinto una sorta di ricerca storica sull'identità brasiliana. C'è la storia del Brasile in questi ritratti, di un Brasile a cui manca un'identità nazionale specifica: chi siamo, in fondo: discendenti di indios? di europei? di africani? Spesso noi brasiliani abbiamo una sorta di complesso di inferiorità rispetto a questa mancanza precisa di una identità. Dall'altra, più passava il tempo e più mi accorgevo di disegnare volti a me famigliari. Ho fatto insomma il ritratto a ogni componente della mia famiglia, e a tante persone che ho incontrato nella mia vita. Ritengo anche che il soggetto sia l'opera stessa, e quindi l'identità del soggetto è quanto mi sta più a cuore.

C'è una certa precisione geometrica nella struttura delle sue opere.

Questi disegni nascono in modo molto viscerale. Il primissimo schizzo è solo un'ombra, un abbozzo, e pian piano si delinea la figura, e solo alla fine la composizione generale. Credo che per me sia un percorso psicanalitico, che si conclude solo a disegno compiuto. Ho spesso disegnato le persone amate e perse, oppure quelle comparse nella mia vita, incontrate quasi per caso. Mi accorgo che in definitiva è un lavoro che ha molto a che fare anche con la mia stessa identità. Ho perso un fratello molto amato, tempo fa e da allora mentre lo disegno mi chiedo se questa non sia anche una ricerca per capire chi sono io dopo la perdita di una persona amata.

Quindi è un'arte che nasce dal ricordo, dal passato. E che aiuta a ricostruire un presente.

Esattamente. E non sa che emozione esporre in Italia, un paese tanto ricco di passato ma anche tanto moderno; è la prima volta che viaggio fuori dal Brasile e con mia moglie siamo in uno stato di emozione continua. Credo che l'impatto dell'Europa su noi brasiliani sia pari a quello dell'Amazzonia su voi europei! Qualcosa di completamente nuovo.

E vedere tutta questa arte, architettura, pittura nelle città italiane, che effetto le fa?

Stamattina sono entrato nel Duomo e finalmente ho capito, ho sentito cos'è il gotico. Lo avevo studiato sui libri, e l'ho visto riprodotto chissà quante volte e me quindi ne ero fatto un'idea, ma dal vero è incredibile! Dopo Milano grazie al Premio Maimeri potrò viaggiare per 2 settimane con mia moglie e andremo a Roma, Siena e Venezia. Non vedo l'ora.

Mi sembra che il suo amore per l'Italia abbia radici profonde.

E' così. Sono molto appassionato di cinema e ho da poco cominciato un lavoro di educazione attraverso il cinema rivolto alle scuole pubbliche. L'Italia l'ho conosciuta grazie ai film di Rossellini, Antonioni, Fellini. "Roma città aperta" mi ha commosso, trovo sia un capolavoro. E Fellini! Viaggiando nel nordeste e incontrando quelle donne forti e povere dell'interno del Brasile mi sono ricordato di alcune figure femminili del cinema italiano degli anni '50.

 

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Il volto ritratto o autoritratto è il tema di altri due artisti brasiliani:

il secondo classificato nel disegno Guilherme Leme Marcos Garcia ("Sem título"); e il secondo classificato contemporaneo Roberto Alfonso Triviño ("Diálogo comigo mesmo I" e "Diálogo comigo mesmo II"). Due le menzioni speciali della giuria: per Armindo Leal Marques ("A cafetina do bordel da zona") e per Antonio Julio Gacomin ("Chapéus"). E concludono questo sguardo sull'arte contemporanea brasiliana Paulo Roberto Queiroz Rodrigues ("Colunas, pátio e teto"), David Wang Pen Liang ("Cães de caça") e Santo Moretti ("Serra Pelada").

 

1° Premio Maimeri Latino Americano
"Dalla parte del colore" - 16 artisti dal Sudamerica
dal 18 Settembre all'11 ottobre 2002 a Milano, Spazio Montenero

 

"Dalla parte del Colore" - catalogo a colori edito dalla Fondazione Maimeri, con un testo critico del curatore Antonio D'Avossa.