«La musica è nella voce delle donne» 

Intervista a Milton Nascimento

 

di Fabio Germinario

 

(em portugues)

 

    «Pietà» è il titolo del suo ultimo disco. Ma «pietà», intesa come compassione e commossa commiserazione di fronte alle sofferenze altrui, è anche un termine andato in disuso, e che quando raramente viene utilizzato lo è con un'accezione negativa, quasi di scherno. Non per Milton Nascimento, che nella lunga intervista che segue ci spiega come invece la pietà, la "pietas" intesa come cura e attenzione scrupolosa nei confronti di una persona, sia un sentimento che non solo i credenti, ma forse un po' tutti dovremmo riscoprire. L'empatia nei confronti di chi rivela di sé o ci rivela una propria debolezza, la compassione, la profonda comprensione per le vittime di tante tragedie private oppure universali. Come la guerra. Milton Nascimento non ha certo bisogno di presentazioni, ma chi lo conosce solo come uno dei grandi autori della musica popolare brasiliana di sempre, forse non immaginava che fosse anche dotato di umanità e sensibilità non comuni. Le risposte che ci ha dato rivelano l'esistenza di una persona vera. Come tutte le persone dovrebbero essere. 


"Pietá" è il titolo del suo nuovo disco, il primo contenente brani inediti uscito a suo nome negli ultimi cinque anni. Lei lo dedica a sua madre adottiva, alla donna e alla voce femminile in generale. Per quale motivo?

«Guardi, quando ero bambino, quando ero una creaturina, mi piaceva ascoltare cantare solo le donne. Per me le donne cantavano con il cuore, mentre gli uomini desideravano solo dimostrare di avere la voce, è una considerazione che mi ha seguito durante tutta la mia infanzia. E allora imparai a cantare con le donne, principalmente mia madre Lilia, che non era una cantante professionista, ma aveva già cantato nella corale con Villa Lobos e che mi insegnò a cantare varie canzoni e oltre a ciò mi diede una piccola fisarmonica che è una specie di accordeon, solo che differente: ha i tasti su due lati, otto bassi e una parte sull'altro lato: chiudendo fa un suono, aprendo, un altro. Bene, le donne che io ascoltavo, oltre a mia madre, erano ad esempio Ella Fitzgerald, Julie London e varie interpreti brasiliane. Ma fu una in particolare ad agitare la mia immaginazione, una cantante di nome Angela Maria. E allora, fino a quando la mia voce incominciò a ingrossarsi e io scoprii che anche gli uomini potevano avere il cuore, furono le donne a insegnarmi a cantare». 

Perché ha deciso di intitolare "Pietá" un disco dedicato alla donna? Si tratta di un riferimento alla "pietas" femminile di derivazione cristiana, o vi sono altre ragioni?

«Ogni volta che vado a Roma, al Vaticano, rimango ore a contemplare la Pietà di Michelangelo, ma senza aver mai compreso il motivo di questa estrema ammirazione. Non me ne sono mai chiesto il motivo e non ho pensato fosse dovuto ad altro se non alla bellezza dell'opera che io rimanevo a osservare,
dettaglio per dettaglio. Ora quando mi è venuta l'idea di fare questo disco dedicato alle donne, una cosa mi ha colpito: la mia anima si è riempita di emozione pensando che io avevo la mia Pietà - la mia misericordia - che è mia madre adottiva Lilia. Ai tempi della sua morte, mia madre naturale lavorava a casa della famiglia di Donna Lilia e quando morì mi mandarono dalla mia nonna di sangue a Juiz de Fora, città situata all'interno dello stato del Minas Gerais. Loro mi trattarono molto bene là, ma io cominciai ad avere una forte nostalgia delle persone di Rio e cominciai ad ammalarmi, ad ammalarmi al punto che in verità penso stessi per morire. Intanto, qui a Rio de Janeiro mia madre Lilia capiì che avevo qualcosa che non andava. Allora vennero a casa di mia nonna e lei mi manifestò l'intenzione di adottarmi, per prendersi cura di me completamente. E mia nonna che era molto buona, capì l'autenticità del suo gesto, delle parole di Dona Lilia, e accondiscese. Per questo motivo Dona Lilia è la mia Pietà, perché io stavo veramente molto male di salute a causa di questa grande malinconia. Lei venne a prendermi, mi prese in braccio e si prese cura di me totalmente. Allora per me, mia madre adottiva Lilia è la mia Pietà. La Pietà. Per questo ho deciso di chiamare il disco Pietà».

