Caxi Rajão, musicista a tutto campo

Il suo ultimo cd «Festa do Rosario» conferma e arricchisce la traiettoria di un artista sensibile e attento alle proprie radici

 

di Mauro Montalbani

(em portugues)

    Musicista, produttore e ingegnere del suono proprietario di un bellissimo studio di registrazione situato tra le verdi montagne di Belo Horizonte, nel Minas Gerais, Caxi Rajão ha già inciso tre dischi, “Espelho” (1996), “Violão amigo” (2000), - oltre alla partecipazione nel disco collettivo “Violões do Horizonte - e il suo progetto più recente è “Festa do Rosario – Serro – MG”. Dischi tra loro abbastanza diversi, soprattutto l’ultimo, poiché mentre nei primi due Caxi propone sue composizioni originali, molto suggestive e in qualche modo poste a un crocevia stilistico tra Toninho Horta e Dori Caymmi, con in più una forte venatura a volte di jazz a volte di choro o bossa nova, l’ultimo suo progetto è stato concepito dalla necessità di documentare la Festa del Rosario, che rischia sempre più di finire nel dimenticatoio, come tante tradizioni folcloristiche. La musica di Caxi Rajão si espande senza porsi limiti o confini, che non siano quelli dell’estremo buon gusto o della qualità del suono (e non poteva essere altrimenti, data la sua attività!). L’origine di un progetto come “Festa do Rosario” si può forse individuare nel disco precedente, che conteneva un brano composto dal musicista e intitolato Marujazz, che inglobava le strutture ritmiche di marujada, la musica che accompagna la processione dei Marujos, che assieme a Caboclos e Catopês, secondo la tradizione, rappresentano la loro devozione alla Beata Vergine del Rosario. In ogni caso, quest’ultimo progetto conferma e arricchisce la traiettoria artistica di un musicista sensibile e attento alle proprie radici. A questo artista poco noto, ma degno di essere portato all’attenzione dei nostri affezionati lettori, abbiamo rivolto qualche domanda.

Lei è musicista, ingegnere del suono e nel suo studio di registrazione produce anche dischi di altri musicisti: trova che sia difficile, o utile, mantenere una distinzione tra questi ruoli, quando un artista viene a incidere nel suo studio? O le sue varie competenze la aiutano ad avere una visione più globale del processo artistico?

«Senza dubbio aiuta avere una visione maggiore del processo artistico. Il lavoro di produzione in uno studio dipende da vari fattori e sono diversi i fattori che concorrono a ottenere un risultato professionale. E' importante non solo conoscere la musica, ma anche capire il processo di registrazione, come ottenere il suono migliore da ciascun strumento, e anche avere sufficiente competenza per guidare i musicisti e ottenere da loro le migliori performance».

Chi maggiormente l'ha influenzata, tra musicisti e produttori, in Brasile e nel resto del mondo? Ritiene che qualche artista abbia influito in modo particolare sul suo stile musicale?

«Vari musicisti mi hanno influenzato. Ciascuno in una determinata epoca in cui io ho cercato di ascoltarli di più. Potrei citare Toninho Horta con la sua genialità di armonizzare, oppure Dori Caymmi nell'arrangiamenti di chitarra, e attualmente ascolto abbastanza Moacir Santos i cui arrangiamenti e composizioni per fiati hanno per me il sapore di un'opera prima. Ma non mi fermo qui, avrei necessità di molto spazio per citare tutti quelli che mi hanno influenzato. Come produttore citerei Liminha. Tutto ciò che lui tocca si trasforma in oro». 

Sono in molti gli artisti che hanno transitato nel suo studio: qual è stato quello con cui ha lavorato meglio? E quale, quello più "difficile"?

«E' più facile lavorare con quello che ha maggiore esperienza e sa cosa occorre nello studio. Il più difficile è quel musicista poco esperto e che non vuole sapere la tua opinione».

Quali sono i dieci dischi della sua discoteca che ama di più?

«De tom pra Tom» di Toninho Horta, «Sol no Breu» di Leo Minax, «Cumplicidade» di Clóvis Aguiar, «Mestre João» di Trem Brasil, «A Ponte» di Ana Cristina, «Violão Amigo» di Caxi Rajão, «Sambas» di Sami Barakat, «Pássaro Preto», di Sami Barakat, «Festa do Rosário» di Serro, «Pedra do Bem Querer» di Jader de Souza. Tutti questi cd sono passati da questo studio. Degli ultimi cinque ho curato la direzione musicale e la produzione». 

E quali i dischi che, pur non avendolo fatto, avrebbe prodotto volentieri?