Tra le partecipazioni a questo cd vi è anche quella di Maria Rita Mariano, che è figlia del musicista Cesar Camargo Mariano e di Elis Regina, quest'ultima primo nome noto al grande pubblico a incidere, nel 1966, una sua composizione. Ed è proprio a Elis che lei dedica una parte di questo disco. Quanto ha contato per lei questa indimenticabile interprete della musica popolare brasiliana?

«Il primo brano del disco lo dedico a due - tre persone, a mia madre Lilia, a una cantante brasiliana che si chiama Angela Maria e a altre cantanti, a tutte le cantanti del mondo. Bene, considero l'evento che portò Maria Rita ad apparire nella mia vita una cosa molto spirituale, perché dopo che Elis morì quando lei aveva tre anni, io vidi Maria Rita soltanto due volte a New York poco tempo fa, pochi anni fa. Lei era totalmente assorbita dal suo studio, e nulla più. Io stavo facendo concerti,  e lei un giorno venne nel mio camerino e cominciammo a conversare. Poi un giorno
mentre ero qui a Rio de Janeiro, alle prove di un concerto, vidi Maria Rita in platea che assisteva alle prove. Così durante un intervallo uscii per parlare con lei e lei tirò fuori un cd, una demo che lei aveva inciso e me lo diede da ascoltare e da tenere. Mi raccomandò di non mostrarlo a nessuno, dicendomi: "Ascoltalo, e dimmi che cosa fare della mia vita". Quando mi disse così io... fu una cosa che mi colpì molto internamente, perché la storia si ripeteva, e questa volta in un altro modo. La prima volta che accadde, fu Elis che fece conoscere me, e ora sua figlia veniva da me senza nemmeno sapere molto della mia storia con Elis. Lei arrivò da me e mi diede l'opportunità di lanciarla, esattamente come fece sua madre con me... Fu veramente Elis la prima persona a incidere un mio brano, quando nessuno nemmeno sapeva chi io fossi. Era "Canção do Sal", e dopo rimanemmo molto amici. Questa cosa oltrepassò l'aspetto musicale. L'amicizia prevalse sulla musica e unendo entrambe, amicizia e musica, io in questo modo riuscivo a comporre pensando alla voce di Elis. Non ho mai pensato a me, e nemmeno a un'altra interprete. Scrivevo le mie canzoni pensando a come lei le avrebbe interpretate. Poco tempo dopo, in un'intervista, Elis ricordò che si diceva fosse l'interprete di Gilberto Gil e cose simili, ma negando questa tesi e affermando che fosse lei la mia interprete. Che quando le arrivava una mia canzone per le mani, sapeva già come interpretarla. Una volta mi trovavo all'ingresso di Tv Record dove Elis faceva il suo programma quando improvvisamente uscì. Stavamo discorrendo insieme quando a un certo punto lei mi chiese dove avrei trascorso il Natale, così le risposi: "Vado a Tres Pontas, nel Minas, insieme con la mia famiglia". Lei allora mi disse: "No, tu vieni con me a Rio a conoscere la mia, di famiglia". E io che allora non ero ancora tanto affezionato a lei, in quel caso venni a Rio e trascorsi qui il Natale, a casa sua. E dopo che distribuimmo i doni e via dicendo, lei si sedette su una sedia e cominciò a piangere. Era molto giovane e per via di quella tristezza dovuta al fatto di essere ricercata solo in quanto artista famosa, interprete divina, la gente dimenticava che lei era una persona e quando mi confidò queste cose fu così che nacque una cosa che divenne amicizia, perché lei scelse me per raccontare ciò che stava passando. Da quel momento fummo amici per la vita, e io fui il miglior amico che lei ebbe, così come lei fu una delle mie migliori amiche». 

Il Brasile non sembra ancora avere elaborato il lutto di una perdita così grave come quella di Elis, nel senso che fino a oggi non sembrano comparsi sulla scena nomi di analoga grandezza. Lei è d'accordo con questa tesi? E in prospettiva ne vede qualcuno in grado di raccogliere, in futuro, l'eredità di Elis Regina?

«Guardi, il Brasile non ha ancora elaborato il lutto per la morte di Elis, perché non c'è chi la possa sostituire. Non esiste questa faccenda di essere sostituti, lei è stata ed è rimasta una persona speciale, che oltre alla musicalità possedeva tutte le cose che una persona dovrebbe avere. Si preoccupava di tutto, del suo paese, della politica. Cantava solo ciò che voleva e così faceva per molte altre cose; Elis è... penso che sia un simbolo del Brasile e così non riesco a pensare che altri possano ereditare la grandezza e la fama che Elis ha conquistato, perché lei è stata e sarà sempre unica».

Superati alcuni gravi problemi di salute e oltrepassata, insieme ad altri suoi illustri colleghi, la soglia dei sessant'anni, ultimamente lei appare in forma: oltre ad avere fondato una nuova etichetta discografica, ha dichiarato di essere interessato a lanciare nuovi talenti. Si sente pronto a rivivere i fasti del periodo di "Clube de esquina"? E che cosa vuole dire, per lei, invecchiare?

«Quando verrò in Italia avrete l'opportunità di vedere come porto i miei 60 anni, perché non sono molto in sincronia con questo orologio della Terra, con i tempi biologici e tutte queste cose, perché non sono e non mi sento un sessantenne e tra l'altro ho sempre più volontà di lavorare, di conoscere gente nuova, di fare ciò che ho sempre fatto da quando sono nato: portare persone sulla scena musicale e fare insieme a loro cose nuove. Desidero sempre lanciare gente nuova. I tempi di Clube da Esquina non ho smesso di viverli. Compreso Clube da Esquina 3, che per me è un disco chiamato "Angelus" nel quale divido le tracce con artisti qui brasiliani, e anche stranieri, davvero tanta gente. E' la storia della mia vita, Angelus. A cominciare da "Seis horas da tarde", il brano che apre il disco, che è l'ora in cui io nacqui, l'ora dell'Angelus, l'ora che l'angelo apparse a Maria per dirle che sarebbe stata madre».

Quali ricordi conserva di Clube da Esquina?

«Beh, il ricordo più importante di Clube da Esquina è la registrazione di quel disco. Fu molto bello riunirsi, in un modo tutto nuovo. Soltanto io avevo un contratto
discografico a quei tempi, e mi portai in sala di incisione Lô Borges, Beto Guedes e anche Alaíde Costa che era già una cantante, ma ancora quasi sconosciuta, e molta allegria. Una cosa di cui ancora oggi sento la mancanza è che sempre, tutti i giorni ci ritrovavamo a casa uno dell'altro, per cantare, suonare, discutere, mentre oggi la vita va così di fretta che questo succede poco, e ne sento molto la mancanza».

A proposito di nuovi talenti, quali sono a suo parere i nomi dei giovani musicisti e interpreti più interessanti nel panorama musicale attuale?

«Beh, vi sono molti compositori: ad esempio, in Minas Gerais ci sono Flávio Henrique, Chico Amaral, il componente del Grupo Skank, Samuel Rosa,  musicisti di altri gruppi e tanta gente. La stessa cosa anche a Rio, a São Paulo... Il Brasile è una fonte che non smette di sgorgare, grazie a Dio». 

La musica popolare brasiliana vive tuttavia un momento di stasi: almeno questa è la sensazione che avvertiamo in Europa. Le case discografiche sono in crisi per via della pirateria ma anche perché rischiano troppo poco, limitandosi per lo più a proporre raccolte. Lei crede nel futuro delle etichette indipendenti oppure in un nuovo modo di fare e di vendere musica?

«Guardi, questa abitudine di lanciare raccolte la trovo buona, perché il tempo passa, e molti ragazzi che hanno ancora  20, 18 fino a 15, 12 anni, non hanno ascoltato i dischi usciti prima che nascessero. E se il papà o la mamma non avessero un archivio di autori, di interpreti, se non fossero legati a questi dischi, questi ragazzi non riuscirebbero mai a conoscere gli artisti degli ultimi 100 anni. Persino io li dimenticherei». 

Quale musica ama ascoltare, in questo periodo?

«Ho ascoltato tutto ciò che di nuovo è uscito qui in Brasile, e se dovessi citare qualcuno dovrei fare un elenco di 50 nomi. Allora preferisco dire che ascolto molte cose, non solo rock' n’roll, pop, samba, musica classica, insomma soltanto qualcosa. Ascolto di tutto, e ho sempre avuto questa abitudine». 

Conosce musicisti italiani? E quale idea si è fatto del nostro paese?

«Conosco una cantante italiana, così come anche altre, ma ce n'è una che considero speciale e che è Mara. Lei ha cantato varie cose insieme a me e anch'io ho cantato con lei, e da questa esperienza ne è uscito un cd strano, con poche canzoni, che non è stato ultimato. Troveremo il tempo di organizzarci e rifinirlo».