«Os Tribalistas» (di Marisa Monte, Arnaldo Antunes e Carlinhos Brown, ndr). Perché avrebbe rimpinguato il mio conto bancario (ride)».

Quali sono i musicisti con cui non ha lavorato ma le piacerebbe farlo, sia come musicista che come produttore?

«Come musicista mi piacerebbe lavorare con Luiz Melodia. La sua musicalità e il suo swing sono genuinamente brasiliani».

Quale è stata la motivazione di un progetto come «Festa no Rosario»? Quale relazione, se ve ne è una, con vecchi lavori come «Missão de pesquisas folcloricas», di Mario de Andrade?

«La mia motivazione maggiore è legata al fatto di essere nato a Serro, nel Minas Gerais, e cresciuto a Conceição do Mato Dentro, sempre in Minas, città con forte tradizione di feste religiose, specialmente la Festa del Rosario. La musica dei gruppi popolari mi ha senza dubbio influenzato abbastanza. Ho avuto la possibilità di fare ascoltare, nel mio cd «Violão Amigo», una mia composizione fondata su alcuni passaggi ritmici del Grupo de Marujada de Conceição do Mato Dentro. Si intitola Marujazz e crea una fusione tra la musica della conga e il jazz brasiliano».

 

Altre notizie sulla musica e l'attività di Caxi Rajão su:

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(em portugues)

 

 

Caxi Rajão, musico sem limites

 

por Mauro Montalbani

 

 

Vocé è musico, engenheiro, produtor no seu estudio: acha que seja dificil, ou util, manter uma distinçao nas funçoes, quando um artista vai gravar no seu estudio? Ou suas varias competencias ajudam vocé a ter uma visào mais "global " do processo artistico?

«Sem dúvida ajuda a ter uma visão maior do processo artistico. O processo de produção em um estúdio depende de vários fatores para que se tenha um resultado profissional. É importante não só saber música mas também
entender do processo de gravação, como tirar o melhor som de cada instrumento, e também ter bastante traquejo para lidar com os musicos e tirar deles sua melhor performance».

Quais são as suas maiores influencias, respeitivamente entre os musicos e os produtores, no Brasil e no resto do mundo? Acha que qualquer artista influençou de maneira especial seu estilo musical?

«Os músicos que me influenciaram são vários. Cada um em uma determinada época onde eu sempre procurava ouvi-los mais. Poderia citar o Toninho Horta com sua genialidade de harmonizar, o Dori Caymmi nos arranjos de cordas, e atualmente ouço bastante o Moacir Santos onde suas composições e arranjos para metais soam como uma obra prima. Mas não paro por aí, precisaria de muito espaço para citar todos. O produtor eu citaria o Liminha. Tudo que ele toca vira ouro».

Muitos artistas transitaram no seu estudio: qual foi ou com quem foi mais facil trabalhar? E o mais dificil?

«Mais fácil de trabalhar é aquele que tem experiência e sabe o que quer dentro do estúdio. O mais difícel é aquele músico pouco experiente e que não quer saber da sua opinião».

Os dez discos da sua discoteca que vocé ama mais?

«De Tom pra Tom-Toninho Horta; Sol no Breu-Leo Minax; Cumplicidade- Clóvis Aguiar; *Violão Amigo-Caxi Rajão; *Sambas-Sami Barakat; *Pássaro Preto-Sami Barakat; *Festa do Rosário-Serro; *Pedra do Bem Querer-Jader de Souza; Mestre João-Trem Brasil; A Ponte- Ana Cristina. Todos estes CD's passaram aqui no estúdio. Os que eu fiz a direção musical e produção estão com *».

Os discos que vocé nao produziu, porém querias ter produzido?

«Os Tribalistas (risos). Iria engordar minha conta bancária. (risos)».

Quais sao os artistas com quem naò trabalhou, mas gostaria trabalhar, como musico e/ou como produtor?

«Como músico queria trabalhar com o Luis Melodia. Sua musicalidade e swing é genuinamente brasileira».

Qual foi a motivaçao de um projeto como "Festa no Rosario"? Qual è a relaçao, se existe, com velhos projetos como a "Missào de pesquisas folcloricas" de Mario de Andrade?

«A minha maior motivação foi pelo fato de eu ter nascido (Serro-Minas Gerais) e crescido (Conceição do Mato Dentro-Minas Gerais) em cidades com forte tradição em festas religiosas, em especial a Festa do Rosário. A música dos grupos folclóricos sem dúvida me influenciou bastante. Tive a oportunidade de no CD Violão Amigo mostrar uma composição de minha autoria, baseada em células rítmicas do Grupo de Marujada de Conceição do Mato Dentro. Ela se chama Marujazz e cria uma fuzão entre a música de congado com o jazz brasileiro».

 

 

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