Ha in programma di tornare prossimamente in tournée in Italia?

«E' impossibile fare una tournée in Europa senza passare per l'Italia. Io giro tutto l'anno e sono sempre in posti diversi. E tutte le volte che ci sono venuto sono accadute cose bellissime e che ci hanno lasciati molto felici. Noi incontriamo amici musicisti di tutto il mondo a questi festival che avete lì in Italia. Così in giugno inizieremo la nostra tournée europea, e l'Italia ne farà parte». 

Caetano Veloso ha detto di lei: «É una persona che trae un messaggio culturale dalla sua stessa storia. Abisso di storia brasiliana. Queste cose fanno di lui un mineiro molto mineiro, ma unico, grande eccezione nel paesaggio mineiro». Da cosa deriva questo suo amore viscerale per la sua terra e questo attaccamento alle sue radici?

«Il mio amore per la mia terra e le mie radici sono cose fissate profondamente dentro di me, ma io non mi considero solo mineiro e nemmeno di Três Pontas. Penso di essere parte di un tutto, compreso il fatto che non esistono termini o generi per dire che la mia musica non sia da considerarsi un fatto interessante accaduto in Danimarca: la prima volta che ci andai c'era un poster che annunciava un festival, citando, ad esempio: Miles Davis - jazz, e si riportavano anche i nomi di altri artisti, ognuna con il proprio genere musicale, e quando si arrivava a Milton Nascimento, il genere scritto vicino al mio nome era... Milton. Mi considero cittadino del mondo e desidero essere ascoltato nel cantuccio più appartato che esista nel Pianeta Terra, e anche della Luna, e in altre galassie... basta chiamarmi che io arrivo».

Con l'elezione di Lula il Brasile sembra avere voltato pagina e l'uso della parola «speranza», nel suo paese, è diventato piuttosto ricorrente. Lei condivide questo sentimento comune? E crede ancora nella politica come strumento per migliorare il mondo?

«Considero l'elezione di Lula una cosa molto positiva perché era da tanto tempo che non si vedeva gente così felice e nemmeno una persona dire cose così belle. Quello che la gente ha notato con i propri occhi è che Lula diceva la verità. Allora spero e faccio affidamento sul fatto che Lula riesca a circondarsi di persone che lo aiutino a ricordare di realizzare anche altre cose che non ha promesso, ma che può realizzare. Bene, io credo che la politica possa cambiare il mondo perché è naturale che questo accada. Esiste, la politica, anche se preferirei che non esistesse. Ma poiché esiste, allora è necessario darle credito, e io trovo che mentre guardo negli occhi un bambino e gli leggo dentro quella vivacità, quella lucentezza, quel bambino mi trasmette speranza. E il giorno che perderò questa speranza, avrò chiuso». 

Lei ha una volta ha dichiarato: «Tutto il mondo è responsabile della devastazione del pianeta, della distruzione delle foreste, della morte della fauna e della flora, della follia
insita nell'essere umano, il proprio autodistruggersi. Allora, nella misura del possibile, voglio essere ascoltato da tutti. Nessuno escluso, il rimprovero è diretto a Dio e al Mondo e anche a me, se rimango silenzioso». Si sente di esprimere i suoi sentimenti per ciò che sta attualmente accadendo in Iraq? 

«Beh, la gente ora è assorbita dai media in merito a questa vicenda della guerra in Iraq, ma ci sono tante altre guerre, comprese quelle tra i popoli, e senza parlare di ciò che accade nelle grandi città di tutto il mondo. Non è solo una guerra quella che sta accadendo. Il mondo intero è in guerra e questa è una cosa che mi rende molto triste. Non so perché qualcuno un giorno mi disse che tra tutte le creature di Dio, solo l'uomo possiede il cervello, l'intelligenza. Solo gli uomini la posseggono. Ma ditemi, dove è questa intelligenza?».


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La discografia di Milton Nascimento

- PIETA' (2002)
- GIL E MILTON (2000) 
- CROONER (1999) 
- TAMBORES DE MINAS - AO VIVO (1998) 
- NASCIMENTO (1997) 
- AMIGO (1995) 
- ANGELUS (1993)
- O PLANETA BLUE NA ESTRADA DO SOL (1991)
- TXAI (1990) 
- YAUARETÊ (1987)
- A BARCA DOS AMANTES (1986) 
- ENCONTROS E DESPEDIDAS (1985) 
- MILTON NASCIMENTO AO VIVO (1983)
- ÂNIMA (1982) 
- MISSA DOS QUILOMBOS (1982) 
- CAÇADOR DE MIM (1981) 
- SENTINELA (1980) 
- JORNEY TO DAWN (1979) 
- CLUBE DA ESQUINA 2 (1978)
- MILTON (1976) 
- GERAES (1976) 
- NATIVE DANCER - WAYNE SHORTER FEATURING MILTON NASCIMENTO (1975) 
- MINAS (1975) 
- MILAGRE DOS PEIXES - GRAVADO AO VIVO - MILTON NASCIMENTO e SOM - IMAGINÁRIO (1974) 
- MILAGRE DOS PEIXES (1973) 
- CLUBE DA ESQUINA - MILTON NASCIMENTO e LÔ BORGES (1972)
- MILTON (1970) 
- MILTON NASCIMENTO (1969) 
- COURAGE (1968) 
- MILTON NASCIMENTO (1967) 
- TRAVESSIA (1967)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(em portugues)

 

«A musica esta na voz das mullheres»

Entrevista a Milton Nascimento

 

por Fabio Germinario


"Piedade" é o seu novo trabalho. Aliás, um trabalho completamente novo nos últimos 5 anos, dedicado a sua mãe adotiva e às mulheres, em geral. Por que vc escolheu o "mundo feminino" pra dedicar o seu CD?

«Olha, quando eu era menino, quando eu era criança, eu só gostava de ouvir as mulheres cantando. Pra mim as mulheres cantavam com o coração, enquanto os homens queriam apenas demonstrar que tinha voz, isso é uma coisa que eu segui durante toda a minha infância e então eu aprendi a cantar com as mulheres, principalmente a minha mãe Lilia, que não era uma cantora profissional, mais já tinha cantado no coral com Villa Lobos e que me ensinou a cantar várias músicas e além disso me deu uma sanfoninha que é uma espécie de acordeom, só que diferente: tem botões dos dois lados, oito baixos e uma porção do outro lado: fechando é um som, abrindo é outro. Bem, as mulheres que eu ouvia ainda, além da minha mãe, eram por exemplo Billie Holliday, Sarah Vaughn, Ella Fitzgerald, Julie London e várias cantoras brasileiras. Mas uma em especial mexeu muito com minha cabeça, que foi uma cantora chamada Angela Maria. E então, até que a minha voz começasse a engrossar e eu descobrisse que homem também podia ter coração, foram as mulheres que me ensinaram a cantar».

Por que você decidiu chamar de "Piedade" um CD dedicado às mulheres? É, por acaso, uma referência as "pietas" femininas de origem cristiana ou existe outras razões?

«Sempre que eu vou a Roma, ao Vaticano, fico horas olhando o Pietá de Michelângelo, mas eu não tinha nenhuma explicação para essa admiração extrema.Nunca me perguntei o porquê e nunca pensei em outra coisa a não ser na beleza da obra e eu ficava olhando detalhe por detalhe. Agora quando veio a idéia de fazer este disco dedicado às mulheres, uma coisa me bateu: A minha alma se encheu de emoção ao saber que eu tinha minha Pietá - minha piedade - é minha mãe adotiva Lilia. Quando minha mãe de sangue morreu, ela trabalhava na casa da família da Dona Lilia, eles me mandaram então para morar com a minha avó de sangue em Juiz de Fora, cidade do interior do estado de Minas Gerais. Eles me trataram muito bem lá, mas eu comecei a ter um problema muito forte de saudade do pessoal do Rio e fui ficando doente, doente e pra dizer a verdade, eu acho que quase morri. Enquanto isso, aqui no Rio de Janeiro a minha mãe Lilia sentiu que algo não ia bem comigo. Então foram até a casa de minha avó e ela me pediu em adoção, pra cuidar de mim por toda a minha vida. E minha avó que era muito boa, viu tanta verdade no que ela falava, no que a Dona Lilia falava, que cedeu na hora. Então, a Dona Lilia pra mim é minha Piedade, porque eu estava praticamente muito mal de saúde , por causa de uma saudade.Ela foi me pegar, me pegou no colo e cuidou de mim a vida inteira. Então pra mim , minha mãe adotiva Lília é minha Pietá - Pietá. Por isso é que resolvi chamar o disco de Pietá».

Entre as participações desse CD tem a de Maria Rita Mariano, filha de César Camargo Mariano e Elis Regina. E é à Elis que você dedica uma porção do novo CD. Isso tem a ver com o fato de que foi ela a primeira artista famosa a gravar, em 1966, uma composição sua? O que significou pra você Elis Regina?

«A primeira música do disco eu dedico a duas pessoas - a três pessoas, pra minha mãe Lilia, a uma cantora brasileira chamada Angela Maria e às outras cantoras, todas do mundo. Bom, a coisa de Maria Rita ter aparecido na minha vida, foi uma coisa muito espiritual, porque depois que a Elis morreu, quando ela tinha 3 anos, eu só vi Maria Rita duas vezes em Nova Iorque há pouco tempo, poucos anos. Ela estava estudando inclusive numa faculdade, e tudo mais. Eu estava fazendo shows, ela ia lá no meu camarim e ficavamos conversando.Aí um dia, eu estava aqui no Rio de Janeiro, ensaiando um show , quando eu vi Maria Rita na platéia do ensaio. Aí no intervalo desci, fui conversar com ela e ela me apareceu com um CD, que era um CD único, que ela tinha gravado e me deu esse CD para ouvir e guardar.Ela falou para eu não mostrar para ninguém e ela disse assim: "Ouve isso e me diga o que eu faço da minha vida". Quando ela falou isso eu .. foi uma coisa que me bateu muito na alma, porque a história se repetia dessa vez de outra maneira. Na primeira vez, foi a Elis que me lançou e agora a filha dela vinha a mim e ela nem sabia muito da minha história com a Elis.Ela chega, e me deu a oportunidade de lança-la,como a mãe dela fez... É realmente a Elis foi a primeira pessoa a gravar uma música minha, quando ninguém nem sabia o que eu era. Foi a Canção do Sal, e depois a gente ficou muito amigos A coisa extrapolou a música. A amizade foi maior do que a música e juntando as duas, amizade e música, eu só conseguia compor, pensando na voz de Elis. Nunca pensei em mim nem em outra cantora para cantar. Eu escrevia a música, pensando em como ela iria interpretar. Numa entrevista que ela deu, que passou há pouco tempo, ela dizia que as pessoas falavam que ela era intérprete de Gilberto Gil, etc e tal, mas ela falava que não, que ela achava que era a minha intérprete, que quando chegava a minha música nas mãos dela ela já sabia o que iria fazer. Uma vez eu estava na porta da TV Record onde a Elis fazia o programa dela e de repente ela saiu.Nós estávamos conversando e ela me perguntou onde eu iria passar o natal, aí eu falei: vou para Três Pontas, lá em Minas passar com minha família. Ela disse: não, você vai comigo pro Rio e vai conhecer a minha família. E eu não era tão chegado ainda a ela, mas aí vim pro Rio e passei o Natal na casa dela aqui. E depois que distribuíram os presentes e tudo mais, ela sentou numa cadeira e começou a chorar. Ela era uma pessoa muito nova e com aquela tristeza, de ser uma pessoa procurada apenas porque ela era uma artista famosa, uma cantora divina, as pessoas esqueciam que ela era uma pessoa e quando ela falou isso, ali nasceu uma coisa que é amizade, porque ela me escolheu pra contar o que ela estava passando. A partir dalí nós fomos amigos a vida inteira e eu fui o melhor amigo que ela teve, como ela foi uma das melhores amigas que eu tive».

Parece que o Brasil ainda não elaborou o luto pela morte de Elis. Há quem diga que até hoje ainda não apareceu um nome como o seu, no mundo da música. Você concorda com esta teoria? Olhando em volta, você consegue distinguir alguém que possa herdar, digamos assim, o título e a fama que Elis conquistou na sua época?

«Olha o Brasil não vai elaborar nunca o luto pela morte da Elis, porque não tem substituta.Não existe esse negócio de ser substituído, ela foi e ainda é uma pessoa especial, que além da música ela tinha todas as coisas que uma pessoa deveria ter. Se preocupava com tudo, como país, a política.Cantava somente as coisas que ela queria e aí muitas coisas, a Elis é ... acho que é um símbolo do Brasil e não consigo então é pensar em alguém que possa herdar o título e a fama que a Elis conquistou, porque sempre foi e será a única».

Superados alguns problemas sérios de saúde, vc parece em forma aos 60 anos. Sim, porque além de criar um novo selo discográfico, declarou o interesse de lançar novos talentos. Que dizer que se sente pronto pra reviver os bons tempos de Clube da Esquina? O que significa pra vc envelhecer?

«Quando eu for a Itália, vocês terão a oportunidade de ver como eu estou nos meus 60 anos, porque eu não concordo muito com este relógio da Terra, essas horas biológicas e essas coisas todas porque eu não sou e nem me sinto com 60 anos e inclusive eu estou cada vez com mais vontade de trabalhar, de conhecer gente nova, de fazer o que sempre fiz desde quando apareci: trazer as pessoas pro cenário musical e assim fazer coisas novas.Eu quero lançar sempre gente nova. Os tempos do Clube da Esquina, que eu nunca deixei de viver.Inclusive o Clube da Esquina 3, pra mim é um disco chamado Angelus onde eu divido as faixas com o pessoal daqui do Brasil, e fora do Brasil, muita gente mesmo.É a história da minha vida, o Angelus. A começar pelas 6 horas da tarde que é a música que abre o disco e foi a hora que eu nasci, a hora do Angelus, a hora que o anjo apareceu para Maria para dizer que ela iria ser mãe».

Qual é a lembrança mais importante, a melhor, que vc tem do trabalho com Clube da Esquina? 

«Bom, a lembrança mais importante do Clube da esquina eu acho que foi a gravação do disco. Foi uma maneira muito boa da gente se reunir e todo mundo novo. Só eu tinha contrato naquela época e aí fui trazendo Lô Borges, Beto Guedes e trazendo a Alaíde Costa que era uma cantora que já cantava, mas estava meio esquecida, e muita alegria. Uma coisa que até hoje eu sinto falta é que a gente sempre todos os dias , ia na casa um do outro, pra cantar, pra tocar, pra conversar e hoje a vida tá tão corrida que isso acontece pouco e faz muita falta».

A propósito de novos talentos, quais são os cantores, compositores e intérpretes que se sobre saem no panorama atual da música brasileira?

«Bom, tem muitos compositores, por exemplo, em Minas Gerais tem Flávio Henrique, Chico Amaral o pessoal do Grupo Skank, o Samuel Rosa e o pessoal também de outros grupos e muita gente. No Rio também tem, em São Paulo tem... O Brasil é uma fonte que não pára de jorrar, graças a Deus».

A MPB vive um momento de êxtase. Pelo menos é esta a sensação que se tem na Europa. Por outro lado as gravadoras estão em crise por causa da pirataria mas também porque arriscam pouco, limitando-se, quase sempre, a colocar no mercado coletâneas. Você acredita no futuro dos selos independentes ou em um novo modo de fazer e de vender música?

«Olha, esse negócio de botar coletâneas na rua eu acho legal, porque o tempo vai passando e muitas pessoas que agora tem 20, 18 até 15, 12 anos, muitas pessoas não ouviram coisas que foram feitas antes delas nascerem. E se o pai, a mãe, não têm um acervo dos autores, dos cantores, se não ficarem soltando esses discos, as pessoas nunca vão saber quem é quem daqui a 100 anos. Já vão me esquecer também».

Que tipo de música você ouve hoje?

«Eu tenho ouvido muito de tudo do pessoal novo aqui do Brasil, e se falar de um, aí tenho que falar de cinquenta. Então prefiro dizer que ouço muitas coisas, nada como só Rock n’Roll, só Pop, só Samba, só música clássica, só nada. Eu ouço tudo, aliás eu sempre fui assim».

Você conhece algum cantor, músico ou compositor italiano? Que idéia vc tem da Itália?

«Eu conheço uma cantora italiana, aliás várias, mas tem uma que pra mim é muito especial que é a Mara. Ela cantou várias coisas comigo e eu cantei com ela e saiu um CD estranho com poucas músicas e não foi trabalhado. Tomara que dê tempo de organizar e lançar de novo».

Os seus planos e projetos incluem uma tournee na Itália?

«É impossível fazer uma turnê pela Europa sem passar pela Itália. E sempre todo ano eu vou e cada hora num lugar. E todas as vezes foram coisas lindíssimas que aconteceram e que deixaram muito feliz.E a gente encontra amigos músicos no mundo inteiro, nesses festivais ai na Itália. Então nós vamos em Junho começar nossa turnê e a Itália está incluída».

Caetano Veloso, um dia, falou de você: «É uma pessoa que traz uma mensagem cultural embutida nele histórica. Abismo da história brasileira. Fazem dele um mineiro muito mineiro, mas um mineiro muito único, muito exceção dentro da paisagem mineira». De onde vem este amor, forte, pela sua terra e este apego pelas suas raízes?

«O meu amor pela minha terra e raízes são coisas que estão cravadas dentro de mim, mas eu não me considero só mineiro e nem só de Três Pontas. Eu acho que sou uma parte de um todo, inclusive não existem termos ou gênero pra dizer a minha música a não ser uma coisa muito interessante que aconteceu na Dinamarca: A primeira vez que eu fui que tinha um “pôster” anunciando um festival, então dizendo por exemplo: Miles. Davis - Jazz, e aí iam falando de várias outras pessoas colocando o gênero do lado, e quando botaram Milton Nascimento, o gênero foi Milton. Eu me considero um cara do mundo e quero ser ouvido no rincão mais longe que haja no Planeta Terra, na Lua também, em outras galáxias ... é só me chamar que eu vou».

Com a eleição de Lula o Brasil parece ter virado a página. A palavra "esperança", e o sentimento que ela traduz, no seu país virou uma coisa frequente, seja na boca das pessoas, seja na atmosfera que toma conta do Brasil. Vc condivide este sentimento que parece comum à todos?Ainda acredita na política como um meio para melhorar o mundo?

«Eu achei a eleição do Lula uma coisa muito boa porque há muito tempo que eu não via o povo tão feliz e uma pessoa falando tantas coisas bonitas. E o que a gente via pelos olhos dele é que ele estava falando a verdade. Então espero e faço fé, até rezo para que o Lula consiga ter pessoas do lado dele que o ajudem a cumprir o que ele prometeu, e que o ajudem a lembrar de outras coisas que ele não prometeu, mas que possa fazer. Bom, eu acredito que a política pode mudar o mundo porque é natural.Existe, a política eu preferia que não existisse, mas como existe, então vamos acreditar e eu acho que enquanto eu olhar nos olhos de uma criança e ver aquela vivacidade no olho, aquele brilho, essa criança me passa esperança, e o dia que eu perder a esperança, eu acabo comigo».

Uma vez vc declarou: « Todo mundo é responsável pela devastação do mundo, pela destruição das florestas, pela morte da fauna e da flora, pela loucura que está acontecendo inclusive com o ser humano, o próprio destruir de si. Então, na medida do possível, quero ser escutado por todos. Ninguém escapa não, a carapuça é para Deus e o Mundo, inclusive para mim se eu ficar calado». Então? Você gostaria de dizer o que sente, o que pensa, em relação ao que está acontecendo no Iraque?

«Bom é a gente fica nesse negócio agora pra mídia, da guerra do Iraque e são tantas guerras, inclusive entre os povos e sem falar nas coisas que acontecem nas cidades grandes do mundo inteiro. Não é só uma guerra que está acontecendo. O mundo inteiro está em guerra e isso é uma coisa que me deixa muito triste, não sei porque alguém um dia me falou que Deus fez todas as criaturas e botou apenas o homem com cérebro, inteligência, apenas no homem. Aonde está esta inteligência?».

 

Obrigado a Eliane Oliveira e Marilene Gondim - Copyright Musibrasil

 

 

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Discografia de Milton Nascimento

- PIETA' (2002)
- GIL E MILTON (2000) 
- CROONER (1999) 
- TAMBORES DE MINAS - AO VIVO (1998) 
- NASCIMENTO (1997) 
- AMIGO (1995) 
- ANGELUS (1993)
- O PLANETA BLUE NA ESTRADA DO SOL (1991)
- TXAI (1990) 
- YAUARETÊ (1987)
- A BARCA DOS AMANTES (1986) 
- ENCONTROS E DESPEDIDAS (1985) 
- MILTON NASCIMENTO AO VIVO (1983)
- ÂNIMA (1982) 
- MISSA DOS QUILOMBOS (1982) 
- CAÇADOR DE MIM (1981) 
- SENTINELA (1980) 
- JORNEY TO DAWN (1979) 
- CLUBE DA ESQUINA 2 (1978)
- MILTON (1976) 
- GERAES (1976) 
- NATIVE DANCER - WAYNE SHORTER FEATURING MILTON NASCIMENTO (1975) 
- MINAS (1975) 
- MILAGRE DOS PEIXES - GRAVADO AO VIVO - MILTON NASCIMENTO e SOM - IMAGINÁRIO (1974) 
- MILAGRE DOS PEIXES (1973) 
- CLUBE DA ESQUINA - MILTON NASCIMENTO e LÔ BORGES (1972)
- MILTON (1970) 
- MILTON NASCIMENTO (1969) 
- COURAGE (1968) 
- MILTON NASCIMENTO (1967) 
- TRAVESSIA (1967)